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IANEZ – Intervista in occasione del singolo “GHIACCIO”

IANEZ – Intervista in occasione del singolo “GHIACCIO”

In occasione dell’uscita del singolo “Ghiaccio” ho intervistato il cantautore IANEZ

IANEZ presenta “GHIACCIO”

Dal 9 maggio su tutte le piattaforme digitali il nuovo singolo


C’è chi non riesce ad adattarsi, chi non trova spazio in un mondo che misura il valore delle persone solo in base alla loro produttività. Con “Ghiaccio”, il cantautore abruzzese Ianez dà voce a queste esistenze fragili e invisibili, in un brano spietatamente lucido, capace di trasformare il dolore personale in racconto collettivo.

Il singolo, disponibile dal 9 maggio su tutte le piattaforme digitali, è una poesia cupa e malinconica, nata dalla perdita di un affetto profondo e complesso. Ma non c’è voglia, da parte di Ianez, di spiegare le ragioni personali, né fare cronaca emotiva attraverso la sua musica: Ghiaccio è un tentativo di rendere percepibile uno stato d’animo, una discesa silenziosa nell’incomprensione, nella tristezza e nell’ingiustizia sociale.

“Ci sono persone che non riescono da integrarsi in un sistema dove anche la pietà è subordinata all’ego. Quando si ammalano, diventano colpevoli della loro condizione. È a loro che dedico questo pezzo.” – racconta Ianez.

Il brano è costruito su una tensione emotiva costante, tra intimismo e denuncia, lasciando spazio ad immagini che evocano fragilità, solitudine e un’umanità dimenticata.
Con “Ghiaccio”, Ianez – che sarà dal vivo il 10 Maggio al Festival Monterocktondo (RM), continua il suo percorso artistico coerente nel quale sceglie di abitare le zone d’ombra e dar voce, attraverso la sua musica, a chi spesso non viene ascoltato.

BIOGRAFIA – IANEZ:

Ianez, all’anagrafe Andrea Iannone, è un cantautore e scrittore di Vasto, Abruzzo che dal 2021 vive a Montenero di Bisaccia in Molise. Nel 2012 con i Renè Golconda entra in rotazione radiofonica nazionale il brano “Eri Distratta” prodotto da Andrea Gallo e arrangiato da Gigi De Rienzo, bassista dei Napoli centrale che vanta collaborazioni di rilievo da Edoardo Bennato a Pino Daniele.

Nel 2018 Ianez esce con il romanzo “Sette foglie di oleandro” edito da Lupieditore. Il libro, catalogato come “Noir gotico urbano metafisico” ottiene consensi dalla critica aggiudicandosi diversi premi letterari e riconoscimenti.

Dopo una breve pausa dalla musica inizia una collaborazione con il bassista Lorenzo D’Annunzio e Fabio Tumini della Satellite Rec. Prende vita Ianez, il primo progetto italiano solista dell’artista.

Nel 2021 il batterista Fabio Mosca e il chitarrista Cristian di Foggia accompagnano Ianez nei live e in studio. 

Dopo i primi due singoli “Siamo stati noi” e “Piscina (anche il mare si scorda di te)” esce “Figli delle sberle”, ma è con “Blu” un brano di denuncia contro la violenza sulle donne che Ianez definisce il suo personale genere musicale. Dopo “New Black” un brano distopico, che percorre le affollate strade del degrado sociale e politico e Minerva, una canzone onirica e romantica, Ianez propone: “Analisti ne abbiamo?” dove affronta con ironia e un pizzico di sarcasmo il tema attualissimo dei tuttologi da social network.

Con “Analisti ne abbiamo?” vince una serata del contest Radio Sonica live show e apre il concerto di Canarie a Largo Venue di Roma. 

Il singolo “L’Addio” descrive in una immagine malinconica i sentimenti scatenati da ciò che resta di una importante storia d’amore finita, i ricordi che ci fanno chiedere come sarebbe stato per un sentimento mai del tutto smarrito. Vince le finali di zona di Sanremo rock 2023 aggiudicandosi la partecipazione alle finali nazionali presso il teatro Ariston. 

