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Intervista a Greta Grida: un singolo che dice TUTTO, senza filtri

Intervista a Greta Grida: un singolo che dice TUTTO, senza filtri

Tra verità scomode, fragilità e forza: TUTTO è un grido sincero che racconta l’incoerenza dei legami nell’era digitale.

Greta, tu non canti: gridi. Cosa rappresenta per te questo nome d’arte?

Beh, è una dichiarazione di intenti: un po’ perché, effettivamente, il grido non manca mai nei miei brani, oltre ad essere il mio stile peculiare.
Sento proprio di dover “gridare” metaforicamente, non solo nei fatti.
I miei testi sono sempre non convenzionali e l’unico modo per poter dire qualcosa che gli altri non direbbero mai (e farsi ascoltare), secondo me, è proprio gridando.

I tuoi genitori ti hanno cresciuta “a pane e rock”: quali sono i dischi o le band che ti hanno formato?

I miei mi facevano ascoltare tantissime band rock, quelle a cui mi sono affezionata di più sono sicuramente Alter Bridge, di cui in particolare l’album “Blackbird” (per altro, Blackbird è la mia canzone preferita di sempre), i Pink Floyd e i Muse (di cui amo tutti i lavori indistintamente).

L’esperienza con i Moise è stata la tua prima vera avventura musicale: cosa ti ha lasciato quel periodo, artisticamente ed emotivamente?

I Moise sono stati tutto il mio mondo per me per 10 anni, mi hanno letteralmente cresciuta. È difficile dire cosa mi hanno lasciato, di sicuro mi hanno insegnato cosa vuol dire lavorare con altri, scendere a compromessi ma senza mai svalutarsi, mi hanno insegnato il fallimento e la vittoria… è un’esperienza che mi ha dato tantissimo, ma doveva finire, come tutte le cose. Però mai e poi mai rimpiangerò nulla di quello che è stato.

TUTTO è il tuo nuovo singolo. Una canzone che riflette l’apatia dei rapporti umani, sempre più incentrati sulla perfezione fisica e sull’apparenza. A questo proposito mi chiedevo: quanto è importante per te “mostrarti” come musicista?

È davvero brutto da dire, ma ormai la musica è quasi solo apparenza, chi riesce a vendersi meglio al pubblico riesce, non importa più a nessuno davvero delle canzoni. Quindi alla risposta “quanto è importante” ti direi moltissimo, anche se vorrei che non fosse così. Sarebbe meglio lasciar parlare le canzoni e che queste riuscissero ad arrivare al pubblico, ma il mercato non funziona così.

Pensi che il ruolo di cantante sia fatto anche di maschere?

Assolutamente sì, essere un’artista vuol dire indossare una maschera continuamente, anche quando si cerca di essere il più genuini possibili, c’è sempre un personaggio che si sfoggia: io, per esempio, mostro la parte più in ombra di me, la più cinica, “Greta Grida” è l’insieme dei lati del mio carattere che nella vita di tutti i giorni non riesco a mettere in gioco molto facilmente perché non sarebbero accettabili appieno, ed io sono una persona da “o tutto o niente”, anche perché non sono particolarmente capace a gestire le mie emozioni. In ogni caso, siamo tutti persone piuttosto normali, ognuno con i suoi problemi, ma come tutti. Semplicemente, per esorcizzare, li amplifichiamo e usiamo le canzoni per sfogarci.

Hai mai usato Tinder? Cosa ne pensi di questo social?

Per un breve periodo, sì. Ma non penso che funzioni molto nel mio caso, quando l’ho usato lo prendevo più come un gioco in stile “bombi o passi”, ma non sono mai riuscita ad intavolare una vera e propria conversazione con nessuna delle persone con cui ho matchato e soprattutto non sono mai uscita con nessuno di loro. A me piace quando le cose “capitano” perché “devono capitare”, non perché le cerchi… quindi Tinder mi annoia immensamente. Però ho due amici che si sono conosciuti lì e ora si stanno letteralmente per sposare, quindi evidentemente per qualcuno funziona!

C’è qualche ex a cui dedicheresti TUTTO ma che non ti ha dato NIENTE?

In realtà no, nelle mie scorse relazioni c’è sempre stato uno scambio equo e un grande rispetto reciproco (che persiste tutt’ora).

Il tuo immaginario è piuttosto totalizzante: ti chiedi se ha senso mostrare le proprie vulnerabilità e sacrificarsi all’ interno in una coppia, pur sapendo da principio che TUTTO è destinato a finire. La tua è una visione definitivamente agli antipodi rispetto alle favole Disney che ci hanno propinato da bambine dove il principe è salvifico. Credi che i principi azzurri esistano ancora o che i ruoli si siano un po’ invertiti e gli uomini siano diventati tutti dei c.d “principessi”?

Ci tengo a specificare che ho adorato questa domanda. Di sicuro l’immaginario dei ruoli è completamente cambiato nel corso della storia, in particolare in questi ultimi anni. Non credo che esistano principi azzurri, nessuno mi può salvare e non sento nemmeno il bisogno di essere salvata onestamente, come mi distruggo da sola, da sola mi ritiro su.
Però non credo nemmeno che siano diventati loro dei “principessi”: certo, si è persa l’immagine dell’uomo forte salvezza delle donne (forse aggiungerei un: “grazie a Dio”!), ma non vedo un’inversione dei ruoli così radicale.

Cosa dovrebbe avere una persona per poterle dare TUTTO?

Più che “cosa dovrebbe avere”, sarebbe più giusto dire “come dovrebbe farti sentire”: non sono una persona da canoni, ho qualche preferenza a livello estetico ma caratterialmente sono stata davvero con gli opposti. L’importante, per me, è il fuoco: se mi fai sentire il fuoco, in amore, nel sesso, facendomi sentire a casa, ma a volte anche nei litigi, io sono disposta a dare davvero TUTTO.

Se potessi dare un consiglio alla Greta di dieci anni fa, cosa le diresti?

Di non credere che il mondo sia una favola Disney, di prepararsi al peggio, perché le persone sanno essere davvero orrende, e di imparare a tirare fuori gli artigli. Ho imparato a mie spese che o ferisci o vieni ferito e ormai non mi viene più da fare la buonista e dire che è sempre meglio essere feriti che ferire.

Dove potremo incontrarti a breve?

Due live non ancora ufficialmente annunciati, uno l’8 novembre al Lime di Milano e uno il 30 al Q-HUB. E anticipo già che ci sarà da festeggiare una novità…

Grazie per il tuo tempo e in bocca al lupo per la promozione di “TUTTO”

Grazie mille a te, alla redazione e ai lettori <3

SUSANNA ZANDONÁ