Ciao Vittorio e bentornato su Tuttorock, è sempre un piacere parlare con te, come stai?
Ciao, benissimo grazie ed entusiasta per l’uscita dell’album.
Complimenti per il nuovo album “Storie Invisibili”!
Ti ringrazio, mi fa sempre piacere ricevere dei complimenti per il lavoro fatto sempre con tanta passione ed entusiasmo e poi detto da te che sei un addetto ai lavori e sicuramente competente e anche audiofilo, vale doppio.
Grazie a te allora! Prima di parlare del nuovo album vorrei tornare con te indietro nel tempo, prima di “Transiberiana”, come è venuta l’idea di una trilogia che parla della storia dell’umanità?
L’idea nasce nel 2015 dopo la scomparsa di Francesco di Giacomo e di Rodolfo Maltese più tardi e della mia emorragia celebrale e il mio coma che mi ha fatto quasi vedere la morte e ho voluto fare un tuffo nelle radici sia mie che di alcune delle storie dell’umanità. Sono profondamente attaccato alle mie radici, a breve a Marino, città dove ha vissuto Rodolfo ed è la mia città natale gli dedicheranno un largo. In quel brutto periodo ho avuto tanto amore e supporto da parte dei fan che chiedevano, dopo che mi ero rimesso, di tenere in vita il Banco Del Mutuo Soccorso e così ho fatto. C’è sempre stato un amore da parte dei fan e ancora oggi con la nuova formazione quando dal vivo li presento uno per uno, dico sempre “ma ci sono altri due che purtroppo non vedete ma sono sempre presenti, Francesco Di Giacomo e Rodolfo Maltese”. E’ un abbraccio che diamo sempre a loro ad ogni concerto sia da parte della band che del pubblico.
Sempre una grande emozione!!
Si grandissima, ma tornando alla tua domanda, volevo fare un qualcosa che non avevo mai fatto prima, di concept album il Banco ne ha fatti, ma una trilogia divisa in tre album , mai. Ho iniziato ad elaborare il tutto ed è nato “Transiberiana”, il viaggio più lungo che la storia dell’umanità ricordi, un treno che parte da Mosca, passa per il Giappone, la Siberia, un deserto enorme, un viaggio affascinante e ne ho voluto creare la colonna sonora del viaggio della vita, tante esperienze, difficoltà, incontri, il confrontarsi con le varie e diverse culture. Con “Orlando: Le Forme Dell’Amore”, ho voluto celebrare il sentimento più forte, l’amore, quello che ti emoziona, ma anche quello che fa scoppiare delle guerre, come la guerra di Troia e altre avventure che sono successe nella storia dell’umanità,. Ma ho voluto celebrare anche l’amore di persone normali, sconosciute i cui nomi non appariranno mai nei libri di storia, l’amore, quello puro, persone sconosciute che non appariranno mai e non se ne parlerà come quei criminali di Giulio Cesare, di Napoleone, di Hitler e via dicendo e così mi riallaccio al titolo del nuovo album e della terza e ultima storia, “Storie In
visibili” appunto.
Il significato del disegno di copertina?
La foto di copertina l’ho scattata io con il mio cellulare, pensa, ero in Etiopia per dei concerti di beneficenza per delle iniziative sanitare, per contribuire a costruire nuovi ospedali, pensa che non avevano ancora incubatrici . Viaggiando ho visto questo meraviglioso campo color giallo oro, bellissimo molto vanghoghiano e mi sono accorto che c’era un contadino che raccoglieva il grano, ho quindi scattato subito la fotografia. Poi la lente d’ingrandimento sa molto di Sherlock Holmes, quindi le storie invisibili diventano visibili.
E poi c’è il salvadanaio, il simbolo storio del Banco Del Muto Soccorso…
Esatto, un simbolo che non può mai mancare.
Tornando al nuovo album, la storia ha anche a che fare con quello che stiamo vivendo oggi, per me stiamo tornando indietro nel tempo, dire Medioevo non è poi così sbagliato.
In parte hai ragione, invece di parlare di pace pensiamo alla corsa agli armamenti. Si ci
sono tante storie invisibili che parlano della contemporaneità, di oggi, noi sappiamo della guerra tra Russia e Ucraina, tra Israele e Hamas, ma ci sono tante storie invisibili di chi sta vivendo quei terribili momenti, storie che i telegiornali non dicono. Ma da quando esiste l’umanità esistono guerre, la guerra che c’è tra Hamas e Israele, assurda, civili della Palestina che vengono massacrati dai bombardamenti israeliani, ma la guerra da quelle parti c’è da tantissimi anni, così come anche in altre parti e non dimentichiamoci l’Africa, anche lì ci sono guerre. Quindi si in parte nel nuovo album si parla anche degli avvenimenti di oggi, storie invisibili che diventano visibili.
