DAVIDE DUDU MORANDI – Intervista al cantante dei Modena City Ramblers per Materiale …


In occasione del 30° anniversario del Festival Materiale Resistente, ho parlato con Davide Dudu Morandi, cantante dei Modena City Ramblers ed organizzatore del festival. Ci ha raccontato un pò di cose, del festival e della sua importanza, dei Modena e di tanto altro. Di seguito l’intervista.
Ciao e benvenuto su Tuttorock. 30 anni di Materiale Resistente, come nasce questa idea?
L’idea nasce quando con i ragazzi dell’associazione Col Passo a Tempo di Chi Sa Ballare, di cui faccio parte, ci siamo ritrovati lo scorso autunno per ragionare sull’edizione 2025 del Festival Resistente, iniziativa che da diversi anni organizziamo in Val Dragone e che si svolge, di solito, nella seconda settimana di giugno, intorno al 18 giugno che è l’anniversario della Repubblica di Montefiorino. Abbiamo pensato al fatto che quest’anno ricorre il Trentennale di Materiale Resistente e visto che a Correggio, luogo dove si è svolto lo storico concerto, non organizzavano nulla potevamo fare qualcosa noi. L’idea di riproporre lo stesso concerto di trent’anni fa ci è subito sembrata una bellissima cosa che però non sapevamo se era fattibile. Abbiamo cominciato a contattare i gruppi e man mano il tutto ha cominciato a concretizzarsi. Sono un paio di anni che facciamo le cose “in grande”, abbiamo avuto lo scorso anno oltre ai Modena City Ramblers anche i Punkreas, i Mercanti di Liquore, i Gang, Paolo Benvegnù insomma sono passati qui da noi grandi artisti e questo lo dico anche con una punta di orgoglio però con questa edizione 2025 abbiamo fatto un ulteriore passo avanti e ne siamo veramente contenti. Questo dimostra che con la volontà le cose si posso fare anche qui in montagna, grazie soprattutto alla determinazione dei ragazzi dell’associazione che da subito hanno avuto le idee chiare e non si sono fatti scoraggiare al primo intoppo.
Perché il nome Materiale Resistente?
Perché Materiale Resistente è stato un momento importantissimo, 25 aprile del 1995, io ero sotto il palco quel giorno a Correggio in mezzo al fango e ho assistito a un concerto memorabile che è rimasto nella storia della musica italiana. È stato un momento molto importante per la mia generazione, è stato il momento in cui ci siamo resi conto che la musica poteva andare al di là del semplice svago, del semplice momento di condivisione con gli amici ma poteva raccontare anche valori e ideali davvero forti, davvero importanti che ti rimangono dentro. Per quanto mi riguarda direi che è abbastanza chiaro il fatto che sia stato così visto che continuo ancora ad andare sul palco a cantarli quegli ideali e quei valori. Questo ci ha insegnato quella giornata e quindi per noi era importante, trent’anni dopo, ribadirlo e provare a insegnarlo anche alle nuove generazioni. Questo è quello che possiamo fare sia come artisti, sia come organizzatori. Io ho il doppio ruolo e insieme ai ragazzi dell’associazione Col Passo al tempo di chi sa ballare possiamo raccontare questo alle nuove generazioni. Ci auguriamo che il 14 giugno ci siamo tanti giovani perchè per noi è importante raccontare questi ideali e questi valori attraverso la musica che ha la caratteristica di colpire nel segno e raggiugere l’obbiettivo molto velocemente. I libri di storia sono importantissimi ma una canzone cantata nel modo giusto con convinzione può arrivare dritta al cuore e all’animo in maniera più diretta e quindi è un ottimo modo per tramandare ideali e valori a coloro che in futuro dovranno fare la stessa cosa perchè non si deve mai dare nulla per scontato.
Quali sono stati i consensi dei concerti, CD e film?
Anche se in parte ho già risposto, il concerto per me e per chi era presente quel giorno è stato un momento molto importante, il CD lo abbiamo consumato sui nostri lettori, il film ammetto di non averlo visto ma non ne avevo bisogno visto che ho vissuto in prima persona quell’evento di trent’anni fa. Speriamo che queste stesse cose le possa raccontare, come le sto raccontando io, qualche ragazzo tra una trentina, una ventina d’anni quando magari proverà a organizzare il quarantennale di materiale resistente.
