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CHARLIE RISSO – Intervista alla cantante genovese

CHARLIE RISSO – Intervista alla cantante genovese

charlie risso bn

In occasione dell’uscita del suo secondo album “TORNADO” ho intervistato la cantante CHARLIE RISSO.

Ciao Charlie, piacere di averti sulle pagine di Tuttorock. Ho ascoltato il tuo disco trovandolo bellissimo, la scelta della lingua inglese, con molte sensazioni a stelle e strisce, indica un tuo indirizzamento alla musica partendo da ascolti di questo genere?
Sì, ho ascoltato e ascolto molta più musica straniera rispetto quella italiana, poi certo che da piccola in casa mia si ascoltava da Battisti a De Andrè piuttosto che Renato Zero. Ma mio padre era un amante della musica folk americana, mentre mia madre prediligeva il contemporaneo degli anni ’80-’90, tipo Bryan Adams, Rod Stewart, i Radiohead che ascoltavamo assieme. Ritengo che questo elettro-folk contemporaneo che esprimo nelle mie canzoni sia quello che mi rappresenta meglio. Mi hanno avvicinato spesso all’universo celtico, un tipo di musica che amo particolarmente e che si adatta molto bene al mio timbro vocale. Componendo per chitarra e voce il mio ambiente si colloca alla perfezione in mondi come la Scozia e l’Irlanda, d’altronde è evidente che la mia voce non ha un timbro blues, per cui il cerchio idealmente si chiude. 

Ho individuato tre filoni piuttosto distinti, un elettro-pop pimpante, un’altra serie di canzoni dai toni sognanti, e un paio di bellissimi pezzi come Tornado e Nothing at all che paiono uscite dai dischi di Neil Young. Ti riconosci in questa idea che mi sono fatto?
Perfettamente, all’inizio non me ne ero accorta, ma la intro di Tornado è come quella di Like an Hurricane, è divertente che me ne sia accorta solo dopo averla registrata. Certo poi i Radiohead si ritrovano, e i brani sognanti come Hollow Town sono proprio onirici e rispecchiano anche il momento storico che stiamo vivendo. Lord of Misrule i banchetti del 1500, ricrea una dimensione ovattata dove ci si perde con personaggi che si stordiscono in questa sorta di baccanale. Un altro sentimento che ho messo è quello relativo alla mia Genova, anche il mio sentirmi un poco una outsider. Amo molto anche Londra dove vado sempre a trovare gli amici e ricaricarmi, ma non dimentichiamo Milano dove ho studiato e vissuto per 6 anni. Viaggiare è uno dei più grandi motivi di ispirazione, stiamo aspettando che arrivi l’alta velocità a Genova per muoverci ancora di più, poi Milano sarebbe a un passo a quel punto. 

L’ispirazione ti arriva anche dai luoghi quindi?
Mi ispira tantissimo la montagna, adoro passeggiare con il mio cane fra i monti, e adesso che ci stiamo trasferendo sulle alture avrò ancora più spunti. Aggiungo alla natura Garage Band che ho usato negli ultimi due anni e mi consente di fare pre-produzione, sperimentare nuovi suoni ed estrarre sonorità interessanti. 

Anche il video di Dark è molto interessante, la parte visuale è qualcosa che ti prende molto?
Ho avuto la fortuna di collaborare con Marco Pellegrino, un bravissimo regista che ha vinto lo scorso anno il Nastro d’Argento, ha realizzato l’ultimo video di Piero Pelù a anche una bellissima cover de I Ministri su Inverno di De Andrè. E’ riuscito a realizzare perfettamente il mio immaginario, eravamo in lockdown e io ho preparato le immagini a casa mia, con un cavalletto e un telo posto dietro le mie spalle. Gli ho inviato il tutto e basandoci su un dipinto di Marco, che raffigurava vari personaggi senza volto dentro una stanza, abbiamo pensato di lavorare sul materiale attraverso varie dimensioni. Fiori, animali, scene cruente di battaglia, l’automobilista che si butta contro l’ignoto, secondo me Marco Pellegrino ha fatto un ottimo lavoro, molto adatto al periodo che stiamo vivendo. Momenti chiari e scuri che si alternano in un continuum temporale degli stati d’animo.

Come hai deciso di intraprendere la carriera di cantante a livello professionale? Studio o autodidatta?
Io ho preso pochissime lezioni di canto quando vivevo a Londra, con una magnifica insegnante specializzata in musical. Ma eravamo molto lontane nella città quindi ne abbiamo fatte molto poche, poi ho ripreso a Genova, ma anche qui con poche lezioni, in pratica sono quasi completamente autodidatta. Poi qualche anno fa ho deciso di mettere assieme i miei lavori e ho fatto uscire il mio primo disco, Ruins of memory, che mi ha dato tanta forza. Da lì sono arrivate tante gratificazioni, non materiali, ma di complimenti, di consensi, recensioni, fatti inaspettati. 

Ti occupi tu di tutto, dai testi alla musica?
Esatto, a volte nasce prima la musica e poi arriva il testo, altre avviene il contrario. Quando ho il materiale pronto vado in studio dal mio produttore, Mattia Cominotto, e iniziamo a lavorarci sopra. Lui mi presentò il mio attuale chitarrista Tristan Martinelli, con cui lavoro in maniera fantastica. 

Hai inserito molti temi ambientali nel tuo disco, un tema che senti particolarmente?
Sì, davvero mi tocca tantissimo! Poi durante il lockdown abbiamo assistito al riscatto dell’ecosistema, penso che si debba decisamente cambiare rotta su questo tema. Si dovranno fare scelte diverse, a iniziare dalla grande distribuzione. Durante il lockdown quasi mi scontrai con un capriolo in mezzo ai viottoli della città che salgono verso la montagna, come se si stessero riprendendo la città. Quando scrivo mi ispiro tantissimo a questo tema che mi sta particolarmente a cuore, Tornado è certamente una metafora in tal senso. 

Progetti futuri? Un disco nuovo?
Sì, stiamo lavorando su tre brani, potrebbe essere un EP che ipotizzo fare uscire a settembre 2021, poi vediamo se da alcune collaborazioni che ho in atto con altri artisti come Luke Williams aka Shadow Bones, arrivano altre cose da inserire. Spero poi di potere tornare a fare festival e live, sia in Italia che in Europa. 

Il tuo sogno nel cassetto?
Che la mia musica venisse scelta per una colonna sonora, questo sarebbe veramente fantastico.

MAURIZIO DONINI 

Band:
Charlie Risso

www.facebook.com/charlie.carlotta.risso
www.instagram.com/charlie_risso

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