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Dritti “Nel Buio”: confessioni degli Origami tra stoner rock e tostapane

Dritti “Nel Buio”: confessioni degli Origami tra stoner rock e tostapane

Con il nuovo singolo “Nel Buio”, la band alternative rock toscana torna a esplorare le pieghe più oscure dell’animo umano, tra fuzz abrasivi, introspezione e l’urgenza dell’underground italiano.

Ciao ragazzi e benvenuti tra le pagine virtuali di Tuttorock! Partiamo dal vostro nome: “Origami”. In Giappone si definisce “mono no aware” 物の哀 la bellezza portata da cose effimere e transitorie. Il processo del piegare e ripiegare la carta, per poi poterla riportare alla posizione iniziale racchiude in sè un atto zen che rappresenta la transizione e il cambiamento ed ha in comune con eventi naturali come un tramonto, la nostalgia dell’attimo fuggente. Vi rispecchiate in questa filosofia?

È una maniera estremamente profonda di vedere il concetto, ad oggi ci limitiamo ad essere contenti dei passi che abbiamo fatto, sicuramente non siamo gli stessi di cinque anni fa. Sapere che ogni passo che facciamo racchiude una transizione è un occasione in più per apprezzare il presente.

Se poteste attribuirvi un origami ciascuno, quale sareste?

Un origami a forma di tostapane. Nessuno sa come si fa, e forse non dovrebbe esistere…proprio come certe nostre canzoni.

“Nel Buio” è il titolo del vostro ultimo singolo. Nell’immaginario collettivo il buio rappresenta l’ignoto e il mistero da cui nascono paure irrazionali come quella dell’uomo nero. L’oscurità viene spesso abbinata al male o al peccato, mentre la luce in contrapposizione, rappresenta il bene che porta chiarezza. Spesso il buio si associa alla depressione, a momenti di crisi o di decadenza. Cosa rappresenta per voi e lo considerate un valido “alleato” o un “nemico” da temere?

Crediamo che ovviamente la paura del buio sia associata alla paura dell’ignoto, durante la vita ognuno si trova a fare i conti con le scelte e le rispettive conseguenze. A volte bisogna immergersi nell’ignoto e perdersi per riuscire a ritrovare la propria bussola.

Avete mai avuto paura del buio, forse da bambini?

Chi non ha mai avuto paura del buio da bambino? Tutt’ora abbiamo paura del buio, cerchiamo soltanto di trasformare quella paura in energia positiva.

Il brano intreccia elementi rock, stoner americano e underground italiano. Ci sono state reference track precise che avete portato in studio come ispirazione sonora durante il processo di produzione?

Tracce reference ben precise no ma abbiamo cercato di “rubare” tanto dallo stoner/desert rock americano, una band di riferimento su tutte: Queens of the Stone Age. Cercando comunque di seguire i nostri gusti e di non allontanarci troppo dalle esigenze del panorama musicale italiano lasciando, per esempio, la voce bene avanti all’interno del mix.

Durante la realizzazione ci sono stati momenti di incontro o di scontro tra i vostri gusti musicali personali?

Ogni brano ha la sua storia e per quanto riguarda “Nel Buio” possiamo dire che è stato subito un motivo di incontro a livello di gusto da parte di tutti, anche perché all’interno del gruppo viene percepito come il perfetto filo conduttore tra i il vecchio ep (“Origine”, 2022) ed il nuovo materiale in lavorazione.

Avete lavorato molto con pedali ed effetti? Quali sono stati i principali protagonisti del vostro setup?

Come principale protagonista vi diciamo solo che potremmo essere ambasciatori Orange considerando che abbiamo 3 chitarristi tutti con testata Rockerverb! Aggiungiamo un’accoppiata Fender Precision/Ampeg per le basse frequenze ma per “Nel Buio” il vero protagonista è il Supreme Fuzz della JHS in cui abbiamo trovato il timbro che per noi si sposava al meglio con lo stile a cui ispiravamo per questo brano.

Come avete lavorato per costruire la “dinamica” del brano e renderlo efficace sia su disco che dal vivo?

In realtà il lavoro svolto su questo brano è stato abbastanza lineare e “semplice”. È un brano che è stato scritto e sviluppato di getto e che abbiamo sentito dinamicamente “giusto” fin dalle prime bozze, salvo modificare alcune cose durante la lavorazione in sala prove.

Come è stato lavorare con Davide “Divi” Autelitano dei Ministri come produttore artistico? Che tipo di contributo ha dato al vostro suono?

Lavorare con Divi è stata (ed è tuttora, visto che abbiamo sempre del lavoro da ultimare) un’esperienza tanto bella quanto formativa. A livello di suono e di parti suonate in generale ha fin da subito espresso la sua benedizione verso i nostri gusti e ci ha quindi lasciati liberi di fare le nostre scelte.
Quello che per noi è stato il grande apporto che lui ha dato alla realizzazione dei nostri nuovi pezzi è sicuramente il lavoro che ha fatto sulle strutture dei brani e sui testi, aiutandoci a rendere la nostra musica più diretta già al primo ascolto. Lavoro che comunque al di là del contributo artistico e tecnico ci ha portato a conoscere una persona squisita col quale possiamo dire di aver stretto veramente un bel legame di amicizia.

Che direzione vi piacerebbe esplorare nel futuro?

La cosa più bella del fare musica è non darsi limiti, cerchiamo di spaziare, sperimentare, sbagliare e ricominciare. Teniamo aperte tutte le opzioni e cerchiamo sempre di non dimenticarci che fare musica è quello che ci fa star bene, quindi, l’obiettivo sarà sempre quello di avere una serenità costante all’interno della band.

Dove potremo incontrarvi a breve?

Attualmente il programma per gli eventi è ancora in fase di lavorazione ma sicuramente non vediamo l’ora di suonare e tornare sui palchi al più presto!

Grazie per il vostro tempo e il bocca al lupo per la promozione di “Nel Buio”!

Grazie a voi per le domande e per il vostro lavoro

SUSANNA ZANDONÀ

Band:
Marco De Pasquale (voce e chitarra)
Michele Guidotti (batteria)
Aldo Barbieri (chitarra)
Paolo Giannelli (basso)
Michele Bertocchini (chitarra)

https://www.instagram.com/occhifuoridalleorbite/