80 anni dalla liberazione dal nazifascismo, ma è cambiato qualcosa oggi a parte la fine della guerra? Siamo veramente liberi?
Siamo liberi, il problema è che la società è cambiata intorno a noi ed è andata in una direzione che “magari” non ci saremmo aspettati trent’anni fa. Da un certo punto di vista abbiamo più libertà di allora ma paradossalmente ne abbiamo di meno perchè tutta questa libertà alla fine porta ad un risultato opposto, ci porta ad essere meno liberi di quello che crediamo di essere perchè le nostre scelte sono fortemente veicolate infatti il web, la connessione quotidiana di tutti con tutto annichilisce l’individuo e ci rende meno liberi, meno ricchi, meno belli, meno speciali e per questo dovremmo ritrovare un po’ della nostra unicità. Dovremmo riflettere sul fatto che ognuno di noi è unico e speciale e di questo ne sono convinto. Il mondo è cambiato tantissimo negli ultimi ottant’anni, anche solo dal concerto di Materiale Resistente nel 1995 ad oggi, certi valori sono visti come un pericolo. Non voglio fare il catastrofista ma ora è il momento di ribadirli perchè man mano che passa il tempo certi valori si perdono per strada se non ci si impegna a ribadirli ogni giorno. La stessa storia ci insegna che alcuni diritti non sono scontati e vanno riconquistati ciclicamente e quindi forse è il momento di cominciare a riappropriarci di certi valori, diritti che si stanno perdendo.
Tu sei spesso impegnato sul sociale, cosa pensi del mondo di oggi, si parla di IA, di resilienza eppure sembra di essere tornati indietro di molti anni, venti di guerra sempre più vasti, ecc. Un tuo pensiero.
A mio parere, è cambiata la percezione delle cose anche se il mondo, come è ovvio che sia, va avanti e si modifica di conseguenza. Se solo penso a trent’anni fa era tutto diverso, oggi, ad esempio, sto rispondendo a questa intervista registrando le risposte con il mio smartphone mentre leggo le domande da uno schermo di pc, anni fa queste cose erano fantascienza. Anche la musica è cambiata. Anni fa i cd erano una grande novità oggi la musica è diventata liquida si va di clic e di scroll. Non voglio in nessun modo demonizzare il modo attuale di fruire la musica anche perché è normale che le cose siano cambiate con il passare degli anni. Il mondo è cambiato e sarà sempre così. Posso solo immaginare cosa poteva pensare mio papà, che è cresciuto durante la guerra, della musica che ascoltavo quando ero giovane. È sempre stato così. Credo però che oggi ci sia poca attenzione per le cose importanti. C’è molta disattenzione su tutto, oggi si fanno le cose molto velocemente e si perdono per strada troppe cose che diamo per scontate ma che scontate non sono. Questo è il grande pericolo dei nostri tempi. Ben venga l’intelligenza artificiale, se usata nel modo corretto e su questo ho un po’ di dubbi. Ci dovrebbero essere delle regole ma più che regole repressive, regole che siano la diretta conseguenza di un buon insegnamento. Sarebbe auspicabile spiegare alle nuove generazioni qual è il modo giusto di fare le cose, questo anni fa veniva fatto quasi sempre, oggi questa modalità si è un po’ persa. Sui venti di guerra io ho la mia idea. Le guerre ci sono sempre state solo che noi non ci facevamo caso mentre adesso si è preoccupatissimi per i diversi conflitti. Solo trent’anni fa c’era una guerra ben più vicina a noi rispetto a quelle attuali, dall’altra parte dell’Adriatico, parliamo di ex Jugoslavia, di Bosnia dove si sparava sul serio, cadevano le bombe anche li eppure ce ne siamo dimenticati. Le cose si ripetono è cambiata però la nostra percezione. C’è molto disinteresse, sta scemando completamente l’empatia, questo è il vero problema. Ad esempio molti non si stanno preoccupando di quello che sta succedendo a Gaza che è una cosa veramente clamorosa perchè manca, anche in questo caso, la percezione. Non è che ci sia più cattiveria nell’animo umano ma è che non si riescono più a percepire queste cose come inaccettabili e questo è terribile. Dobbiamo tornare ad insegnare alle nuove generazioni che certe cose non si possono accettare.
