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FRANCESCO MARRAS – Intervista al nuovo chitarrista dei Tygers Of Pan Tang

FRANCESCO MARRAS – Intervista al nuovo chitarrista dei Tygers Of Pan Tang

Francesco Marras è un chitarrista sardo con circa 20 anni di esperienze alle spalle. Ha creato gli Screaming Shadows, ha all’attivo due album strumentali a suo nome e ha avuto collaborazioni con altre realtà nazionali ed internazionali. Da due anni è il chitarrista dei Tygers Of Pan tamg, storica heavy  metal band inglese. E’ da poco uscito il suo nuovo album da solista “It’s Me” (leggi qui la recensione), cantato stavolta dallo stesso chitarrista. In questa intervista ripercorriamo insieme la sua carriera, di seguito l’intervista.

 

Ciao Francesco e benvenuto su Tuttorock. Torniamo indietro nel tempo, come nasce il tuo amore per la chitarra, per la musica e per il rock?
Un caro saluto e te Fabio e a tutti i lettori di Tuttorock.  Ho iniziato ad appassionarmi alla musica da bambino, grazie a mio fratello grande e ai suoi amici, il primo disco che ho ascoltato “passivamente” è stato “Piece Of Mind” degli Iron Maiden, mentre poco dopo ho avuto la mia prima cassetta del primo disco degli Iron Maiden, che ho divorato. Da li ho voluto sempre di più, Videomusic ha aiutato parecchio, ricordo che avevo registrato in videocassetta dalla televisione il Monsters of Rock del ’92 a Reggio Emilia e molti altri concerti metal che avevano trasmesso in quella breve gemma della televisione italiana. Ho iniziato a suonare la chitarra a 11 anni e ho comprato (con i soldi dei miei risparmi a 200 mila lire) la mia prima chitarra elettrica usata, da un amico di mio fratello. Da lì le prime band con gli amici, fino a sentire il bisogno di crearne una metal tutta mia, cosa che sono riuscito a fare intorno al ’98, con quella band che poi è diventata gli Screaming Shadows. Ho studiato chitarra elettrica in privato da diversi maestri della mia città (Sassari) e chitarra classica al Conservatorio di Musica fino al 7° anno del corso, abbandonando e senza diplomarmi.

Prima di parlare del tuo album vorrei rimanere a qualche anno fa quando hai formato gli Screaming Shadows. La band è ancora in attività?
Si certo, è ancora attiva. Ho sempre ascoltato e amato diversi generi musicali, nei miei dischi solisti strumentali ho esplorato tanti generi diversi, ma quando scrivo heavy metal di solito il materiale scritto va a finire agli Screaming Shadows. Giusto nel 2021 abbiamo pubblicato, per l’etichetta From The Vaults,  un nuovo disco (a 10 anni di distanza dal precedente) intitolato “Legacy Of Stone”, disponibile dal sito della band www.screamingshadows.com.

Poi tanta carne sul fuoco, la collaborazione con Mariangela Demurtas, con Alessandro Del Vecchio, con i Verde Lauro, con i Black Demons. Esperienze che continueranno?
Sono sempre aperto a nuove collaborazioni e nuovi progetti, la mia creatività ha bisogno di nuovi stimoli, quindi non escludo che possano continuare. I lavori che ho fatto con i miei progetti paralleli Black Demons e Stone Circles erano orientati all’hard rock, erano l’embrione e l’inizio del percorso che ha portato ad “It’s Me!”, il mio nuovo disco solista cantato.

Qualche aneddoto da raccontare?
Mi piacerebbe poter raccontare qualche storia divertente della serie “Sesso, droga e Rock’n’Roll” ahahahah ma purtroppo niente… Posso dire che a Maggio ho fatto il mio primo concerto con i Tygers Of Pan Tang a Madrid, in un festival in cui eravamo Headliner, ed è stata la prima volta in cui ho incontrato gli Inglesi della band (Craig, Huw e Robb). Per via del covid/lockdown non ho mai avuto modo di incontrarli prima, considerando che ad ottobre faccio 2 anni nella band, ho passato circa un anno e mezzo senza vedere di persona i miei nuovi compagni di band…

Dopo “Black Sheep” e “Time Flies”, due album strumentali, è appena uscito “It’s Me”, stavolta cantato. Perché questa scelta e questo cambiamento?
Ho sempre amato cantare e scrivere le linee vocali delle mie canzoni, negli ultimi anni ho iniziato a cantare più spesso, soprattutto in Germania (dove ho vissuto gli ultimi 2 anni e mezzo), e ho ricevuto sempre un feedback molto positivo, che mi ha spronato a propormi come cantante. Come ti dicevo, avevo già iniziato a scrivere musica Hard Rock anni prima, quindi la differenza di genere non è una cosa del tutto nuova.

