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BAMBOLE DI PEZZA – Intervista su “Wanted”

BAMBOLE DI PEZZA – Intervista su “Wanted”

In occasione dell’uscita del nuovo album “Wanted“, ho intervistato le BAMBOLE DI PEZZA.

Wanted è un titolo forte e diretto. Cosa significa per voi e qual è il messaggio che volete trasmettere con questo album?
Per noi Wanted racchiude perfettamente l’anima di questo disco e anche un po’ della nostra storia. È un titolo che richiama sia la voglia di essere cercate, desiderate, ascoltate, sia la condizione di chi viene ricercata” come se fosse una fuorilegge. Ci sentiamo spesso fuori dagli schemi, fuori dalle regole, fuori dalle etichette. In un mondo che ti chiede continuamente di rientrare nei canoni, Wanted è la nostra risposta: siamo qui, siamo vive, ci riprendiamo il nostro spazio senza chiedere il permesso.

Il disco è uscito dopo un lungo percorso artistico. Quali sono le principali differenze tra Wanted e i vostri lavori precedenti?
Negli anni siamo cambiate, cresciute, abbiamo vissuto, perso e ritrovato pezzi di noi stesse. E Wanted è figlio proprio di questo percorso. Se nei dischi precedenti c’era più istinto, più rabbia grezza, qui c’è la consapevolezza di chi ha imparato a conoscersi. Musicalmente ci siamo aperte molto di più a nuove influenze, abbiamo contaminato il nostro sound senza paura di snaturarci, anzi, scoprendo nuove sfumature di quello che siamo.

Qual è stato il processo creativo dietro questo album? Le canzoni sono nate in modo spontaneo o c’era un filo conduttore?
È stato un mix tra caos e lucidità. Alcune canzoni sono nate di getto, altre ci hanno messo mesi a trovare la loro forma definitiva. Non avevamo un concept deciso a tavolino, ma a un certo punto ci siamo rese conto che tutte le canzoni parlavano, in modi diversi, di ricerca: di sé stesse, di libertà, di amore, di riscatto. Era come se tutto facesse parte dello stesso viaggio, anche se all’inizio non ce ne eravamo accorte.

Ci sono stati momenti difficili o particolarmente intensi durante la produzione?
Assolutamente sì. Un disco come questo non nasce se non hai qualcosa di profondo da tirar fuori. Ci sono state giornate in cui ci siamo scontrate tra di noi, momenti in cui ci siamo messe in discussione come musiciste e come persone. Ma sono state proprio quelle fratture a permetterci di andare oltre e a dare al disco una sincerità che non si può fingere.

I vostri testi affrontano tematiche importanti come femminismo, ribellione e indipendenza. Quale canzone di Wanted sentite più rappresentativa in questo senso?
Senza Permesso rappresenta proprio questo. È un brano che parla di autodeterminazione, di forza, di non accettare più di dover chiedere scusa per quello che si è. È la voce di chi, dopo mille porte chiuse in faccia, decide di buttarle giù una volta per tutte. È un messaggio chiaro: non serve il permesso di nessuno per esistere.

C’è un brano che vi ha sorpreso particolarmente per la sua evoluzione rispetto all’idea iniziale?
Sì, Atlantide è sicuramente uno di quei brani. Quando è nata, era molto più delicata, quasi intima, e piano piano si è trasformata in un inno alla rinascita. Il testo ha guidato l’arrangiamento: più scavavamo nelle parole, più la musica si faceva potente, come un’onda che travolge. Alla fine, non era più solo una canzone, era un viaggio.

 Senza Permesso” è stato il primo singolo: come è nato e perché avete scelto proprio questo brano per anticipare il disco?
È nato in uno di quei momenti di fuoco, quando la frustrazione e la voglia di rivalsa si trasformano in musica quasi da sole. Lo abbiamo scelto come primo singolo perché era la sintesi perfetta di tutto quello che Wanted rappresenta: rabbia, coraggio, identità, forza collettiva. È un brano che ti prende per il collo e ti costringe ad ascoltare.

In Atlantide” e in altri brani parlate di ricerca e rinascita. Da dove nasce questa ispirazione?
Nasce dalla vita, semplicemente. Ognuna di noi ha avuto momenti in cui si è sentita persa, in cui ha dovuto fare i conti con la propria fragilità. Atlantide è la metafora di un mondo sommerso, un luogo segreto dentro ognuno di noi, dove vai a cercare risposte quando fuori non ne trovi. È una canzone che parla di cadute, ma anche di come si impara a nuotare.

Il disco vanta diverse collaborazioni importanti. Come sono nate e cosa hanno aggiunto al vostro sound?
Sono nate quasi tutte in modo naturale, da relazioni personali più che da strategie musicali. Con J-Ax, Divi, Giorgieness, MILLE, Etta c’è stata subito affinità umana, prima ancora che musicale. Collaborare con loro ha significato aprire le porte a contaminazioni che non avremmo esplorato da sole, e ogni featuring ha lasciato una traccia indelebile nel disco.

Fuori di testa” con Giorgieness celebra la sorellanza nel rock. Le donne devono ancora lottare per farsi strada?
Sì, la strada è ancora lunga, anche se qualcosa sta cambiando. Essere una band al femminile oggi significa ancora combattere contro pregiudizi e doppi standard. Fuori di testa” è una canzone che celebra il supporto tra donne, la forza che nasce dall’unione e dalla complicità. Se non ci sosteniamo tra noi, chi altro lo farà?