Torniamo a parlare di musica, come hai coinvolto le band per questo trentennale?
Le ho semplicemente contattate. Di molti avevo il numero di telefono, con alcuni ho parlato di persona visto che li ho incontrati sui diversi palchi. Ho parlato con gli Africa Unite, con Yo Yo Mundi, Luca Morino mentre gli altri li ho sentiti al telefono e tutti hanno dimostrato da subito un grandissimo interesse e una grande voglia di esserci. Coloro che non saranno presenti sul palco il 14 giugno è a causa di impegni con i diversi tour. In tutti però c’era la voglia di salire sul palco di Materiale Resistente per ribadire quei valori che ancora appartengono a tutti questi gruppi e artisti e questo è molto bello.
Un tuo pensiero su ogni partecipante al concerto.
Innanzitutto sono tutti grandi artisti con cui sono cresciuto e in certi casi sono diventati un punto di riferimento. Sono artisti di cui ho visto concerti con cui ho avuto la fortuna di condividere il palco, di collaborare, di suonare e di cantare insieme a loro, non saprei quindi da che parte cominciare. Yo Yo Mundi hanno raccontato la resistenza in maniera meravigliosa nel corso di questi anni, i Mau Mau e Luca Morino con cui ho condiviso diverse volte il palco, i Gang sono fratelli con cui abbiamo condiviso mille cose, poi penso agli Africa Unite, gruppo clamoroso che ha fatto la storia della musica italiana, gruppo che ha sempre avuto un impegno fantastico, insomma con Bunna e Madaski abbiamo suonato in concerti meravigliosi, Fabrizio Tavernelli è stato ideatore di Materiale Resistente nel ’95, non dimentichiamolo, e con gli AFA ci sarà anche lui che tra l’altro è uno degli ospiti dell’ultimo Ep dei Modena come anche gli Yo Yo Mundi e Sergio Berardo dei Lou Dalfin che non potranno esserci perchè impegnati con un festival in Francia, hanno provato a spostare la data ma non è stato possibile, quindi grande dispiacere da parte loro, ma Sergio è un grandissimo amico. Sono tutti gruppi che hanno fatto la storia della musica italiana e soprattutto un certo tipo di musica italiana. Tanti ragazzi oggi fanno musica perchè hanno ascoltato gli Ustmamò, i Disciplinatha, i Marlene Kunz che non ci saranno perchè anche loro avevano impegni con il loro tour che parte proprio in quei giorni. Stiamo parlando di gruppi che hanno fatto la storia, adesso mi ripeto e vado un po’ di retorica però si fatica a non farla la retorica in questo caso perchè sono grandi artisti e il 14 giugno sarà una giornata incredibile.
Anche in questo caso è prevista l’uscita di un CD e film?
Ci vuole davvero tanto coraggio a pensare di fare un cd di questi tempi anche se credo che ne varrebbe la pena ma non è nei nostri piani. Abbiamo pensato proprio a vivere l’evento per quello che sarà quindi chi ci vuole essere, chi vuole ascoltare il concerto deve venirci a trovare il 14 giugno. In merito al film invece stiamo facendo delle riflessioni, non sarà un film del concerto ma qualcosa di diverso, ci stiamo pensando in questi giorni ma non voglio dare troppe anticipazione perchè poi magari la cosa non si concretizza, forse anche un po’ per scaramanzia e un po’ per non mettere il carro davanti ai buoi. Ci piacerebbe avere qualcosa che possa testimoniare tutto il processo e non soltanto le giornate del 14 e 15 giugno. Anche il 15 infatti ci saranno delle bellissime iniziative perchè sarà un weekend resistente.
L’importanza di questo Festival?