E’ un album di hard rock, moot9 Deep Purple, era nelle tue intenzioni?
Si certo, altrimenti non avrei chiesto al mio amico Marco “Lord” Cossu di registrare le parti di Hammond! Qualsiasi cosa suonata da lui ha una forte impronta 70s. Ad ogni modo, nell’arrangiamento dei brani sento sempre (soprattutto nel metal)  la necessità di svolgere il lavoro di 2 chitarristi, in modo da essere in linea con la musica con cui sono cresciuto (band come Iron Maiden e Judas Priest) mentre su “It’s me!” volevo limitare le parti di chitarra, in previsione di poter suonare il disco dal vivo senza dovermi rivolgere ad un secondo chitarrista, quindi ho scelto di avere l’hammond per riempire il sound e dialogare con la mia chitarra.

Qui sei anche cantante, come ti trovi in questo doppio ruolo?
Mi sento bene, a mio agio, dopo tanti anni, quando ascolto la mia voce, mi piace. Prima non succedeva invece ahahahah Adesso quando porterò il disco dal vivo non sarà facile unire le due figure.

Possiamo dire che “It’s Me” è un album autobiografico, almeno nella musica?
Non saprei. Quando scrivo i testi parlo sempre di cose che ho vissuto in prima persona oppure racconto il mio punto di vista, in qualche modo parlo sempre di me. Nel nuovo disco ci sono canzoni come “In The Name Of Rock’n’Roll” in cui parlo della mia esperienza in Germania, il mio viaggio, la mia decisione, i sacrifici fatti. Il titolo del disco inoltre sta a significare che questo disco mi rappresenta al 100%, in questo momento del mio percorso come musicista e come essere umano. Malgrado tutto questo, non saprei se definirlo un album autobiografico…

 Il significato dei testi?
Cerco sempre di scrivere qualcosa di positivo, motivante e che in qualche modo rispecchi le mie esperienze, è questo il messaggio che voglio che arrivi. “Money Talks” parla di tante “differenti immagini”, tutte insieme, parla dei giovani di oggi che vivono per apparire belli, ricchi e cercare di essere famosi. Non è colpa loro, è che (soprattutto in Italia) viviamo con il giudizio dell’aspetto estetico, dell’essere vestiti in una certa maniera, ecc. e i punti di riferimento per loro sono tronisti e showgirls. La vita dovrebbe avere un senso ed è molto preziosa e fragile, tutto può cambiare in poco tempo, ma se hai le capacità, conoscenze e determinazione, ti potrai sempre rialzare. Il messaggio di “Take My Hand” è che io penso che tutti possano fare qualsiasi cosa nella vita, con l’impegno, e che a volte alcuni obbiettivi ci sembrano irraggiungibili in realtà basta solo dare tempo al tempo e si possono raggiungere. Alcune condizioni (come l’adolescenza) sono solo momentanee, solo che in quel momento ci sembrano la cosa più importante del mondo. Le persone possono essere libere di scegliere come vivere la vita e prendere le proprie decisioni in libertà. “You Set My Heart On Fire” invece, come “The Thrill Of The Hunt”, è solo un testo Hard rock che parla di relazioni sentimentali. “We  Take The Blue Away” parla dei problemi di quella che secondo me è la mia generazione, ci sentiamo un pò fuori luogo, a disagio, non proprio nel posto giusto, ed è un invito a lasciar andare la nostalgia… “Lady Of Ice”, in qualche modo parla di come chi ha conosciuto un’altra persona in una relazione passata, tanti anni prima, rimanga con l’idea che si è fatta di quella persona (through the memories, you know the man i was/attraverso i ricordi, conosci la persona che ero), mentre le persone si evolvono e crescono, si separano, allontanano… e quindi oggi non sono l’uomo che ero, Im not the man I was. “Do You Hear Me Now” parla di nuovo del disagio, in mezzo alle altre persone, nei luoghi pubblici, nelle conversazioni, ecc… e del fatto che a nessuno interessa veramente ascoltare parlare qualcun’altro, meglio conversazioni superficiali.. ed inoltre del fatto che sembra che nessuno mi ascolti, come dal titolo.. “Embrace The Silence” invita a staccarsi un attimo dalla frenesia della vita e dalla tecnologia, per passare un attimo in silenzio e ricercare se stessi. “Closer To The Edge “parla di come ci si può sentire alla fine di una relazione in crisi e di come a volte, l’unica persona che può salvarci dal precipizio siamo noi stessi, nessun’altro.