Ma, oltre alla storia, c’è un filo conduttore che unisce i tre album anche dal punto di vista musicale?
Si diciamo di si, ma sai quando fai un lavoro del genere, c’è una prima parte progettuale, ho pianificato che non dovevo comporre delle suite lunghe o meno lunghe, avevo bisogno di musica sotto forma d canzone, come delle fotografie fatte con la Polaroid da mettere una vicina all’altra. Ho cercato di catturare l’attimo fuggente, catturare delle foto di una realtà istantanea, scatti veloci, quando le Storie Invisibili sono come 12 foto scattare con una Polaroid. Ma in tutti e tre i brani trovi un po’ tutto il mondo del Banco, il progressive, la forma canzone, parti acustiche, ci sono controtempi e tanto altro, ma non fraintendermi una forma canzone impegnata, non da Festivalbar..
C‘è un brano di cui sei più entusiasta dell’intero album?
Sono entusiasta di tutti i brani, ma ce ne è uno che è molto bello ed è molto divertente per noi da suonare ed è “Il Mietitore”, perché i riff di chitarra sono tutti in tre quarti, mentre la batteria è in quattro quarti, il chorus e anche il cantato è in quattro quarti ed è poi dedicato ai contadini, a tutti gli agricoltori, che sono il perno della nostra economia e spesso non sono valorizzati.
Hai già in mente il futuro del Banco Del Mutuo Soccorso? “Storie Invisibili” è appena uscito, ma stai già pensando a nuovi brani?
Si ora sono preso dalla promozione dell’album, ma ho già in mente il prossimo passo e non voglio anticiparti nulla, solo che sarà un qualcosa di molto bello e dove voglio mettere in evidenza tutta la band che è fatta di ottimi musicisti e di bellissime persone, persone per bene e che questo lavoro lo fa con trasporto, con dedizione e quindi meritano più attenzione perché sono veramente una parte importantissimo di questo nuovo corso del Banco Del Mutuo Soccorso, ma non posso e non voglio svelarti di più, sarà una sorpresa.
Una discografia lunghissima, come scegli il setlist per non scontentare nessuno?
La scelta del setlist in effetti è molto impegnativa e delicata, perché non puoi logicamente inserire troppi brani e non puoi nemmeno tralasciare i brani del nuovo album e nemmeno quelli storici. Cerco di creare un impatto emotivo e trovare la giusta parte finale in crescendo e quindi devi cercare di trovare i brani giusti per creare questa dinamica emotiva. Partiamo subito dal nuovo album con tre brani estratti, due brani per i primi due episodi, due per entrambi, ma non puoi mettere in evidenza solo i brani degli ultimi anni, perché i fan ti chiedono i classici e a volte diventa anche una persecuzione, ma molto piacevole perché tutti noi della band amiamo sempre risuonare i grandi classici e loro vanno rispettati e non puoi quindi non fare “R.I.P”, “Non Mi Rompete”, “Il Giardino Del Mago”, “Il Ragno”, Traccia I”, brani che non devono mai mancare ad ogni concerto.
Grazie mille Vittorio. Lascio chiudere a te l’intervista, un messaggio per i vostri tanti fan, un invito ad ascoltare il nuovo e bellissimo “Storie Invisibili”.
Chi vuole ascoltare il nostro album deve essere pronto a tanta varietà di storie, questa trilogia vuole raccontare la storia delle donne e degli uomini, loa storia dell’umanità e quindi non può essere un ventaglio troppo stretto, l’umanità ha fatto tenti errori, oggi più che mai, c’è l’ucraino sotto i bombardamenti, c’è il mussulmano cacciato dalla Spagna 500 anni fa che ci ricorda anche a quello che sta succedendo oggi in Palestina e tante altre storie, come la storia di un pittore che mette nei propri quadri le meraviglie del creato, del mondo, perché il mondo è bellissimo, siamo noi, l’umanità, che lo rendiamo brutto, una dedica alla luce e all’invenzione del chiaro scuro estremo del Caravaggio, c’è il popolo dei trattori, dei contadini, come già ti ho spiegato in precedenza, sonio dimenticati e pagati di meno ma sono quelli che lavorano e faticano di più e spesso vengono denigrati, ma se noi sopravviviamo e mangiamo lo dobbiamo a loro e gli ho voluto dedicare “Il Mietitore”, il primo singolo, è la prima volta forse che il rock incontra il mondo dell’agricoltura. Tante storie, un ragazzo ed una ragazza che stanno dimostrando contro lo Zar nell’ottobre del 1917, anche se dopo la morte dello Zar ne sono arrivati altri 100, vedi i giorni nostri. Mi fermo qui, c’è è tanta musica e tante storie e spero che vi piaccia.
FABIO LOFFREDO