A dicembre 2024 pubblica il brano “Vasca Rossa”, un racconto sulla persistenza della guerra attraverso la storia umana che ottiene un’ottima recensione su Rockit. A Maggio 2024 pubblica “Tony Pastello”, una critica alla società moderna, alla televisione e alle abitudini quotidiane che hanno definito un’intera generazione, affrontando il tema dell’idealizzazione del passato, un fenomeno che interessa sia chi ha vissuto direttamente certi periodi, sia chi li conosce solo attraverso i racconti di altri. Il 9 maggio 2024 pubblica “Ghiaccio”, un brano intimo, angosciante e poetico che affronta il tema della fragilità, dell’emarginazione e della perdita, trasformando l’esperienza personale in un grido collettivo sommerso e necessario.

Benvenuto Ianez sulle pagine di Tuttorock. Per iniziare, chi è Ianez?
Ciao. Grazie per avermi dedicato questo spazio dove poter raccontare un po’ della mia musica. Ianez è un personaggio cupo, per alcuni aspetti disturbante, che racconta il presente ed ha un punto di vista ben definito su ogni tema trattato nelle canzoni. È una maschera sfacciata, ironica e sarcastica ma mai violenta. Ianez è un mezzo per arrivare in modo più dritto possibile al pubblico.

Il singolo “Ghiaccio”, musicalmente, è un incedere ritmato fra una parte simil-rappata e il ritornello evocativo. Come è nata la costruzione del brano?
Di Ghiaccio nascono prima testo e metrica accompagnati da una chitarra acustica. Abbiamo registrato una linea guida per poi dedicarci alle atmosfere, ai suoni ma è tutto confezionato per valorizzare il testo che in questo brano è il perno di tutto. Unire parti rappate a sonorità più pop-rock, ritornelli più larghi ed influenze elettroniche, è una caratterista del progetto.

Nel testo troviamo il passaggio “E pioveranno sassi un vento nucleare un’onda di rancore da considerare…e adesso che fanculo a tutti voi, ora parlate piano?”. Qual’è il nucleo del messaggio che vuoi trasmettere?
Una frase apocalittica per rappresentare un sentimento di dolore profondo dato da una perdita importante e una rabbia quasi innaturale per una cronaca non narrata nel brano, ma percepibile. L’ingiustizia subita nell’indifferenza collettiva, in una solitudine che solo le persone possono garantire, le stesse persone che nella dipartita si palesano sussurrando frasi di conforto, un ritardo imperdonabile che non merita perdono. Questo è il nucleo del messaggio ma la percezione dell’ascoltatore è una cosa diversa, alcuni hanno pensato alla guerra, altri qualcosa di più epico. Il bello delle canzoni, di un testo che mantiene una sua poesia ed ermetismo è proprio questo, che ognuno ha la propri interpretazione e nessuna di queste è sbagliata.

Nella registrazione del brano in studio ti sei avvalso di qualche musicista o collaboratore?
Siamo una band, anche se il progetto porta il mio nome. I brani vengono arrangiati e suonati dai musicisti del gruppo e poi c’è il lavoro di Fabio Tumini della satellite rec. Che oltre alle registrazioni si occupa di parti di chitarra e dell’ elettronica, gli arrangiamenti li studiamo assieme.

Nel percorso di Ianez vediamo accanto ad una prolifica attività musicale anche quella letteraria. Come si possono intersecare le due attività fra di loro e quanto questo ha effetti generali sullo Ianez artista?
Ho sempre scritto racconti, principalmente per me stesso, per affrontare come meglio potevo situazioni complicate e dolorose. Il libro è un fuoriprogramma, mi è stato consigliato di partecipare a dei concorsi letterari con piccole storie che pubblicavo sui social e dopo averne vinto qualcuno un editore mi ha proposto la pubblicazione di:”sette foglie di Oleandro”. Scrivere una storia e scrivere un testo sono cose diverse, approcci diversi, ma il fine è lo stesso, almeno nel caso specifico. Sicuramente l’esperienza letteraria mi ha fatto crescere per quanto riguarda la scrittura e ho intenzione di dedicarmi ad un altro libro ma per ora resta un’idea.

