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GREGOR FERRETTI – Intervista al cantante durante La Divisione Aritmetica Tour 

GREGOR FERRETTI – Intervista al cantante durante La Divisione Aritmetica Tour 

Il poeta, cantautore e sceneggiatore ravennate Gregor Ferretti ha fatto tappa il 28 agosto nella sua Ravenna dove ha avuto l’onere di aprire la Festa dell’Unità. Gregor ha portato nella sua città natale il mondo magico e fantasioso de “La Divisione Aritmetica Tour”. Un tour partito a novembre 2014 e che ha attraversato l’Italia collezionando sold out, ma per questa data, a lui molto cara, aveva promesso novità e sorprese pienamente mantenute.

Gregor Ferretti ha messo in scena uno spettacolo magico fatto di bolle di sapone, gabbie, proiezioni, luci lampeggianti, giocolieri e mangiafuoco, un viaggio in un mondo ispirato al circo, a Federico Fellini, alla tradizione popolare che stimola lo spettatore attraverso la canzone, la poesia e le immagini.  “La Divisione Aritmetica tour” è uno spettacolo che lo stesso Gregor ci descrive  come “un percorso tra poesia e canzone, un contenitore di denuncia sociale. Il tendone del circo è un tendone metaforico che denuncia l’allontanamento delle persone diventate figure grottesche, animali del circo, ma è anche un mondo fatto di speranza, la speranza che le cose possano migliorare”. Uno spettacolo da non perdere che vale veramente la pena vedere. Sul palco insieme a Gregor Ferretti erano presenti Leonardo Rivola al pianoforte, chitarra e programmazioni, Massimo Selvi al basso e Tommy Graziani alla batteria.

Nonostante i preparativi per la serata e l’emozione di essere con il suo tour nella sua città, Gregor Ferretti, prima del concerto ha trovato il tempo ed è stato felice di rispondere alle nostre domande per i lettori di Tutto Rock.
Hai iniziato a scrivere giovanissimo, poco più che adolescente, la tua prima raccolta di poesie “La torre e il Sogno” risale al 1998. Quando hai sentito che nasceva in te questa vena artistica?
Questa sera ci sarà una sorpresa per gli amici, ci sarà un monologo nel buio dell’arena che parlerà proprio di questo. Dirà che ha dieci anni ho iniziato a scrivere. Le parole e le immagini sono arrivate contemporaneamente, non c’è un motivo, probabilmente è soltanto un modo di essere. Da allora le parole insieme alle immagini non mi hanno più abbandonato, mi sono sempre venute in soccorso in ogni momento difficile della mia vita e mi hanno sempre salvato. Quando iniziai a scrivere poesie mio padre non la prese molto bene, il giorno che andai da lui e gli dissi: “Babbo, io ho scritto una poesia” e lui da romagnolo mi rispose: “A ma racmend, t’a ne dega con incion che a sen arvinè” (Mi raccomando, non dirlo con nessuno che siamo rovinati). Mio padre era comunista, cacciatore ed interista, quindi ha tutti i vizi di questo mondo e si vergognava abbastanza che suo figlio scrivesse poesie. Ora ripensarci mi fa ridere. Adesso mio papà comincia a crederci, l’ho sentito dire orgoglioso: “Mi fiol l’è un poeta, l’è un artesta” (Mio figlio è un poeta, un artista), prima si vergognava e stasera lo faccio vergognare io nell’arena. Mio padre mi voleva portuale, mi voleva felice, adesso ha capito che la mia felicità è questa, quindi mi vuole così come sono. Ho un grandissimo padre a una grandissima madre. Questa mia prima raccolta di poesie “La Torre e il Sogno” sono state portate, senza che io lo sapessi, al Corriere della Sera e pubblicate. Quando mi dissero che avevano letto le mie poesie sul Corriere della Sera ne rimasi molto sorpreso.

Il tuo incontro con Giulio Rapetti,  in arte Mogol, è stata fondamentale nella fase in cui ti sei interessato al linguaggio attraverso la canzone e successivamente quando hai iniziato a comporre musica e a cantare. Come è avvenuto questo incontro?
Io sono cresciuto con un grandissimo motto che ripeto sempre: “ognuno di noi è ciò che mangia e ciò che respira e chiaramente anche quello che ascolta”. Ho avuto la fortuna di incontrare Giulio, che è stato il mio insegnante diretto, semplicemente attraverso una borsa di studio vinta al CET di Mogol, l’ho conosciuto in quella circostanza. In quel momento io scrivevo solo poesia e avevo appena pubblicato adolescente “La Torre e il Sogno”. Successivamente è arrivata la canzone insieme alla poesia. Ho imparato a vivere a prendersi per mano.

