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CECE – Intervista al cantautore lombardo che presenta il disco d’esordio

CECE – Intervista al cantautore lombardo che presenta il disco d’esordio

In occasione dell’uscita dell’album d’esordio “Per amore della febbre”, ho avuto il piacere di intervistare Cece, pseudonimo di Francesco Baranzini, cantautore nato nel 1993 ad Angera, sul Lago Maggiore, in provincia di Varese, dove frequenta le scuole primarie. Parallelamente agli studi scientifici (diploma di liceo scientifico e in seguito la laurea in Medicina e Chirurgia), oltre all’amore per gli sport acquatici e la natura coltiva la passione la musica e lo spettacolo prendendo parte a svariati progetti musicali locali come tastierista, chitarrista, fisarmonicista e sassofonista.

Ciao e benvenuto su Tuttorock, “Per amore della febbre” è il tuo disco d’esordio appena uscito, da me molto apprezzato, che riscontri stai avendo?

Ciao amici di Tuttorock, Ciao Marco. Sono contento che tu abbia apprezzato l’album, posso dirti che chi lo ha ascoltato mi ha dato dei riscontri positivi.

Come mai hai deciso di aprire il disco con una traccia strumentale?

Sebbene non sia propriamente impostato come concept album, il disco è strutturato per tracciare un percorso tra i sentieri del sentimento. Il primo brano riassume parte di ciò che avviene dopo, in una sorta di presentazione e benvenuto all’ascoltatore, invitato a mettersi comodo per poter fruire al meglio questo viaggio da percorrere per intero, tempo e pazienza permettendo. Per chiunque è complicato trovare anche solo due minuti, tempo medio di una canzone di oggi, fatto a cui si aggiunge la tendenza a farcire le battute di parole per tenere la soglia dell’attenzione dell’ascoltatore sempre alta: a me tutto questo non interessa, anzi, è proprio l’ispirazione musicale a fare da traino per tutto il processo creativo per quanto mi riguarda.

Quanto ha influito sui brani il tuo luogo d’origine? 

Credo inevitabilmente, anche se non del tutto o non volontariamente: si parla tanto di mare e di onde, vivo vicino ad un lago piatto come una macchia d’olio nella provincia italiana forse più distante dal Mediterraneo; eppure la campagna, la natura e l’acqua e il mio rapporto con loro in qualche modo ritornano anche nei testi.

Quando e come ti sei avvicinato al mondo della musica?

Fin da piccolo ho avuto la fortuna di trovare per casa degli strumenti (mio padre suona la chitarra) e in più sono cresciuto negli anni 90 con un fratello di quattro anni più grande: questo vuol dire aver avuto a disposizione una scorciatoia per il mondo della musica sia come fruitore (ricordo le giornate passate assieme a lui sul divano a guardare la programmazione di Mtv) che come musicista.

Quali sono i tuoi artisti di riferimento sia del passato che di oggi?

Sono cresciuto con i dischi che trovavo in casa e credo di aver avuto per fortuna dei genitori con un buon gusto per la musica: tutti i principali cantautori italiani (scuola genovese, Dalla, Venditti, De Gregori, Battiato), Lucio Battisti, il prog italiano (Le Orme su tutti), passando alle influenze anglosassoni (Pink Floyd, D.Bowie, E. John, Led Zeppelin, Jethro Tull, Emerson, Lake & Palmer). A questa eredità vanno aggiunte le realtà musicali che ho conosciuto da solo crescendo (The Offspring, Marilyn Manson, Eminem, Weezer, Rammstein, Placebo, Caparezza) fino alle ultime scoperte di ciò che non conoscevo del passato e di oggi (My Morning Jacket, Manic Street Preachers, CAS, Piero Ciampi, Stick figure, Morgan Wallen).

Non sei solo cantautore e musicista ma svolgi anche la professione di medico, oltre a praticare sport acquatici, come riesci a far convivere tutti questi impegni?

Data la natura pragmatica della domanda, voglio darti una risposta molto pratica: il “trucco” credo consista nell’avere il lavoro a 200 metri da casa e poterci andare in bicicletta. Anche se abbastanza avaro di vento, il lago dove vivo regala ogni tanto qualche momento per fare sport, inoltre posso fortunosamente suonare senza disturbare nessuno anche dove vivo.

L’idea della copertina è tua?

Sì, il gesto sarebbe un bacio mimato con due mani, a sottolineare la tematica di fondo dell’album nella sua umanità; a me ricorda anche il gesto dell’abbottonarsi/sbottonarsi: mi piaceva nella sua teatralità. La realizzazione grafica è di mio fratello.

Hai già pianificato qualche data per presentare il disco?

Sarò il 30 maggio a Materia, uno spazio culturale dedicato anche alla musica, curato da Varese News, realtà giornalistica molto seguita nelle nostre zone. Inizierò da lì, il futuro è ancora da vedere.

Con quale formazione ti presenterai sul palco?

Sarà un’intervista in cui mi accompagnerò con la chitarra per proporre alcuni dei brani dell’album.

Grazie mille per il tuo tempo, ti lascio piena libertà per chiudere questa intervista come preferisci.

Grazie a te. Proprio così, il tempo è prezioso, ringrazio quindi a mia volta tutti coloro che avranno voglia di spenderne parte del proprio per ascoltare le mie canzoni.

Un abbraccio a tutti, Ciao!

MARCO PRITONI