Intervista a Senhit per un singolo “pericoloso” Dangerous (R3HAB remix)


In occasione dell’uscita di Dangerous abbiamo incontrato Senhit, pseudonimo di Senhit Zadik Zadik, una queen orgogliosamente ‘freaky’
Ciao Senhit! Benvenuta tra le pagine virtuali di Tuttorock. Hai partecipato, in dote di rappresentante della Repubblica di San Marino, a ben due edizioni dell’ Eurovision Song Contest: nel 2011 con Stand By e poi a dieci anni di distanza, nel 2021 con Adrenalina, insieme al rapper Flo Rida. Due momenti decisamente importanti per la tua carriera. Cosa ci racconti di queste esperienze?
Momenti epici e indimenticabili entrambi! Nel 2011 sono arrivata all’Eurovision con un’innocente incoscienza, un certo spirito di sfida e ammetto, impreparata a quello che avrei vissuto. Mentre 10 anni dopo, complice anche la pausa forzata del 2021 a causa della pandemia, sono tornata meravigliosamente pronta e carica a molla. Raccontarlo non basta, bisogna viverlo.
Proprio in quel periodo ti è stato attribuito l’appellativo “Freaky Queen”. Ti senti una stramba?
(ride ndr), più che una persona stramba, direi una “fuori di testa” in senso positivo! Folle, bizzarra, audacemente unica. E, naturalmente, accanto all’appellativo “queen” ci si sta sempre benissimo.
Negli ultimi mesi ti abbiamo vista alle prese con un numero sostanzioso di nuove pubblicazioni tra cui “I am what I am”, che ha caratterizzato tutto il tour del 2024. Una moderna rivisitazione dell’iconico brano di Gloria Gaynor. Hai scelto un’artista ‘tosta’ e longeva, che con la sua voce potente, non solo ha segnato gli anni ’70 della disco music, ma è stata anche in grado di toccare l’anima di molte persone, grazie a singoli evocativi come “I Will Survive”. Mi spieghi le ragioni per cui hai scelto di reinterpretare proprio “I am what I am”, una canzone lievemente venata di tristezza, ma non per questo meno vitale e penetrante?
Perché, anche a distanza di più di 40 anni, quella canzone continua a risuonare come un capolavoro senza tempo, portando con sé un messaggio così forte e potente che non perde mai la sua forza.
Mi rappresenta in ogni sua nota, al 1000%; è stato un vero piacere, e un onore, rendere omaggio a un’artista leggendaria come Gloria Gaynor, che con la sua musica ha segnato un’epoca e che, ancora oggi, riesce a trasmettere emozioni straordinarie.
Pensando ad icone del calibro di Gloria Gaynor ma anche Ella Fitzgerald, Diana Ross, Aretha Franklin, Tina Turner e poi Whitney Houston, cosa ne pensi del ruolo delle donne di colore all’interno dell’industria musicale? Lo giudichi un ambiente inclusivo o pensi che si potrebbe fare di più?
Certo, si può sempre fare di più; non parlo solo delle opportunità per le persone di colore, ma anche per le donne, che ancora oggi affrontano battaglie quotidiane per ottenere il giusto riconoscimento e pari opportunità. Eppure, con determinazione e una buona dose di testardaggine, continuo a percorrere questa strada, convinta che ogni passo, anche il più piccolo, contribuisca a un cambiamento.
Hai iniziato la tua carriera interpretando ruoli da protagonista in musical di successo come Fame, Il re Leone ed Hair. Che differenze hai riscontrato tra l’esibizione teatrale come “messa in scena” di un’opera dove si canta, si balla e si recita in maniera armoniosa e l’esibizione canora su di un palcoscenico?
Il teatro mi ha dato una grandissima lezione, ovvero la consapevolezza dell’autenticità; ho capito che non puoi mentire, non puoi nasconderti dietro una maschera. Questa verità l’ho portata con me in ogni esibizione, in ogni palco che ho calcato, e l’ho integrata anche nel mio percorso discografico. È stato interessante avere l’opportunità di sperimentare entrambi i mondi; a teatro interpretavo un ruolo, e quando ho intrapreso la carriera discografica ho dovuto imparare ad esprimere me stessa in un modo nuovo, un modo che avrei dovuto riconoscere come mio, e quindi costruire, plasmare, il mio “ruolo” come artista.
