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GIULIA CRESCENTINI – Intervista alla cantautrice romana

GIULIA CRESCENTINI – Intervista alla cantautrice romana

In occasione dell’uscita del singolo di debutto “Il freddo è uno stato mentale”, prodotto da Peppe Levanto e pubblicato dall’etichetta Gate 19, ho avuto il piacere di intervistare la cantautrice romana Giulia Crescentini. Giulia sin da piccola mostra amore e curiosità per la musica. Inizia a studiare canto all’età di dodici anni, appassionandosi a diversi generi musicali e tenendo nascosti testi e melodie per anni. Nel 2010 l’incontro con il produttore Peppe Levanto e con la label Gate 19 le permettono di modellare la sua personalità artistica e affinare la sua identità vocale. Giulia si inserisce a pieno diritto nella scena cantautorale romana, anche partecipando nel 2019 a Indie Estate, uno dei festival più frequentati dell’estate capitolina.

Ciao Giulia, benvenuta su Tuttorock, come stai?

Ciao Marco, sto bene, grazie, e sono contenta di parlare un po’ con te.

Parlami un po’ di questo tuo singolo “Il freddo è uno stato mentale”, uscito lo scorso venerdì 19 febbraio, che riscontri stai avendo?

“Il freddo è uno stato mentale” è stato un piccolo azzardo per presentarmi. All’inizio non ero certa che fosse il brano giusto. Ma ascoltandolo ripetutamente mi sono convinta che potesse rappresentarmi nel modo migliore possibile. Sta andando bene. Molte persone che lo hanno ascoltato il giorno dell’uscita mi hanno contattato su Instagram per mandarmi degli audio cantando il ritornello, come se la conoscessero da anni. E questa per me è la soddisfazione più grande: sapere che ho fatto capolino nel cuore di qualcuno.

Quando hai scritto il brano e da cosa è stato ispirato?

Questo in realtà è l’ultimo brano in ordine cronologico che ho scritto. È nato mentre stavamo tutti in lockdown, tra marzo e aprile dell’anno scorso, mentre giocherellavo al piano con due o tre note che suonavo in loop. È stato ispirato dalle mie sensazioni ed emozioni, soprattutto da quelle che provavo qualche anno fa. Un fortissimo desiderio di fermare “un mondo” che non mi ascoltava mai. Vedevo come unica soluzione si, la crescita e l’evoluzione, ma con la certezza che nessuno potesse mai veramente avvicinarsi a me a livello profondo.

Quanto ha influito il lavoro del produttore Peppe Levanto sul suono finale del singolo?

Il lavoro di Peppe è stato potente, delicato e preziosissimo nonché fondamentale per la resa sonora di questo brano. Inizialmente “Il freddo è uno stato mentale” era molto più rigido e pesante, come le parole che si portava dietro. Peppe ha capito che serviva sporcare il brano e alleggerirlo.

Nel ritornello dici: “Fermate il mondo voglio scendere”, questa pandemia non sembra essere servita a rallentare i ritmi frenetici della vita contemporanea, tu cosa ne pensi?

Purtroppo no. Per poco tempo, all’inizio di questa pandemia, c’è stato un congelamento di massa, pieno di confusione e paura. Ma è durato poco. Siamo tornati a correre, forse più di prima, per recuperare il tempo “perduto” ma anche perché siamo molto più affamati di attimi vissuti per non pensare che non ci ricorderemo neanche fra qualche tempo.

È il tuo esordio discografico ma tu canti da tempo, come mai hai atteso tanto per pubblicare la tua musica?

È vero. Canto da sempre, ma non riuscivo a trovare il coraggio di farlo davanti a qualcuno. Come se la mia voce non fosse degna di essere ascoltata. Quindi ho studiato, mi sono laureata, ho continuato studiare e, quasi di nascosto, cantavo solo per me. Credo che ogni cosa abbia un suo tempo e che si presenti al momento giusto quando siamo pronti. Per me questo momento è adesso, visto che mi sento molto più forte e consapevole rispetto al passato.

Quali sono stati gli artisti che più ti hanno influenzata e qual è la tua formazione musicale?

Motta, Brunori SAS, La rappresentante di lista… Artisti con una scrittura riconoscibilissima, vibrante e onesta. Ci sono dei brani di questi musicisti che funzionano proprio come se mi stessi guardando allo specchio.

Ma Lucio Dalla, David Bowie, i Beatles, Lauryn Hill, Ella Fitzgerald, il soul, gli standard jazz mi hanno cullato per una vita intera. La mia formazione musicale è influenzata da tutti questi artisti meravigliosi e da questi generi.

Il tuo sogno musicale più grande?

Sogno di fare tour e andare di città in città a raccontare una storia con le mie canzoni, una storia in cui altri si possono riconoscere.

Ora che progetti hai in mente? Pubblicherai altri singoli o stai pensando ad un album?

Adesso mi piacerebbe avere la possibilità, compatibilmente con questa terribile e angosciante pandemia, di suonare in giro “Il freddo è uno stato mentale”. C’è un disco, che è pronto per essere ascoltato. In realtà non vedo l’ora di farvelo sentire! Ma credo che, soprattutto in questo periodo, sia necessario “andare piano” e vedere giorno per giorno cosa succede.

Grazie mille per il tuo tempo, vuoi aggiungere qualcosa?

Grazie mille a te Marco e un saluto ai lettori di Tuttorock!

MARCO PRITONI