Per noi è fondamentale non solo per continuare a ricordare quello che è stata la lotta di resistenza in Italia e soprattutto qui nella nostra valle, sulle nostre montagne perché non dimentichiamo che qui abbiamo Montefiorino, quindi la libera Repubblica di Montefiorino, qui si sono scritte pagine terribili e vergognose nei giorni della strage di Monchio, Susano, Costrignano e Savoniero, strage nazifascista terribile. Da noi ogni curva, ogni borgo ha una storia di resistenza da raccontare quindi per noi è fondamentale portare avanti questa memoria, soprattutto per le nuove generazioni visto che i protagonisti di allora, ahimè, per motivi ovvi anagrafici, cominciano a essere rimasti davvero in pochi è fondamentale portare avanti questa memoria. Questo Festival vuole, inoltre, mantenere viva la montagna, raccontare la montagna, vuole raccontare e valorizzare il nostro territorio. Organizzare le cose in montagna non è facile ma lo si può fare e noi vogliamo dimostrare questo e i ragazzi dell’Associazione Col passatempo di chi sa ballare ne hanno una gran voglia e grande entusiasmo e questa è la cosa importante e bella.
Cosa pensi della musica di oggi?
Ma allora, se vi aspettavate tuoni, fulmini strali sulla musica di oggi vi deluderò perché non voglio fare il classico errore del vecchio che spara a zero sulla musica attuale, lo fanno già in tanti e io non mi voglio accodare. La musica di oggi è esattamente uguale alla musica di ieri che, a sua volta, era uguale alla musica dell’altro ieri, c’era e c’è tanta brutta musica ma anche tanta bella musica, poi bisogna dire che nella bellezza della musica c’è sempre un valore soggettivo e li non ci si può fare nulla, nel bene e nel male, c’è musica che rimane e musica che non rimane e questa è la cosa che fa la differenza. Oggi come allora accade esattamente la stessa cosa. Ci sono nuovi linguaggi e nuove modalità di fare musica, il fatto che noi non riusciamo a comprende appieno non è perché siamo più bravi, anzi, è l’esatto contrario, siamo noi ad essere limitati e non troppo aperti. Se il linguaggio dei ragazzi di oggi è quello noi non ci possiamo fare molto e non possiamo neppure sparare a zero sui gusti musicali dei ragazzi. Il fatto di giudicare è, a mio parere, un errore clamoroso e, ahimè, magari è lo stesso errore che hanno commesso i nostri genitori con noi. Mio papà ascoltava Aznavour, ascoltava dell’ottima musica, però chissà cosa pensava di me che ascoltavo i Clash o Battiato, insomma un testo di Battiato rispetto ai testi di Aznavour o di De Andrè, ne vogliamo parlare? C’era una rottura molto importante anche allora ed io non penso di dover dire a mio figlio che ascolta brutta musica. Io penso che anche oggi c’è della bella musica, qualcosa ascolto anche io, sicuramente non fa parte del mio background musicale ma penso che ad un certo punto si esauriscano i Megabyte della memoria e facciamo fatica ad assimilare nuovi concetti anche musicali, probabilmente il limite umano è quello, però cerco di ascoltare e di vedere.
Delle nuove generazioni chi inviteresti a suonare al concerto?
Anche oggi ci sono artisti che a mio modo di vedere raccontano la società, penso a un Ghali, volevate un nome, ve l’ho fatto. Se penso a Ghali penso a un artista che fa musica che magari, per certi versi, non riusciamo a comprendere fino in fondo, ma che poi se vai ad ascoltare racconta la società, punta anche il dito contro la società e i mali che la caratterizzano e quindi bene, bene bene, bene applausi, come si dice. Ghali io lo inviterei molto volentieri e come lui ce ne sono altri, è inutile quindi fare di tutta l’erba un fascio.
Con questo concerto cosa vuoi trasmettere alle nuove generazioni?