Ad ottobre hai pubblicato l’album “Dangerous”, che include collaborazioni con Flo Rida, Steve Aoki, Tory Lanez, Benny Benassi e Stefy de Cicco. Quali sono state le esperienze memorabili tratte dal processo di creazione dell’album?
Sono davvero una persona privilegiata! Ho avuto la fortuna di essere sempre circondata da grandi autori e produttori, da collaboratori, colleghi e featuring. Ogni incontro è stato un’opportunità unica e magica, che mi ha arricchito non solo a livello artistico, ma anche, e soprattutto, umano. Ogni persona che ho incontrato lungo il mio cammino mi ha lasciato qualcosa di speciale: un’ispirazione, una visione diversa, un’esperienza che ha arricchito la mia anima e la mia crescita personale.
Cosa ti ha ispirato a scegliere proprio R3HAB per questo remix?
Grazie alla visibilità dell’Eurovision, che mi ha permesso di incontrare persone e artisti incredibili, ho avuto modo di conoscere meglio anche il mondo della dance e così, dopo tante ricerche, R3HAB è stato l’artista che più mi ha ispirato. L’ho sempre seguito con ammirazione, e ciò che mi colpisce del suo stile è la capacità di mantenere l’essenza della canzone originale, senza sconvolgerla più di tanto, ma arricchendola con quel beat giusto, adatto al sound del brano, che porta chi l’ascolta a ballarla in ogni dove.
Le undici tracce dell’album raccontano una storia: qual è il filo conduttore che le unisce?
Un’energia travolgente, una positività contagiosa e un’autenticità straordinaria.
La titletrack ‘Dangerous’ mette in scena una relazione intensa, in cui adrenalina e pericolo sono al centro dell’attrazione. Si tratta di un’esperienza autobiografica oppure è mera finzione?
Questa canzone, in sostanza, è un invito a uscire dalla propria zona di comfort, a mettersi in gioco e a osare. A mio parere, tutti, me compresa, dovremmo imparare a vivere la vita con un po’ più di audacia, osando ogni tanto abbracciare il rischio, vivere la vita in maniera più “pericolosa”.
La ritmica incalzante rimanda un forte throwback agli anni duemila, epoca di hit mania dance, canzoni tutte da ballare e look sbarazzini alla Destiny’s Child, Pussycat Dolls o ancora Sugababes. Sicuramente si tratta di un brano molto “visivo”, tanto che sulla copertina del singolo appari ritratta con gli occhiali da sole a specchio, i capelli lunghissimi e biondi e un vestito bianco con degli sbuffi che ti fa assomigliare ad un angelo. Come è nata questa idea per la cover? Mi racconti qualche retroscena dello shooting?
Dietro la foto della copertina, così come dietro il video, c’è sempre la mano esperta e visionaria di un mio grande idolo, Luca Tommasini, lo adoro e lo stimo da sempre. È grazie a lui che ho potuto finalmente esprimere la mia musica nel modo che sento veramente mio. Ci divertiamo sempre perché abbiamo due anime molto “fanciulline” ma, allo stesso tempo, professionali e grintose. La sua creatività e la sua passione mi hanno sempre spinto a dare il massimo e imparare ad esprimere, non solo in musica, ma anche visivamente, la mia grinta e la mia passione.
Cosa ci puoi anticipare sui tuoi prossimi progetti musicali?
Attualmente sono in promo con il remix di Dangerous. Continuo a girare per il mondo, portando la mia musica ovunque, tra concerti e ospitate che mi permettono di entrare in contatto con il mio pubblico e con nuove realtà.
Ti ringrazio per il tuo tempo e ti auguro in bocca al lupo per la promozione di Dangerous!
Grazie a voi, un saluto a tutti i lettori di TuttoRock!
SUSANNA ZANDONÁ

Better known as Violent Lullaby or "The Wildcat" a glam rock girl* with a bad attitude. Classe 1992, part-time waifu e giornalista** per passione. Nel tempo libero amo inventarmi strambi personaggi e cosplay, sperimentare in cucina, esplorare il mondo, guardare anime giapponesi drammatici, collezionare vinili a cavallo tra i '70 e gli '80 e dilettarmi a fare le spaccate sul basso elettrico (strumento di cui sono follemente innamorata). *=woman **=ex redattrice per Truemetal