Now Reading
DIRECTO – Intervista al cantante Igor Laurenzi

DIRECTO – Intervista al cantante Igor Laurenzi

Una nuova band dall’Umbria, i Directo. Il loro sound è in bilico tra doom metal e stoner e hanno all’attivo un album “…Al inferno”, recensito su queste pagina (qui la recensione). Abbiamo parlato con il cantante Igor Laurenzi e di seguito il resoconto dell’intervista.

Ciao ragazzi e benvenuti su Tuttorock.com. Inizierei subito con il parlare di voi, come nascono i Directo?
Nascono come gruppo di amici amanti della musica e fan dei mitici Kyuss che, dopo aver visto un concerto dei Kyuss Lives all’Estragon di Bologna, rientrando a casa, decidono di formare una band ispirata a loro. Da qui, dopo vari cambi di formazione, nasceranno i Directo Al Infierno, nome poi mutato in Directo.

Quale è il significato del nome?
Eravamo in cerca di un nome spagnoleggiante per restare in tema Desert Rock/Stoner e pure di un nome che racchiudesse le atmosfere che si respiravano in sala prove. Fra le varie proposte il Bechi, uno dei due chitarristi, se ne uscì con il titolo di questo film Horror/Thriller spagnolo ambientato tra il Desierto De Tabernas e Andalucia in Spagna, ovvero Directo Al Infierno, inutile dire che piacque moltissimo a tutti. Il nome tramutò poi in Directo due anni fa, non solo per renderci più facilmente riconoscibili ma soprattutto per sottolineare il passaggio da cover band in band autrice di musica propria ed inedita con l’uscita dell’album “…Al Infierno”

Avete cambiato line up, quale è quella di oggi e pensate che è quella definitiva?
Si ci sono stati diversi cambi, non ultimo quello che ha visto 2 membri storici (Bechi alla chitarra e Razzola al basso) lasciare la band per motivi personali. Passando da 5 ad un più classico 4 elementi, stile Black Sabbath e Pantera e line up già sperimentata in alcuni live, con Francesco Foti al basso e una sola chitarra (Simo Radicchi), siamo convinti che questa sia quella definitiva.

Il vostro sound è molto cupo, perché questa scelta?
Essendo quasi tutti cresciuti a pane e Black Sabbath e poi evoluti con Pantera, Kyuss, Down e Crowbar era chiaro che saremmo finiti nel girone dantesco delle sonorità sub-soniche…. (scherzo), Quando abbiamo iniziato, prima di comporre pezzi nostri, avevamo in scaletta quasi tutte cover dei Kyuss che sono accordati in Do e da qui abbiamo, quindi, sviluppato il nostro sound ispirandoci tantissimo ai classiconi anni ’70, ma strizzando pure l’occhio a quel grunge anni ’90 con il quale siamo tutti cresciuti.

Il significato dei testi e del titolo dell’album?
Come varie sono le correnti musicali all’interno dell’album, così pure le liriche affrontano vari temi a seconda dell’ambientazione o dell’atmosfera che si respira. Sì inizia varcando la soglia del Portone dell’Inferno proseguendo il cammino fino alla città di Dite dove gli eretici aspettano inesorabilmente in sarcofagi infuocati il giorno del giudizio, quando saranno sigillati per sempre. Ed inizia da qui l’incitamento a resistere, a ribellarsi al proprio destino ed uscire da quelle fiamme che, al giorno d’oggi, sono le difficoltà e le sfide quotidiane (Enter The Darkness Gate). Più metafisico il testo di “Elctric Phoneix” che aspira a racchiudere in sé inizio e fine, ordine e kaos, sempre nell’ottica di non arrendersi mai e con un tributo a quella forza che la musica riesce a trasmetterci anche nei momenti più bui. Caduta e rinascita sono i temi principali nelle righe di “Immortal King”, dove la metafora del sovrano decaduto e poi tornato prepotentemente al suo Glorioso ruolo rappresenta sempre un inno alla perseveranza e a non mollare mai. In “Planet’s Dying pt.1& pt.2” ci troviamo a meditare sulla devastazione planetaria che l’uomo perpetra, in maniera incessante,con le sue azioni: inquinamento e guerre in primis. Alleggeriamo i toni e stacchiamo la spina con un pò di divertimento in “Bitches, Whores And Other Furnishings”. Canzone da toni molto scanzonati per dare sfogo alla parte più lussuriosa di ogni uomo e mettere via le buone maniere per un momento. “Satan Is A Friend Of Mine” non è inno al maligno, ma bensì è prendere atto che bene e male sono le due facce della stessa medaglia e che per raggiungere coscienza di sè e saggezza è necessario, a volte, percorrere strade sbagliate e perdersi nelle lande desolate ed aride del peccato, ma l’importante è andare sempre avanti… “Just Keep On Walking”. L’opera si conclude con il viaggio cosmico di “Memories Of A Dead Star” che racconta come possiamo ancora vedere l’eco di stelle e mondi distanti anni luce anche se, in realtà, sono già polvere. E’ la metafora del gioco della vita, dei ricordi che nascono e muoiono per poi rinascere ancora in un’altra forma. Il significato del titolo dell’album “…Al Infierno” è, prima di tutto, il saluto e il passaggio da cover band a band di canzoni inedite ed è il prologo perfetto per entrare dentro l’opera.