Da un po’ sei il chitarrista dei Tygers Of Pan Tang, una band storica dell’heavy metal anche se meno conosciuti e per me con i primi album hanno scritto splendide pagine heavy. Come è nata questa collaborazione?
In passato ho lavorato come turnista con artisti famosi, come Terry Brock (Strangeways), Toby Hitchcock (Pride Of Lions), Bonfire, ecc. ma con i Tygers Of Pan Tang non è una collaborazione, sono un vero membro della band! Per me è stato un grande onore entrare in questa band cult della NWOBHM, band che ascolto da sempre. E’ successo che il mio caro amico chitarrista Frank Pané mi ha scritto dicendomi che i Tygers O Pan Tang stavano cercando un nuovo chitarrista e che sarei stato perfetto per la band. Ho mandato un paio di video in cui suonavo dei loro brani, il mio curriculum, un po’ di video del mio disco solista “Time Flies” e poi ci siamo sentiti per telefono con Iacopo Meille (cantante della band, Italiano come me) e da li è nato il tutto.

Ti sei ritrovato con un alto musicista italiano, il cantante Jacopo Meille, lo conoscevi già personalmente?
Non conoscevo Iacopo di persona, ma è stato il primo della band che ho incontrato e conosciuto, è successo in Germania, mentre lavorava con la band che ha insieme a Frank Pané, i Sainted Sinners.

Ora girerai il mondo con i Tygers Of Pan Tang. Emozioni e esperienze?
Abbiamo ripreso a suonare dal vivo a maggio, dopo 2 anni di covid e lockdown vari. Sto vivendo delle esperienze incredibili, ho suonato in Spagna, Germania, Inghilterra, Olanda, Belgio.. Ad ottobre suoneremo anche in Italia, il 13/14/15 a Roma, Milano, Bologna. Ho incontrato e chiacchierato con Adrian Vandenberg, Uli Jon Roth, ho visto suonare a pochi metri da me Akira Takasaki… Insomma sto conoscendo molti dei miei idoli..

Già li apprezzavi e se hai mai pensato ‘un giorno sarà il chitarrista dei Tygers Of Pan Tang”!!
Non l’avrei mai detto, veramente. Pensavo sarei entrato in qualche band tedesca, perché ho delle ottime conoscenze in Germania, ma mai avrei pensato ai Tygers!

In futuro continuerai a scrivere album strumentali?
Non saprei, non lo escludo. Se sentirò il bisogno di scrivere musica strumentale, si.

Altri progetti futuri?
Stiamo finendo di produrre il nuovo disco dei Tygers, che penso uscirà a marzo/aprile 2023? Non saprei darti una data precisa. Comunque per adesso il più grande obbiettivo è questo, promuovere i miei ultimi lavori, suonare il più possibile dal vivo con i Tygers e, con loro, pubblicare il nuovo disco.

 Chiudi l’intervista come vuoi, un messaggio per ascoltare il tuo nuovo album.
“It’s Me!” è un album che unisce un songwriting fresco ed ispirato, ad una produzione pulita, chiara ma allo stesso tempo potente. E’ stato scritto e prodotto, con le tecniche moderne, ma come gli album di una volta, 10 canzoni ispirate e selezionate, niente riempitivi, per una durata perfetta per il vinile, circa 48 minuti che scivolano con piacere e leggerezza. Il disco sarà distribuito digitalmente su tutte le piattaforme digitali come Spotify, iTunes, Amazon mp3, Deezer, ecc. Mentre il formato CD sarà ordinabile dal mio sito www.francescomarras.com. I video dei primi tre singoli sono già disponibili su YouTube, vi invito a seguirmi sui social, condividere la mia musica e per questo vi ringrazio per il supporto. Long Live Rock’n’Roll!

FABIO LOFFREDO

Band:
Francesco Marras: Voce, chitarra, banjo e drum programming
Marco “Lord” Cossu: Tastiere e organo Hammond
Marco Garrucciu: Cori
Emanuele Martinez: Violino nel brano 10
Bodo Schopf:  Batteria nel brano 2

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Photo Live by Esther Wicahpi