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“Giovani, inseguite i veri sentimenti!” – Intervista a James Senese

“Giovani, inseguite i veri sentimenti!” – Intervista a James Senese

Sabato sarete al Gaeta Jazz Festival, ti chiedo allora cos’è per te il jazz. E quanto è diversa la concezione americana da quella europea?

Noi siamo uno dei pochi gruppi che si rifà alla tradizione americana, alla musica dei neri d’america. Quando andiamo a suonare in America ci prendono per americani. E questo ovviamente anche per una questione naturale essendo io figlio di un americano. Ho sentito sempre questo fascino verso quella cultura, verso le radici africane. Quella è la vera musica per me. Poi senza dubbio noi ci abbiamo messo anche le influenze mediterranee. Sempre per una questione naturale.

Proprio a tal proposito c’è da dire che tu ti sei creato un linguaggio
personalissimo. Che consiglio ti senti di dare ai giovani musicisti che vorrebbero fare altrettanto, ma che non sanno come fare o semplicemente hanno timore di farlo vedendo come va il mercato?

Devono guardare la tradizione, come abbiamo fatto noi. Certo noi ora siamo la “tradizione-moderna” possiamo dire così, ma anche noi abbiamo attinto dai miti del passato. Basti pensare alla storia della grande musica americana che non ha guardato verso l’europa, ma ha riscoperto le sue radici. Hanno raccontato la loro storia. E poi ovviamente i giovani devono rincorrere i sentimenti, quelli veri.

Siamo partiti parlando di “Aspettanno ’o tiempo”, celebrazione della tua carriera. Più di 50 anni sui palchi e ai tuoi concerti ci sono tantissimi giovani, un pubblico veramente trasversale. Che effetto ti fa sapere che la tua musica continua a vivere e continuerà a farlo per tantissimo tempo?

Questa è una gioia immensa. Significa che io dopo 50 anni sono ancora qui ad essere presente con il mio sentimento. Tutto ciò è la mia fortuna perché mi permette di andare avanti su questa strada, è uno splendido riconoscimento.

Grazie James, è sempre un piacere, ci vediamo ai tuoi concerti!

Va benissimo, grazie a te, ciao!


Intervista a cura di Francesco Vaccaro