Tra le influenze del vostro genere musicale si ascoltano i Black Sabbath, i Kyuss, ecc. avete altre ispirazioni musicali?
Sicuramente sì: Pantera e Down, Soundgarden, Nevermore, ma anche gli immortali Led Zeppelin, Jimi Hendrix, The Doors, Deep Purple, Cream, ZZ Top e Motorhead e, perché no?! Anche i Creedence Clearwater Revival.

State già pensando a nuovi brani?
Col nuovo bassista stiamo lavorando più spediti e abbiamo già in cantiere pezzi nuovi che non vediamo l’ora di completare e registrare.

Per questa emergenza covid, la musica è sempre messa in secondo piano e per una band nuova come la vostra è molto difficile farsi sentire senza suonare live, come state vivendo tutto questo?
Tristemente purtroppo. Per il covid ci è difficile anche fare le prove in presenza tutti insieme perchè abitiamo in regioni diverse anche se confinanti. Aver vissuto il 2020 senza neanche poter andare a vedere concerti live è stato abbastanza deprimente, però non ci abbattiamo, cerchiamo di sfruttare questo stop per concentrarci nel nostro lavoro in sala prove e cercando di fare presenza produttiva nel web tramite esperienze come la vostra e i social network. Ovvio che non aspettiamo altro che ritornare a sudare sui palchi e a gasarci insieme al pubblico.

Cosa ne pensate della scena attuale metal italiana?
Per assurdo ci sono molti più generi e band oggi che rispetto al passato, ma purtroppo gli spazi anche per le autoproduzioni sono scomparsi, in un’ottica di mercato sempre più stringente ed elitaria. Ad esempio, basta pensare che a metà anni 90, anche nei canali mainstream, si potevano trovare nella stessa classifica nomi come Iron Maiden o Metallica vicino a Vasco Rossi o Laura Pausini. Questo a dimostrazione di come c’era interesse nel coltivare una cultura variegata nelle persone. Oggi non esiste neanche più la concezione di classifica e molte delle realtà del panorama musicale sono costruite a tavolino o pensano solo a come avere più visualizzazioni su youtube perdendo così quasi totalmente quell’istinto ed energia selvaggia che contraddistingueva i pionieri del rock.

Chiudete l’intervista a vostro piacimento, un messaggio per entrare nel vostro mondo musicale.
Per ritornare al portone dantesco direi “Lasciate ogni preconcetto, o voi che entrate”. A parte la battuta, per entrare nel nostro mondo non bisogna essere fossilizzati ed ancorati a stilemi e canoni imposti. La musica è libera ed è libertà.

FABIO LOFFREDO

Band:
Igor Laurenzi (Zyus): Voce
Francesco Foti (Foti): Basso
Simone Radicchi (Rado) : Chitarra
Giacomo Bracchini (Bracco): Batteria

https://www.facebook.com/officialdirecto
https://www.instagram.com/directoband

 

nd