Now Reading
ELIANA CARGNELUTTI – Intervista alla blueswoman friulana

ELIANA CARGNELUTTI – Intervista alla blueswoman friulana

“Aur” è il terzo album di Eliana Cargnelutti, chitarrista, cantante e vera blueswoman, un album dove oltre al blues troviamo il soul e l’hard rock. Ho avuto l’occasione di intervistarla e di seguito il resoconto dell’intervista.

Ciao Eliana, benvenuta su Tuttorock! Come stai?
Ciao a tutti, grazie di questo invito, è un piacere per me raccontarvi qualcosa sul mio nuovo album, attendendo tempi migliori per farvelo ascoltare anche dal vivo!

Finalmente un tuo nuovo album “Aur”! Parlami del processo compositivo.
Avevo parecchi testi e poesie messi da parte negli ultimi tempi, è stata una bella faccenda musicarle, dare vita a vari riff di chitarra che mi suonavano in testa, creare melodie e lavorare su groove di batteria che immaginavo da tempo. Penso che le canzoni dove musica e parole nascono assieme, alla fine, risultino sempre le più riuscite. Inutile dire che questo processo è stato per me come una catarsi, molti vedono la pubblicazione di un CD come punto di partenza, per me questa volta è stato invece un punto d’arrivo e di conclusione di un percorso emozionale intenso. Io vivo da sola e quindi il tutto è nato nel salotto di casa mia, in genere ad orari serali o notturni, gran parte in quarantena…fa un po’ male abbandonare questo luogo di ispirazione ora che devo traslocare!

Mi sembra un album meno blues e con più contaminazioni soul e anche di semplice rock, è così?
Sì, è verissimo, per la prima volta si sente meno la musica blues, quella che invece era ben in risalto in ogni mia passata produzione. Ho sempre avuto molte influenze, dal rock, al pop, dal metal al soul, dal funk alla psichedelia, quindi penso sia normale che le mie composizioni siano variegate e ben contaminate. Nonostante tutto, il mood e lo stile del blues, si possono riconoscere in gran parte del CD ed in ogni canzone, un vero ascoltatore, sa cogliere la tradizione afroamericana, che farà assai fatica ad abbandonarmi.

Ma come nasce il tuo amore per il blues?
Avevo 14 anni quando per la prima volta vidi una videocassetta di Stevie Ray Vaughan. Come si suol dire… da quel momento la mia vita è cambiata per sempre! Grazie a quel “Live at El Mocambo” ho scoperto quanto la musica possa essere una compagna ed una compagnia, quanto possa essere un processo di produzione di energia e di liberazione della stessa, quanto possa rappresentare emotivamente e fisicamente un nido sicuro dove rifugiarsi. “La musica è l’unica cosa che non ti tradirà mai…” mi ha detto una volta il mio primissimo prof. di solfeggio. Il blues non è solo una musica popolare, il blues è una modalità di sentire le cose, di vivere le situazioni, di gestire le emozioni, di scavare in profondità e di edificare…e suonare blues, ancora più che ascoltare blues, insegna non solo come stare su un palco, ma come stare al mondo.

Come hai coinvolto Ana Popovic?
Seguo Ana Popovìc da quando avevo 17 anni, per imitare lei ho formato la mia prima band dove cantavo da leader. La seguivo a quasi tutti i suoi concerti italiani, a volte anche prestandole la chitarra, o confrontandomi con lei per avere qualche suo consiglio sullo show business. Conosco bene la sua storia ed il suo percorso, che hanno sempre suscitato in me della sana ammirazione nei suoi confronti e questa stima è sfociata in una richiesta di collaborazione, che sognavo da anni. Inutile dire che Ana è stata disponibile e cortese, davvero gentilissima. In fondo anche lei è una musicista che arriva da territori ben poco famosi nell’ambiente blues, come lo è la sua Serbia, lo è il mio Friuli eheh!

Le differenze tra i tuoi tre album?
Per me sono una trilogia, Eliana dai 20 ai 30 anni. Un percorso “terzinato” che dall’adolescenza gioviale, passa per l’età della giovinezza più consapevole più tormentosa per chiudere il “cerchio delle quinte” con l’arrivo all’età adulta e cosciente, ma non per questo meno letale. Dai primi passi in blues, alla ricerca dei palchi esteri con energia e determinazione, al soddisfacimento musicale ed emotivo personale, mio e del mio pubblico. Ora dopo i 30 cambia un po’ tutto, ed io sono pronta a un nuovo giro di boa.

