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GIORGIO MANNUCCI – Intervista al cantautore livornese

GIORGIO MANNUCCI – Intervista al cantautore livornese

In occasione dell’uscita del nuovo singolo “Nelle tue scarpe” (Blackcandy Produzioni), ho avuto il piacere di fare una chiacchierata con Giorgio Mannucci.

Giorgio, cantautore livornese, ha all’attivo cinque album con band come Sinfonico Honolulu e Mandrake.

Ha collaborato con l’artista americana Lisa Papineau (Air; Jun Miyake). Vince nel 2016 il Rock Contest con la migliore canzone in italiano “Clinomania”.

“Acquario” (2017, ManitaDischi/Santeria Records) è il suo primo disco solista prodotto insieme ad Ale Bavo (Subsonica, Mina). Lo porta in giro per lo stivale aprendo i live di artisti del calibro di Diodato e Gazzelle.

È tra i vincitori del concorso “Mai in Silenzio – musica contro la violenza di genere” indetto da Controradio Firenze e Regione Toscana con in giuria Brunori Sas e Irene Grandi.

Nel 2020 esce il singolo “Ogni notte scoperta”, una struggente ballata nata durante il lockdown.

Dall’estate 2021 crea “Musiche per film che non esistono” (Blackcandy Produzioni), una serie di cui cura musiche e video. Da alcuni episodi di questa serie vengono estratti gli audio che vanno a comporre il micro-album omonimo uscito nel Marzo 2022.

A Novembre 2022 uscirà il suo secondo disco solista “Scoprire” (Blackcandy Produzioni), prodotto dallo stesso Mannucci, con la collaborazione di Tommaso Bandecchi, Lorenzo Buzzigoli e Ale Bavo.

Ciao Giorgio, benvenuto su Tuttorock, parliamo di questo tuo nuovo singolo, “Nelle tue scarpe”, un brano nato come e quando?

Ciao Marco e ciao a tutti i lettori di Tuttorock.

“Nelle tue scarpe” nasce pochi giorni dopo l’alluvione che colpì la mia città Livorno nel Settembre 2017. L’evento fu terribile, fece 8 morti e danni ingenti alle abitazioni.

Nei giorni seguenti una vastità infinita di individui scelse di scendere dalle proprie case, armati di pale e stivali (che sono poi le “scarpe” che cito) dettero una mano a chi era stato più sfortunato.

Io, come molti altri livornesi e non solo, ero tra quelli. Un giorno saremmo stati almeno un centinaio in un cortile di un condominio di Ardenza (uno dei quartieri più colpiti) a farci un bel mazzo.

Ho sentito l’urgenza e il bisogno di parlare di questo forte senso di comunità che si era creato, perché questo istinto naturale di solidarietà e soprattutto di unione, possa esistere anche al di là di eventi tragici.

Che riscontri stai avendo?

Credo stia andando molto bene. Come avrai capito non si tratta di una vera e propria hit. Affronta un tema delicato e purtroppo molto attuale, vedi i disastri nelle Marche. È un brano da approfondire. Da digerire. Da ascoltare forse anche più volte.

Il disegno in copertina da chi è stato realizzato?

Aimone Marziali, un illustratore bravissimo umbro, che ha già lavorato per il videoclip di Alessandro Fiori “Mi sono perso nel bosco”. Quando gli ho proposto la cosa, ha subito accettato ed io ero al settimo cielo.

Ci sarà un video?

Ci sono degli short clip realizzati da Aimone Marziali che girano sui miei vari social.

Tra qualche giorno uscirà un video live fatto in un bar della mia città. Un esperimento estemporaneo.

Quando e com’è avvenuto il tuo avvicinamento alla musica?

Le cose si sono fatte serie alle superiori quando insieme ai miei compagni di scuola (tra cui il Maestro Pellegrini, chitarrista degli Zen Circus) formammo i Walrus. Con questa band ho iniziato a sudare letteralmente sui palchi di mezza Italia, fatto chilometri, inciso i miei primi album. Lì ho davvero scoperto il mio bisogno di suonare, cantare e scrivere.  Una volta sciolti i Walrus ho dato vita ai Mandrake, con i quali siamo pure andati suonare all’estero. Poi i Sinfonico Honolulu, una pazza orchestra di ukulele con cui ho girato tantissime piazze italiane.

Hai fatto parte di alcuni gruppi poi hai intrapreso una carriera solista, riusciresti, ora come ora, a rivederti all’interno di una band?

Non mi dispiacerebbe affatto. Mi piacerebbe molto ritrovarmi in uno studio insieme a musicisti che stimo e iniziare magari ad improvvisare.

Sai, sono cresciuto in numerose band in un periodo in cui tutti i componenti non avevano famiglia, facevano lavori saltuari, alcuni andavano all’università… insomma, c’era il tempo per passare 3 sere a settimana dentro un fondo a inventare musica, bere birra e magari fumare qualche spinello.

In autunno uscirà il tuo secondo album solista, “Scoprire”, pubblicherai altri singoli prima di quella data?

Ci stiamo pensando. Se non usciranno prima, ci sarà qualcosa sicuramente dopo.

Ti faccio una domanda secca, quali sono i cinque dischi dai quali non ti potresti mai separare?

ILLINOIS – Sufjan Stevens

POESIA E CIVILTÀ – Giovanni Truppi

DALLA – Lucio Dalla

IS THIS IT – The Strokes

WHITE ALBUM – The Beatles

Stai già pianificando un tour?

Sì, ci stiamo lavorando. Esordirò nella mia città, Livorno, al The Cage Club intorno al periodo natalizio insieme a dei musicisti che spero saranno gli stessi del tour. Da lì, nel 2023, spero arriveranno numerose date. Dipende un po’ da come andrà il disco.

Grazie mille per il tuo tempo, vuoi aggiungere qualcosa per chiudere l’intervista?

Se vi è piaciuta “Nelle tue scarpe” invito tutti a farsi un giro sulle varie piattaforme digitali e scoprire i miei lavori passati, come “Acquario” (il mio primo disco solista prodotto insieme ad Ale Bavo) o “Musiche per film che non esistono” (un micro-album di colonne sonore che ho realizzato per dei video da me filmati e che trovate sui miei vari social).

Spero di risentirvi a novembre.

Un abbraccio grande Marco e grazie per il tempo concessomi.

MARCO PRITONI