In “Nuvole di Sangue” si parla di dolore e perdita. È un brano autobiografico?
Molto, sì. Nasce da una ferita personale, ma crediamo che chiunque possa ritrovarsi in quelle parole. È una canzone che parla di accettare l’assenza, di fare pace con il dolore, di lasciare andare senza dimenticare. A volte la musica è l’unico modo per riuscire a dire certe cose.

Jack Out nella title-track porta un mix di trap, country e punk. Come avete deciso di includere questi elementi?
Durante la scrittura abbiamo capito che la cosa più bella della musica è che non ha confini, se non quelli che ti imponi. Jack Out è arrivato con la sua attitudine, la sua cifra stilistica, e abbiamo deciso di lasciare spazio a questa fusione di mondi: il punk delle nostre radici, la trap contemporanea, il country come richiamo alla narrazione. È stato un incastro perfetto.

Wanted mescola punk rock con influenze pop, rap e screamo. È stata una scelta naturale o una sfida?
Entrambe le cose. Da un lato è stato naturale perché riflette la musica che ascoltiamo e amiamo oggi, dall’altro è stata una sfida perché uscire dal proprio recinto” fa sempre paura. Ma ogni rischio ha portato una nuova consapevolezza, e ogni canzone è diventata un piccolo passo in più verso la libertà artistica.

Avete lavorato con nuovi produttori o team tecnici? Come ha influenzato il risultato?
Sì, abbiamo voluto metterci in gioco anche sotto questo aspetto. Nuove orecchie, nuove sensibilità, nuovi approcci hanno dato al disco una marcia in più. Non ci siamo accontentate di suonare bene”, volevamo emozionare, sorprendere, lasciare un segno.

Quali band o artisti vi hanno ispirato durante la scrittura e la registrazione?
Da Yungblud a Bring Me The Horizon, Paramore, The Offspring, ma anche artisti più lontani dal nostro genere, come Billie Eilish o artisti italiani contemporanei. Siamo onnivore musicalmente, ci lasciamo ispirare da tutto ciò che ha un messaggio forte.

Che reazione vi aspettate dai fan ascoltando Wanted?
Ci piacerebbe che si sentissero attraversati da qualcosa. Emozione, rabbia, forza, qualsiasi cosa, purché li faccia vibrare. Vogliamo che questo disco diventi colonna sonora di momenti importanti, belli o brutti che siano.

Quali canzoni non vedete l’ora di suonare dal vivo?
Tutte, ma Senza Permesso e Atlantide hanno un’energia speciale live. Non vediamo l’ora di sentirle urlare sotto al palco.

C’è un concerto o un momento live che ricordate come speciale?
Il primo grande palco non si scorda mai. Quel momento in cui capisci che la musica che scrivi in una stanza può arrivare a centinaia o migliaia di persone. È lì che abbiamo capito chi fossimo e chi volevamo diventare.

Come vi sentite alla idea di portare queste nuove canzoni in tour? Ci saranno sorprese?
Siamo carichissime! Abbiamo preparato uno show che non sarà solo un concerto, ma un’esperienza vera. Ci saranno momenti intensi, sorprese nella scaletta e, forse, qualche ospite.

Guardando indietro, cosa direste alle Bambole di Pezza degli esordi?
Non smettete di crederci, anche quando sembra tutto contro di voi.” E forse anche: Non abbiate paura di cambiare, di cadere e di ricominciare.”

Se doveste descrivere Wanted con una sola parola, quale scegliereste?
Rinascita. Perché ogni traccia racconta una nuova versione di noi.

Qual è il sogno più grande che avete ancora da realizzare?
Suonare su un palco immenso, davanti a un pubblico che canta con noi ogni parola. E, perché no, vedere un giorno più band femminili headline nei festival.

In Wanted si sentono influenze elettroniche e sperimentazioni nuove. Come è nata questa scelta?
Curiosità e voglia di metterci alla prova. Volevamo un suono che fosse nostro, che raccontasse chi siamo adesso e non solo chi eravamo. La musica non ha confini, e noi non vogliamo averne.

C’è un aneddoto divertente legato alla registrazione di Wanted?
Sì, uno su tutti: alcune delle linee vocali migliori sono nate in momenti di totale distrazione, tra una battuta e l’altra, quando ormai pensavamo di aver chiuso la sessione. È la prova che, quando ti diverti, le cose migliori vengono da sole.

Come sta andando il tour? Dopo queste date di aprile, ci sarà un tour estivo?
Il tour sta andando benissimo, ogni data è un’esplosione di energia e di emozioni. E sì, stiamo già lavorando al calendario estivo. Non vediamo l’ora di tornare sul palco e di incontrare chi ci sostiene. Preparati, perché quest’estate sarà rovente! 

MAURIZIO DONINI

Band:
JCleo (Martina Ungarelli) – voce
Morgana Blue – chitarra solista
Dani Piccirillo – chitarra ritmica, cori
Xina (Federica Rossi) – batteria, cori
Kaj (Caterina Dolci) – basso, cori

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