La canzone e il videoclip di “Portuale”, in cui denunci il problema purtroppo ancora molto attuale delle morti bianche, tra il 2008-2009 ha avuto un grande successo, ed oltre a farti vincere parecchi premi, ti ha fatto conoscere al grande pubblico. Cosa ti ha fatto provare la consapevolezza che questo messaggio è arrivato a così tante persone?
Io ho scritto questa canzone, come mi aveva insegnato Fabrizio De André, cercando di raccontare la verità degli ultimi, volevo semplicemente raccontare una storia che avevo vissuto in prima persona. Luca Vertullo aveva poco più di vent’anni, era il suo primo giorno di lavoro, la sua prima ora e mezza di lavoro. Io ero sulla nave con lui e lui se ne andato. Ho scritto dentro “quella pancia di balena poco allegra che si arena nel porto”, l’ho vomitata sul foglio per denunciare le condizioni degli uomini senza volto. Quando mi sono tolto i guanti, sembra una fantasia, ma le mani erano azzurre, celesti nel buio della nave con solo quella luce lampeggiante. Ed è proprio con quella luce lampeggiante, che porto anche sul palco e non mi abbandona mai, che ho scritto questa canzone. Sapere che è arrivata al grande pubblico per me è un dolce con il gusto amaro, come un creme caramel meraviglioso che lo cuoci troppo, buono buono, ma quando arrivi in fondo ti rimane l’amaro. E’ una storia vera, la penna l’ho bagnata proprio lì, in quella storia di sangue.  L’ho scritta con la speranza di poter fare qualcosa nel mio piccolo e sono orgoglioso che i portuali abbiano messo gli striscioni in tutti i porti italiani.  

Nel 2012 ha partecipato ad Area Sanremo proprio con la canzone “La Divisione Aritmetica” che da il nome al tuo tour e sei stato selezionato tra i 40 finalisti dell’Accademia di Sanremo Giovani. Come è stata questa esperienza?

Molto bella perché ho incontrato in quell’occasione “Premiata Forneria Marconi” che ha creduto in me. Grazie all’incontro con PFM ho conosciuto il Maestro Luciano Titi mio produttore artistico ed esecutivo  che in passato ha lavorato con Capossela (Canzoni a manovella, Il ballo di San Vito) e Franco Califano. E’ stata una bella esperienza ho incontrato delle persone incredibili, mi sono messo alla prova. Io credo sia fondamentale mettersi alla prova e capire se si sta facendo la cosa giusta o sbagliata. L’album “La Divisione Aritmetica” è un album che contiene nove storie vere, storie che ho vissuto veramente, che mi sono scivolate sulla pelle. E’ un grande contenitore di storie vere che vuole avvicinare al teatro  e alla canzone pop, la canzone d’autore senza prendersi troppo sul serio.  

Oltre ad essere un cantautore,  hai anche una grande vena poetica che ti ha fatto includere, nel marzo dello scorso anno, nell’antologia “I Volti delle Parole”. Che effetto fa essere incluso insieme ad esponenti della poesia italiana quali Tonino Guerra, Ennio Cavalli, Mariangela Gualtieri, solo per citarne alcuni?
Sono orgogliosissimo! Il giorno che mi hanno chiamato, mi hanno detto: “Lei è il Ferretti, il poeta Ferretti. Noi volevamo includerla nell’antologia, sarà insieme a Guerra, Cavalli, Gualtieri, …”.  Io risposi: “Guardi, ma è proprio sicuro che vuole me?!”. Scherzi a parte, è un grande orgoglio essere inserito insieme ai grandi nomi della poesia italiana. Io scrivo sempre tutto quello che faccio.

L’anno scorso hai pubblicato la tua seconda raccolta poetica “Alfabeto della Terra e altri Canti”. Parlaci un po’ di questo tuo ultimo lavoro.
Prima di questo, nel 2010, ho pubblicato “Conflitti postumi” Moby Dick editore, la mia primissima raccolta con prefazione di Giuseppe Bellosi. Dieci anni di percorso che si trasformano partendo dalla poesia e arrivando alla canzone, poesie come canzoni e canzoni vere e proprie come alcuni testi di questa sera. Successivamente e nata la mia seconda raccolta “Alfabeto della Terra e altri Canti” con prefazione di Alfredo Rapetti Mogol, in arte Cheope, grandissimo autore di Laura Pausini, Raf e atri, che ha speso parole incredibili per me.  Questo spettacolo “La Divisione Aritmetica tour” è il frutto dell’album di esordio ma anche di questa mia seconda raccolta “Alfabeto della Terra e altri Canti. E’ un percorso tra poesia e canzone, un contenitore di denuncia sociale. Il tendone del circo è un tendone metaforico che denuncia l’allontanamento delle persone diventate figure grottesche, animali del circo. Quel libro insieme a questo disco sono questo spettacolo e  mi assomiglia. Sono un po’ pazzo, porto in giro con me un elefante blu “Olindo”.

Stasera hai portato il mondo strambo e fantasioso de “La Divisone aritmetica tour” nella tua città natale e hai promesso novità e sorprese. Ci vuoi anticipare qualcosa?
Il mondo strambo e fantasioso de “La Divisione Aritmetica” è un mondo fatto di speranza, la speranza che le cose possano migliorare. Un mondo ispirato al circo, al mondo magico di Fellini, alla tradizione, all’arte popolare, il mondo da cui provengo. E’ un mondo fatto di poesia, di canzoni e di immagini. Stasera oltre al monologo iniziale ci saranno anche giocolieri e mangiafuoco. Siamo stati a Roma, Milano, abbiamo avuto anche dei duetti importanti. Vi aspettiamo, veniteci a trovare! Grazie di cuore a tutti non mi aspettavo che le persone mi volessero così bene e un grazie agli amici di “Tutto Rock”. Fratelli Rock!

LOREDANA LANZONI
Pics by ANDREA BRUSA
@ Festa dell’Unità di Ravenna 28-8-2015

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La recensione di “La divisione aritmetica” su Tuttorock
Concerto con Omar Pedrini su Tuttorock