Now Reading
Filippo Bertipaglia – Intervista su “Shout a whisper”

Filippo Bertipaglia – Intervista su “Shout a whisper”

SHOUT A WHISPER“, il nuovo brano del chitarrista e compositore FILIPPO BERTIPAGLIA prodotto da Corrado Rustici.

Ciao Filippo, piacere di conoscerti. Puoi raccontarci come ti sei avvicinato alla chitarra e quali sono stati i tuoi guitar heroes?
Ho avuto la fortuna di avere mio padre che da sempre suona la chitarra a livello amatoriale ed essendo attorniato da musica di qualsiasi tipo dalla mattina alla sera in casa dei miei a un certo punto è sorto spontaneo l’interesse nel poter riprodurre la musica con uno strumento. E quello strumento ce l’avevo proprio lì a mia disposizione. I guitar heroes in realtà sono quelli di tutti, a partire da Jimmy Page, per passare da Gilmour poi volo pindarico con Steve Vai e via seguendo. Un chitarrista in particolare, forse meno importante per l’evoluzione della seicorde ma per me molto significativo è stato John Frusciante. 

Quali sono stati i tuoi primi ascolti e quali artisti e generi ami in particolare?In casa mia si sono ascoltati tantissimi cantautori italiani: Finardi, Concato, Dalla, De Andrè etc. e per forza di cose penso di essere stato influenzato almeno psicologicamente da quel tipo di precisione negli arrangiamenti e nella cura metronomica della performance tipica del turnista italiano. Non dico di essere un session man nel DNA, ma il senso di insofferenza nell’essere fluttuante nel tempo è nel bene e nel male parte di me. Ho ascoltato in generale moltissimo pop e rock, passando per il metal, anche se sono sempre rimasto affascinato dai paesaggi sonori onirici e bucolici. Chiaramente ascolto di tutto ora, ma ciò che davvero mi fa vibrare sono le composizioni crepuscolari e malinconiche, che sia Ravel o certe cose degli Alice in Chains non conta, alcune combinazioni sonore mi stendono sempre, travalicano i generi. 

Quali sono le tue chitarre preferite? Usi accordature o tecniche particolari?
Penso che la elettrica suonata in maniera polifonica sia lo strumento che mi appartiene di più. Ma ormai sono anni che suono quasi esclusivamente con la chitarra acustica per il suo timbro così sincero e originale, a cavallo tra un’elettrica e una classica. Come accordature preferisco rimanere sulla standard tuning anche se in alcuni casi mi piace il drop D. A causa della mia pigrizia nello sperimentare accordature aperte devo “aprire” la mano sinistra il più possibile per raggiungere le estensioni dei voicing dei miei brani. Penso che oltre a qualche tecnica piuttosto inusuale tra i chitarristi sia proprio lo stretching l’aspetto che più mi caratterizza, forse unito alla fascinazione che subisco dagli slides. 

Puoi raccontarci il significato dietro il titolo “Shout a Whisper”? Cosa ti ha ispirato nella creazione?
Il titolo “Shout a Whisper” è molto semplice, un ossimoro che descrive le due sezioni principali della composizione, una metaforicamente “urlata” che si contrappone al “sospiro” della sezione centrale. La parte iniziale è stata sicuramente influenzata da qualche immagine epica o fantasy e dalle relative melodie che accompagnano tali scenari. Poi in realtà ha preso il sopravvento la mia parte malinconica, che sicuramente è preponderante. 

Qual è stata l’ispirazione principale per questa canzone e come si riflette nel video musicale?
Il video musicale in realtà è idea di Mehmet Gurkan, regista di grande spessore di cui ho piena fiducia, oltre a un rapporto di grande amicizia. Il video è essenziale nella scenografia, ma al contempo sono presenti 3 elementi fondamentali della nostra esistenza. La musica, che è parte essenziale di ogni essere umano e ci accompagna in ogni momento intensificando le nostre emozioni e donando continua bellezza al nostro quotidiano; la valigia, che indica il viaggio fisico dell’uomo attraverso le culture e i popoli e i benefici che da esso possiamo trarne, come il rispetto e la fratellanza; infine i libri, simboli del viaggio mentale che portano il lettore a conoscere ed apprendere nuovi concetti e definitivamente ad evolvere e migliorare comprendendo meglio il mondo che lo attornia. 

Come descriveresti il processo creativo dietro la realizzazione del video? Ci sono stati momenti particolarmente significativi durante le riprese?
Ti posso solo dire che ho dormito due ore la sera prima ed ero davvero cotto al momento delle riprese e si può notare chiaramente. Ma alla fine non posso lamentarmi, penso che la versione del video sia migliore anche della studio version. 

Come è nata la collaborazione con Corrado Rustici e come si è sviluppata?
Ho avuto la fortuna di conoscere Corrado tramite un’intervista che gli feci nel lontano 2017 mentre era in Italia per tenere una serie di masterclass. Lui aveva già visionato qualche trascrizione di suoi passaggi chitarristici che io avevo realizzato per accordo.it e ne era rimasto in qualche maniera soddisfatto. Così non ero un intervistatore sconosciuto per lui. Da cosa nasce cosa e lui dopo aver ascoltato una demo mi ha chiesto se mi andasse di essere prodotto da lui. Chiaro che ho accettato con mia somma gioia. Da lì, abbiamo lavorato insieme per poter lavorare al meglio sui brani che li avevo proposto e altre nuove idee, trovando delle strutture più “a fuoco” e a volte dirette, senza perdere la mia personalità chiaramente. Grazie a Corrado si sono aperte tante porte. 

Ci sono stati momenti particolarmente significativi o difficili durante la realizzazione del progetto?
L’unico aspetto ancora difficile per me è l’attesa di vedere l’album prodotto perché è pronto da diverso tempo ormai. Con la mia etichetta RayDada e il distributore Emi/Universal stiamo cercando di trovare le maniere migliori per veicolare il più possibile i singoli che sono sciorinati con attenzione in maniera da montare l’interesse nel publico. 

Il video rappresenta un’evoluzione nel tuo stile artistico? Se sì, in che modo? Se dovessi descrivere questo video in tre parole, quali useresti?
Il video in realtà è stato il primo della serie di singoli che usciranno o che sono già usciti, e per quanto ben fatto è il più semplice e “tradizionale” in termini artistici. Se dovessi descrivere questo video in tre parole direi: “(La) musica viaggia sempre”. 

Il video è stato pubblicato sul tuo canale YouTube. Come pensi che piattaforme come YouTube influenzino la diffusione della tua musica e il coinvolgimento dei fan?
Sono fondamentali, e per l’artista ormai è d’obbligo utilizzarle nella maniera migliore per alimentare l’interesse dei fan. Appena si molla un attimo, se il percorso musicale non è già ben solidificato con tour e album, si rischia di perdere tutto. 

Quali sono state le reazioni iniziali dei tuoi fan al nuovo video? C’è stato qualche feedback che ti ha particolarmente colpito?
Sta piacendo, c’è chi definisce alcune parte una piccola orchestra realizzata su chitarra. Mi fa molto piacere. 

Guardando al futuro, hai in programma ulteriori progetti o collaborazioni che vorresti condividere con noi? Possiamo aspettarci un nuovo album o un tour in supporto a “Shout a Whisper”?
Il tour partirà sicuramente quando uscirà l’album, spero il prima possibile. Per il resto ci stiamo organizzando nella migliore delle maniere per condividere il più possibile questo progetto. 

MAURIZIO DONINI

www.facebook.com/pages/Filippo.Bertipaglia
www.youtube.com/@fippoberti
https://www.instagram.com/filippobertipaglia