IL MAESTRALE – Intervista al collettivo pugliese
In occasione dell’uscita dell’EP “Le Maioliche” (Spazio Dischi), ho avuto il piacere di intervistare Alessandra Valenzano, Simona Valente e Nicholas Palmieri, che formano “Il Maestrale”, progetto musicale che unisce mescolando sonorità cantautorali italiane con influenze elettroniche e mitteleuropee. Il loro stile include un mix di cantautorato pop-rock, indie music, world music e canzone tradizionale, con testi che riflettono temi sociali e personali.
Ciao e bentornati su Tuttorock, “Le Maioliche” è il vostro nuovo EP, vi chiedo subito di chi è opera la bellissima copertina.
Alessandra Valenzano: La copertina è opera dello splendido Daniele Stama, parte del collettivo de Il Maestrale. Daniele ha disegnato la copertina così come anche tutto il merchandising. Molte delle cose graficamente belle che vedete sul nostro profilo portano la sua firma (e non è un grafico): semplicemente, tutto quel che tocca diventa magico: anche gli abiti con cui suoniamo sono da lui ideati, persino cuciti nel caso del videoclip di Mediterraneo Centrale. Siamo tanto fortunati a lavorare con lui. L’idea dietro alla copertina era quella di ispirarsi alle maioliche portoghesi, intrecciando figure simboliche in un totem visivo. In un Mediterraneo contraddittorio (Mediterraneo Centrale) si riflette una città tanto affascinante quanto resistente al cambiamento (Berlinesi). Due personaggi opposti danno corpo a queste tensioni: un patrono che arriva in una cultura senza tempo (Nor Arax) e un uomo-pecora che danza per sfuggire alla propria mediocrità (Dance Dance Dance). In primo piano convivono lentezza e sogno (Le Peonie) con l’ansia del presente (Tapis Roulant), attraversati infine dal vento del Maestrale che placa attraverso un canto di verità.
In quale lasso di tempo è avvenuta la scrittura dei brani e successivamente la loro registrazione?
Nicholas Palmieri: il processo creativo attraversa diversi momenti e periodi, la canzone nasce in un determinato periodo della vita e si evolve con noi. In particolare, le canzoni di questo disco sono lo specchio degli ultimi 2/3 anni, inclusa le registrazioni, iniziate a fine 2023. Forse Mediterraneo Centrale è relativamente la più giovane (l’ho scritta nel 2023) mentre la maggior parte dei versi de Le Peonie risalgono addirittura al liceo. Curioso osservare come vedono la nascita per il pubblico solo ora mentre noi siamo già proiettati sulle canzoni scritte nell’ultima anno che rappresenteranno l’evoluzione di questo lavoro.
6 brani diversi tra loro e da me apprezzatissimi. Trovo molto azzeccato l’ordine nel quale sono stati inseriti nel disco e c’è quel “Tapis Roulant”, da me considerato come “perfetto automatismo” che trasporta l’ascoltatore da suoni antichi mediterranei al pop elettronico, siete d’accordo con me sulla definizione di quel brano?
Simona Valente: Tapis Roulant è nato con l’intento di produrre un brano lo-fi, affine ai miei gusti.
Registrato con un microfono cornetta, batterie super compresse ed effetto simil nastro, sintetizzatore con melodia pitchata, fa tutto parte di una scelta stilistica che punta all’estetica dello sporco.
Tuttavia, il pitch stonato nella melodia principale può suggerire la presenza di un risvolto quasi microtonale; inoltre, per quanto gli intenti possano essere diversi e le penne di ciascun autore all’interno de Il Maestrale siano differenti, c’è chiaramente un filo rosso che ci lega. Lo potremmo definire Mediterraneo? Potremmo definirlo pop elettronico? Sarebbe sicuramente giusto parlare di entrambi, ma altrettanto sicuro è che si tratti de Il Maestrale.
Nella precedente intervista, avevamo parlato molto del vostro progetto φωνές (fonés dal greco, in italiano “voci”), avete in previsione qualcosa di nuovo a riguardo?
Alessandra Valenzano: abbiamo sempre forte attaccamento al tema della donna nella letteratura e abbiamo altre canzoni che abbiamo dedicato loro, ma non sappiamo quando usciranno né come. Il tema stesso dell’antica Grecia si conferma in divenire perché potrà essere possibile che nuove donne provengano non solo dalla letteratura classica, confermando in pieno la natura aperta della raccolta.
Nel corso di due anni siamo cambiati tanto, e con noi sono cambiate le nostre letture: abbiamo conosciuto nuove voci, per l’appunto, e abbiamo una gran voglia di produrre nuova musica.
Sappiamo già perfettamente come far suonare il prossimo disco. Ma tutto, come per “voci”, rimane sempre aperto e pronto a nuove influenze e ad essere messo in discussione, pressoché capovolto oserei dire. Lavoriamo sempre così.
Riguardo alla vostra proposta musicale, continuerete a spaziare tra vari territori come avete fatto finora, peraltro in maniera molto convincente?
Nicholas Palmieri: la varietà definisce la persona e la canzone è solo un prolungamento della persona, quindi, è imprescindibile che questa rispecchi la moltitudine delle sfaccettature dell’autore. L’intento è quello che definisce l’identità comune e il trait d’union tra le varie persone che compongono questo progetto: la voglia di scrivere canzoni che prima di scriverle non esistevano e che, se fossero già esistite, sarebbero finite nelle nostre playlist di ascolti.
