CRISTIANO TURATO – Intervista al cantautore e polistrumentista padovano

In occasione dell’uscita del nuovo singolo “Switch off”, ho avuto il piacere di fare una chiacchierata con Cristiano Turato, cantante e chitarrista padovano che ha alle spalle un’importante esperienza come voce dei Nomadi tra il 2012 e il 2017.

Ciao Cristiano, benvenuto su Tuttorock, a circa due settimane dall’uscita di “Switch off”, il tuo nuovo singolo, che riscontri stai avendo?

Ciao Marco, devo dire che, parlando di audience, rispetto agli ultimi tre singoli questo ha un buonissimo riscontro, piace ai ragazzini fino ad arrivare ai settantenni, mi ha scritto un signore in privato dicendo che da tantissimo tempo non sentiva un brano così semplice e così bello. Sabato 14 maggio l’abbiamo presentato per la prima volta in un paesino sul mare che si chiama Santa Giusta, vicino ad Oristano, è stata una cosa molto simpatica, dal vivo il pezzo si presta ad un’atmosfera frizzante e c’era un foltissimo pubblico che si è divertito tanto, c’erano anche alcuni bambini che hanno iniziato a saltare.

L’idea del video è stata tua?

Di solito scrivo anche gli storyboard, non perché non abbia fiducia nei registi, coloro che hanno fatto i video dei miei ultimi singoli sono dei ragazzi bravissimi. È giusto però che io faccia capire a chi deve prendere immagini, paesaggi, fotografia, il messaggio che voglio fare arrivare alle persone. Devo ringraziare tantissimo Carol Carraro, il regista, perché ha centrato l’idea che avevo in mente, questo giocare all’eccesso con l’immagine dei social che usiamo tutti, quel mostrarsi per quel che non si è, filtrati, truccati. È stata una giornata bellissima quella in cui abbiamo girato il video, siamo stati nella tenuta della famiglia Gamba, nel padovano, e la signora carinissima che gestisce le feste del circondario ha messo a disposizione i tantissimi vestiti che abbiamo poi usato. Sono arrivati poi artisti di strada e amici ed è stato davvero divertentissimo.

Un brano nato quando e come?

Non voglio diventare troppo serioso ma sono stato a Bologna un paio di mesi fa ad un seminario di una scrittrice che si chiama Mirella Santamato. Lì sono venuto a conoscenza di un esperimento che non conoscevo di uno scienziato nato nella metà del 1800, Ivan Pavlov, che vinse il premio Nobel nel 1904 proprio grazie a questo esperimento. Si trattava di verificare il riflesso incondizionato, mise un cane dentro una gabbia con due zampe appoggiate su due piastre divise, diede corrente a quella di destra e il cane si spostò verso sinistra e viceversa, poi diede corrente ad entrambe le piastre, il cane nei primi minuti si comportò come un essere umano cercando un punto senza corrente poi si abituò. Da questo incipit ho completato un testo di cui avevo già scritto una piccola parte.

Hai coinvolto anche tuo figlio.

Sì, lui ha già superato il padre come capacità al pianoforte, io l’ho studiato per tre anni, me la cavo ma non lo suono benissimo, lui dopo due anni di studi a settembre andrà al liceo musicale. Nel 2020 ha iniziato ad esibirsi con me dal vivo e quest’anno, nella prima data in Sardegna, si è comportato davvero bene. A fine anno compirà 14 anni, è molto portato verso l’elettronica, un’influenza che ho anch’io, mi piacciono molto i Depeche Mode e qui in Italia i Subsonica. A lui piace molto anche l’hip hop americano, negli ultimi 4 singoli miei ha suonato da piccole parti di piano ai sintetizzatori, si è divertito e sono orgoglioso, ho due figli e non ho mai insistito nell’indirizzarli verso una strada piuttosto che un’altra, ho fatto solamente vedere loro le possibilità che c’erano. A 13 anni non è facile vedere un ragazzino così sicuro nelle sue scelte. Io poi ho avuto un papà che ha voluto a tutti i costi mettermi dentro alla sua testa poi ho fatto tutt’altro.

Parlami invece della collaborazione con il chitarrista Maurizio Vercon.

Ci siamo conosciuti in occasione di un evento che abbiamo fatto insieme a Marsala, in Sicilia. Abbiamo iniziato a parlare sull’aereo che ci portava da Venezia a Catania, abbiamo poi vissuto i giorni dell’evento e ho notato subito, oltre alla sua bravura tecnica e artistica, la sua somiglianza caratteriale, di vita, di esperienza, con il sottoscritto. Abbiamo fatto un viaggio in Sardegna ed è davvero un gusto stare insieme, abbiamo una vita fatta di esperienze, anche stravaganti, non ci annoiamo mai e andiamo avanti a raccontarcele trovando sempre nuovi aneddoti. Lo apprezzo ancor prima per il suo lato umano.

Dopo questo singolo quali sono i tuoi progetti?

C’è un altro singolo già pronto, molto più indirizzato verso il rock, anche se non posso svelare già tutto. Poi abbiamo già in produzione un brano che presenteremo al prossimo Sanremo, abbiamo diverse cose in mente, incrociamo le dita.

Parliamo un po’ della tua esperienza con i Nomadi, dal 2012 al 2017, quanto ti ha arricchito sia a livello umano che artistico?

È un’esperienza che consiglierei a tutti perché mi ha fatto conoscere l’Italia come dovrebbe essere conosciuta. Grazie a tutti i live che ho fatto con loro ho visto posti e parlato con persone che altrimenti non avrei mai raggiunto, questo mi ha arricchito molto come persona, come padre, come marito, in più c’è stata questa sottigliezza artistica, mi spiego meglio, i Nomadi fanno un genere che possiamo anche definire oramai passato ma credo che all’interno delle note e dei testi ci sia una vita che non muore mai, è sempre un giardino verde con tanti fiori e credo che sia una grossa responsabilità da parte di tutti coloro che suonano e ascoltano questa musica doverla condividere e mai dimenticarla. Ok, è il passato, ma ci sono storie intramontabili, cito ad esempio “Il vecchio e il bambino”, è un capolavoro che non ha tempo e resterà per l’eternità, questa è la bellezza della musica che non è un prodotto da comprare e dimenticare dopo due giorni, è un fiore che tu pianti e continui a far vivere attraverso i tuoi ascolti e le condivisioni, se non impariamo dal passato non andremo mai avanti, questo vale per tutto, non solo per la musica.

Hai qualche altra data live in programma?

Sabato 21 maggio saremo io e Maurizio a Montalto Scalo in provincia di Cosenza, suoneremo con una band che troveremo lì sul posto, poi il 29 saremo sempre in provincia di Cosenza, a Crosia. Poi abbiamo molte altre date in trattativa, stiamo rifacendo il calendario e gireremo il nostro bel paese, l’importante è ripartire. Io ho una band friulana ma ancora non siamo riusciti a suonare insieme quest’anno, in Sardegna abbiamo tre musicisti sardi che seguono le date, gli elementi fissi siamo io e Maurizio Vercon.

Grazie mille per il tuo tempo, ti lascio libero di chiudere come vuoi l’intervista.

Voglio ringraziare Videoradio e Beppe Aleo per questa opportunità. Ringrazio tutte le persone che hanno partecipato al videoclip e la mia agenzia live, Live for Music di Rudi Caniato, che sta lavorando per portare un po’ di note in giro per l’Italia.

MARCO PRITONI