Voglio trasmettere l’idea che certe cose si possono ancora fare, se si ha voglia di farle e se si ha entusiasmo. Si può organizzare un concerto come questo, “quindi ragazzi avete visto cosa abbiamo organizzato lo potete fare anche voi”. Vorrei trasmettere sia come organizzatore che dal palco quei valori e quegli ideali che canteremo e che i gruppi racconteranno e canteranno quel giorno, perché come dicevo prima i diritti acquisiti non sono immortali e immutabili ma vanno cresciuti, salvaguardati nel modo giusto e quindi dobbiamo continuare a farlo e una canzone può farlo meglio di un libro di storia in certi casi. Voglio e vorrei trasmettere il piacere, l’entusiasmo, la bellezza del condividere una giornata di musica insieme ai propri amici con una una birra, una Coca-Cola in mano cantando, ballando dal pomeriggio fino a sera, qualcosa che si sta perdendo e che invece va riportato in alto.
Novità sui Modena City Ramblers?
In merito ai Modena City Ramblers ci sono tante novità, quest’anno si celebra l’80º della liberazione, il ventennale di Appunti Partigiani, non solo il Trentennale di Materiale Resistente, e per noi sono due momenti davvero molto importanti e per questo quest’anno siamo già partiti da marzo con un nuovo tour che si chiama Appunti Resistenti che è anche un EP di quattro brani, quattro nuove canzoni che abbiamo registrato figlie dell’esperienza di appunti partigiani, quindi tre canti di resistenza con tre ospiti eccezionali Sergio Berardo dei Lou Dalfin, Fabrizio Tavernelli AFA e Yoyo Mundi e poi un brano in edito che abbiamo scritto appositamente per celebrare l’80º anniversario della liberazione del nazifascismo e, non contenti di ciò, abbiamo anche scritto un libro a 10 mani, 5 dei Modena City Ramblers, di racconti resistenti pubblicato dalla casa editrice la Nave di Teseo che stiamo presentando proprio in questi giorni, siamo stati anche al Salone del libro di Torino in qualità di scrittori per presentare questo libro e siamo davvero molto contenti, tra l’altro è già alla seconda ristampa. Siamo ben lanciati e ben felici di celebrare degnamente questi due appuntamenti molto importanti.
Chiudi l’intervista come vuoi, un messaggio per partecipare al concerto, un messaggio per sottolineare l’importanza ed il significato de concerto e qualsiasi altra cosa ti senti di dire e che io non ho pensato a chiederti.
Torno a ribadire l’invito a passare una bella giornata qui in Val Dragone insieme a noi, perché la Val Dragone è bella, perché si sta bene, perché la montagna è viva e noi ve lo dimostreremo, quindi venite a vedere con i vostri occhi. La montagna è resistente ancora oggi e ha tanta voglia di condividere con voi i suoi valori, la sua bellezza e la sua voglia di fare festa, perché no, di passare due bellissime giornate il 14 e il 15 giugno insieme alla tanta gente che vorrà venirci a trovare in Val Dragone dove si potrà campeggiare e ci sarà il buon cibo dell’Appennino modenese, ci sarà tantissima buona musica, non soltanto con i gruppi di Materiale Resistente, ma anche con i gruppi locali che fanno dell’ottima musica, credete a me, fidatevi ci saranno momenti per i ragazzi più giovani e per i bambini. La domenica mattina ci saranno tantissime iniziative, andate a vedere il programma sulle nostre pagine social Col Passo a Tempo di chi Sa Ballare perché ne vale davvero la pena e se non sarà cosi per voi vi autorizzo a venirmi a cercare per dirmelo, per lamentarvi direttamente con me e quando vi lamenterete, io vi porterò di nuovo a fare un giro per la Val Dragone per dimostrarvi che vi sbagliate. Grazie mille e buon lavoro a tutti quanti.
FABIO LOFFREDO

Appassionato di musica sin da piccolo, ho cercato di esplorare vari generi musicali, ma è il metal, l'hard rock ed il rock progressivo, i generi musicali che più mi appassionano da molti anni. Chitarrista mancato, l'ho appesa al chiodo molto tempo fa. Ho mosso i primi passi nello scrivere di musica ad inizio anni 90, scrivendo per riviste come Flash (3 anni) e Metal Shock (ben 15 anni), qualche apparizione su MusikBox e poi il web, siti come Extramusic, Paperlate, Sdangher, Brutal Crush e Artists & Bands. I capelli mi si sono imbiancati, ma la passione per la musica è rimasta per me inalterata nel tempo, anzi molti mi dicono che non ho più speranze!!!!