Quali sono i progetti del 2025 e futuri sia in studio che come live?
Il sette giugno parteciperemo a “Due Note a Vasto” un contest ben organizzato che si tiene appunto a Vasto e ci saranno altre date che comunicheremo tramite i social. Per il 2025 c’è in programma un nuovo singolo al quale stiamo già lavorando che anticiperà l’uscita del primo album del progetto.

La copertina del singolo rimanda ad un’immagine esoterica, fra farfalle e teschi. Di chi è il concept?
Il concept è mio. Sono un grafico con una passione per i libri di Lovecraft e Poe, mi piace giocare con i simboli ma non per una qualche credenza particolare, mi diverte semplicemente. Il logo del progetto è composto da un triangolo che rappresenta l’equilibrio, il teschio la bomba e il cuore sono le tematiche trattate nei brani e al centro del triangolo c’è un occhio con l’appeso dei tarocchi che simboleggia il punto di vista. La farfalla monarca è protagonista del brano e sostituisce l’occhio nella copertina.

La farfalla ed un scenario chiaramente post-apocalittico sono il tema centrale del video. Cosa ci puoi dire sul video?
Il video mostra un mondo decadente, deprimente, con i grattacieli, simbolo della grandezza dell’uomo che si sgretolano come fossero di sabbia. La farfalla monarca è una migratrice, una farfalla molto comune, resistente e tenace. Un’anima pura e delicata, unica nota di colore che contrasta con il mondo in che è costretta ad attraversare, un mondo dove: “umanità” è una parola spaventosa.

Grazie Ianez del tempo dedicato. A te la libertà di chiudere l’intervista a tuo piacere!
Siamo dei romantici, dei sognatori che vorrebbero un mondo diverso, un mondo dove la dignità umana venga messa al primo posto. Invito tutti a seguirci sui social e ad ascoltare la nostra musica che è disponibile sugli store digitali. Grazie ancora per questa bella intervista.

 Testo di “Ghiaccio” – Ianez

Guardo attraverso il tuo corpo stanco
ruvido dentro, spigoloso, sciatto,
oltre i tuoi occhi ho visto il mio ritratto
sopravvive a tutto, al dolore, al ghiaccio.
Ma l’anima fa un casino urbano
che penetra nel sangue per germogliare piano
la crepa nel tuo palmo, circuito articolato,
chi pagherà il riscatto per chi non ha mai pagato ?
Districo rabbia e paura acini d’acido in gola
stringimi ancora una volta fammi contare le ossa
alla deriva di un deserto da lasciare immacolato
il nome, l’attitudine, quello che mi hai dato.

E pioveranno sassi un vento nucleare
un’onda di rancore da considerare…
e adesso che fanculo a tutti voi, ora parlate piano?
non vi perdonerò scrivendo che qualcuno
a volte ti ha pensato
a volte ti ha pensato.

Guardi attraverso il mio corpo sciatto, ruvido dentro
spigoloso, stanco.
Oltre i miei occhi hai visto il tuo ritratto
come la speranza sopravvive al ghiaccio.
Ma l’anima fa un casino urbano
che penetra nel sangue per germogliare piano
la crepa nel mio palmo, circuito articolato,
neanche l’abitudine mi aveva abituato…

E pioveranno sassi un vento nucleare
un’onda di rancore da considerare…
e adesso che fanculo a tutti voi, ora parlate piano?
non vi perdonerò scrivendo che qualcuno
a volte ti ha pensato.
a volte ti ha pensato.

Passi attraverso i miei ricordi, quelli che ho dimenticato,
senti il battito, l’angoscia, di un cuore disperato,
chi muore cento giorni chi in un giorno fortunato
chi per il desiderio di essere desiderato

E pioveranno sassi un vento nucleare
un’onda di rancore da considerare…
e adesso che fanculo a tutti voi, ora parlate piano?
non vi perdonerò scrivendo che qualcuno…
a volte ti ha pensato

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