Vi definite ancora un collettivo e non propriamente una band?
Alessandra Valenzano: siamo decisamente un collettivo.
Facciamo tutto da soli ma non siamo mai soli: c’è Maria Gesualdo, una delle mie migliori amiche da sempre e mia collega scrittrice di Altamura ma di adozione bolognese, autrice del prologo sulla vita nel Sud pugliese, presente nel videoclip di “Mediterraneo centrale”, girato da Alice Palumbo, la più longeva all’interno del collettivo assieme a Maria. Alice continua a curare da sempre tutta la parte video e foto, assistita per questi lavori da Nunzia Tarantino che ha curato la parte backstage, nonché le foto che vedete usate per le locandine e la promozione. Alessio Roma, maestro in composizione d’orchestra, ha curato ne le Maioliche, così come per “Voci”, la parte orchestrale: per la precisione, portano la sua firma le parti scritte per gli ottoni presenti in “Le Peonie”, suonate eccezionalmente dai musicisti Antonio Fallacara alla tromba, Nicola Bruno al trombone e Josh Urbani al Sassofono contralto, tutti guidati proprio da Alessio nella registrazione.
Poi c’è Alekos Zonca, cantante di Narratore Urbano, mio amico fraterno e collega in “concerti fuorisede”, la nostra organizzazione di eventi e concerti basati su una strategia di mutuo soccorso tra artisti: in pratica, ci aiutiamo a vicenda a trovarci concerti in tutta Italia (lui partendo da Torino, io da Bari) senza il sostegno di etichette, manager o strutture di alcuna sorta. Io e Ale siamo formalmente i manager dei reciproci progetti e ci sentiamo ogni giorno, ogni ora probabilmente.
Infine, Ivano Mangino, la new entry, ma non meno essenziale come il pane e l’aria: con Ivano è come se ci fosse un patto segreto, ci si appoggia e sostiene e si crede reciprocamente nell’altro come si fa in una famiglia, spesso anche con tutti i problemi delle famiglie. Ivano è quella persona a cui abbiamo dato letteralmente le chiavi di casa. Ci segue ovunque e insieme stiamo per fare un tour davvero davvero bello, dopo quello estivo che già ci ha visto fare tappa in quasi tutta Italia.
E poi c’è il già citato Daniele che con le sue mani d’oro ci aiuta a fare a mano i vestiti che indossiamo sul palco, le grafiche, il merch.
Tutte e tutti insieme siamo diventati dei mercenari banditi che cercano di sovvertire un mondo musicale brutto, sporco e spesso poco meritocratico. Lavoriamo spesso con pochissimi soldi e risorse: ci siamo abituati anche a questo, e in risposta abbiamo tirato fuori capacità che spesso non credevamo neanche di avere, persino cucire vestiti o registrare in casa in modi super punk.
Non aspettiamo nessuno, non chiediamo il permesso a nessuno: noi le occasioni ce le stiamo creando lavorando duramente, aiutandoci, sostenendoci. Siamo una famiglia.
Ci teniamo a dire sempre che anche il disco stesso è frutto di un lavoro collettivo: senza il crowdfunding noi non saremmo qui.
C’è un vostro concerto che ricordate particolarmente?
Alessandra Valenzano: Ne abbiamo tanti di speciali, ma di recente possiamo sicuramente menzionare il teatro India di Roma e il Youth Fest per il quale siamo stati invitati a giugno 2025. Alla fine del concerto abbiamo provato per la prima volta a sederci a terra e cantare con le persone “la cosa più naturale”. E dire che questa cosa era nata per un problema tecnico: la chitarra di Simona non andava. E allora abbiamo detto “sai che c’è, la facciamo a terra tra le persone”. Alla fine del live, c’era chi la cantava, chi provava a impararla, chi piangeva commossa (organizzatori inclusi).
Eravamo un’umanità unita e vibrante che cantava all’unisono: non ce la dimenticheremo mai quella serata.
A proposito, avete qualche data in programma?
Ne abbiamo tante!
Ci trovate per ora, quelle sicure,
11 ottobre release party Bari spazio 13 per il Release Party
18 ottobre Mercato Nuovo Taranto
25 ottobre maestrale San Bartolomeo In Galdo (BN) – circolo Ruaviva
26 ottobre maestrale Kinderkarten Benevento
22 novembre rigenera laboratorio urbano palo del colle (BA)
27 novembre nassau Bologna
28 novembre maestrale Torino blah blah con narratore Urbano
29 novembre maestrale Tba
2 dicembre maestrale detune Milano
Stiamo già lavorando al 2026 e sicuramente qualche altra data per il 2025 uscirà. Stiamo lavorando a cose belle.
Grazie mille per il vostro tempo, vi lascio piena libertà per chiudere questa intervista come preferite.
Ascoltate la musica dal basso, sostenete la bellezza. Boicottate il sistema se vi vuole incapaci di scegliere persino che musica mettere su mentre si va al lavoro, in macchina, in bus, alle feste.
Ragionate non badando agli algoritmi, alle scalette; non applaudite per inerzia.
MARCO PRITONI
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.