C’è un brano che porti di più nel cuore e che preferisci suonare dal vivo e perché.
“Miss E.” è stato il mio primo singolo, sempre presente in scaletta e sempre molto richiesto. Lo potete ascoltare e vedere su YouTube, è stato il mio primo videoclip ufficiale. Tonalità di mi, riff convincente, voce energica, linea melodica efficace, ritmica dinamica e suoni accoglienti, tutto pronto per piacere a molti di voi… soprattutto in versione live, quando il pezzo lascia spesso spazio a una jam session tra i musicisti della band.

Hai altri progetti, le Strange Kind Of Women, le Blue Ruin, le Living Dolls, i 3Play. Sono tutti ancora in attività?
Ovviamente sì, dopo la pandemia non vediamo l’ora di tornare tutti sul palco! Le danze inizieranno a fine maggio col concerto acustico dei 3Play live a Grado (GO), seguiranno date europee delle SKOW (Croazia, Germania, Italia…) per poi proseguire anche con le Living Dolls in nord Italia e con le Blue Ruin, con le quali, a maggio 2022, aprirò la tournée europea degli L.A. Guns.

Con le musiciste americane Heather Crosse e Sadie Johnson ci sarà ancora qualche collaborazione?
Con le amiche americane Sadie e Heather abbiamo collaborato per tutto il 2015, suonando sia in Europa che in America, ho dei ricordi bellissimi ed un bell’album del progetto, registrato a Nashville nel 2015 e prodotto dall’etichetta tedesca Ruf Records. Non ci riuniremo in nuovi progetti, ma per loro il mio palco sarà sempre a disposizione!

Altre influenze?
Cito 10 musicisti che adoro, inizio con 5 maschietti: Scott Henderson, Joe Bonamassa, Jeff Beck, Steve Vai e Ritchie Kotzen…. E concludo con 5 splendide donne: Beth Hart, Bonnie Raitt, Grace Potter, Larkin Poe, Susan Tedeschi.

Perché il titolo “Aur” è una copertina che è poco blues?
“Aur”, oro in lingua friulana, è un viaggio che parte dal basso (come si sente dalle prime note gravi di theremin e chitarra con cui inizia l’album) e punta ad arrivare il più in alto possibile, in un cielo dove non esistono più nemmeno le nuvole, poiché sei più in alto anche di loro. Una catarsi ed un’elevazione a uno stadio nuovo della nostra tanto agognata serenità interiore. Il messaggio è di continuare a lavorare sulla propria armonia individuale, sul migliorarsi personalmente; bisogna continuare a ricercare l’oro dentro di sé, per farlo emergere. Si dovrebbe avere l’impegno di curare il proprio oro interiore e dopo questo periodo di pandemia, penso che il desiderio di condivisione delle persone sia sempre maggiore. La mia band sarà volentieri il mezzo di trasporto per nuovi “viaggi” e per far emergere nelle persone l’oro (aur) insito dentro di loro. In copertina c’è il mio viso, senza alcuna espressione, esposto al mondo così per come è, pronto ad essere giudicato, amato o disprezzato… quella sono io, e chiunque guarderà il mio viso, vedrà esattamente ciò che lui stesso vorrà vedere.

Hai altre passioni oltre la musica?
Amo la buona cucina, le Mustang americane, le moto da enduro, adoro viaggiare, passare il poco tempo libero che ho con i miei migliori amici e da buon leone ovviamente amo il mare ed il sole.

Chiudi l’intervista come vuoi, per i tuoi fan e i nostri lettori. Un messaggio per ascoltare la tua musica.
Grazie a tutti e passate sul sito del mio negozio virtuale di BandCamp : https://elianacargnelutti.bandcamp.com, troverete i miei album e tutto il merchandise! Inoltre potete ascoltarmi su Apple music, Spotify, Amazon o YouTube, dove troverete decine di miei video. Potete seguirmi anche sui social, Instagram e Facebook, dove ultimamente sono molto presente, e colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che mi scrivono e mi sostengono, siete il mio ossigeno!

FABIO LOFFREDO

Band:
Eliana Cargnelutti: Voce e chitrarra
Simone Serafini: Basso
Michele Bonivento: Organo Hammond e pianoforte
Carmine Bloisi: Batteria

https://www.elianacargnelutti.com/
https://www.facebook.com/MissElianaCargnelutti/
https://www.instagram.com/eliana_cargnelutti/