BALTO – “FORSE E’ GIUSTO COSI'”, IL DISCO D’ESORDIO DELLA BA …


Parliamo di “Forse è giusto così” il disco d’esordio dei Balto, band romagnola, artisti di grande talento.
Anticipato dai singoli “Le giornate da morire” feat. Cara Calma, “Quella tua voglia di restare”, “Preghiera della sera”, “Mac Baren” e “Niente di noi” pubblicato nel dicembre scorso e presentato in anteprima live sul palco del Covo di Bologna, il singolo “Forse è giusto così” ha avuto inizio nel 2018 ma per ragioni legate alla pandemia, vede la luce in questo periodo. I Balto, sono quattro ragazzi di Misano Adriatico con Bologna nel cuore, la loro base per molto tempo. Nel 2017, il loro primo EP dal titolo “E’ tutto normale”.
Una sorta di zattera a cui attaccarsi, in un mare burrascoso. Splendida metafora della vita in un momento storico di profonda incertezza:
Questo bellissimo disco d’esordio contiene nove tracce e – come dicevamo prima – era pronto già nel febbraio 2020 ma l’emergenza sanitaria e la pandemia hanno sparpagliato e rimescolato le carte e dunque l’album è rimasto nel cassetto quasi due anni; come tutti i cassetti ed i sogni da coltivare, i cassetti si aprono e liberano la creatività e l’arte che non può restare ingabbiata. La pandemia ha appiattito il nostro quotidiano, ha occupato e preoccupato la nostra mente e messo in evidenza le differenze sociali, ha creato ansia e incertezza; tutto questo i Balto lo hanno messo perfettamente in evidenza con un tratteggio molto profondo.
Come ci raccontano i Balto nell’intervista “Le canzoni di questo disco nascono dalla paura del futuro, da un sentimento di incertezza collettiva” – E ancora “L’esigenza di raccontare questa nostra normale fragilità si mescola al bisogno di rivalsa che volevamo in qualche modo trovare nello scrivere musica insieme”.
“Forse è giusto così” non è un brano rassegnato e come ci racconta la band “non è rassegnazione ma una presa di coscienza del fatto che la nostra vita non sia necessariamente e completamente nelle nostre mani”.
I Balto sono Andrea alla voce e chitarra, Marco al basso, Alberto alla batteria e Manolo, chitarra. Si incontrano, si trovano e si uniscono musicalmente nel 2017 uniti da una grande passione per la musica, li lega moltissimo l’indie rock britannico, riferimenti e stili musicali di varia natura – Biffy Clyro, Arctic Monkeys, The Strookes e altri artisti di caratura internazionale – con un tratteggio emozionale tutto personale e sfumature che prendono colore in questo album d’esordio pregiato e tutto da ascoltare.
Li abbiamo raggiunti e intervistati per Tuttorock:
Come nasce il vostro progetto, il disco “Forse è giusto così?” Qual è l’idea creativa e narrativa?
“Forse è giusto così” è il nostro primo album ed è nato per necessità.
Quando abbiamo cominciato a scrivere le prime canzoni non avevamo ancora le idee chiare su quale fosse la linea da seguire, il filo conduttore. Poi succede che le canzoni si raccontino da sole e piano piano abbiamo iniziato a capire quale direzione stessimo prendendo. In questo disco c’è un sentimento di incertezza di fondo che si mescola all’esigenza di doversela cavare, in qualche modo. Abbiamo immaginato di nuotare, galleggiare, in un mare di scelte e di incertezze, cercando di dare una nostra direzione delle cose, del nostro futuro, consapevoli che non tutto dipende essenzialmente da noi e che crescere significa anche prendere coscienza di questo”
Periodo di incertezza, senso di precarietà: quanto ci ha cambiati la pandemia e quanto ha cambiato voi, se vi ha cambiato?
“Siamo stati costretti a cambiare, stile di vita, modo di pensare e guardare al presente e al futuro. Personalmente ci ha indeboliti, in prima istanza, tantissimo. Abbiamo provato un forte senso di smarrimento e di paura verso il futuro, verso come le persone ed i rapporti umani e sociali stanno mutando. Vogliamo credere però che una volta finito tutto questo potremo fare come l’acqua, adattandoci nuovamente e velocemente ad un nuovo cambiamento, ad una nuova normalità e facendo caso in maniera più profonda a quanto è poco scontata la spensieratezza”
La musica, come tutto lo spettacolo, in difficoltà. I live nuovamente fermi, le date che si spostano. A rimetterci è la musica indipendente, in particolare;
“Purtroppo, sì. Sono anni che sogniamo un tour tutto nostro e ormai stiamo facendo il callo ai messaggi che ci comunicano il rinvio delle date. Le persone hanno bisogno della musica, lo diciamo da inizio pandemia, come del vivere l’arte in generale. Anche se abbiamo avuto l’opportunità di salire su qualche grande palco da festival noi non vediamo l’ora di ricominciare dai piccoli locali, a contatto stretto con le persone. Le istituzioni avrebbero dovuto fare di più per tutelare i piccoli club. C’è ancora tempo per recuperare e serve un segnale forte e chiaro di una vera ripartenza. Anche dietro ai piccoli progetti emergenti spesso ci sono tantissime persone che ci credono e ci lavorano dietro; il settore “musica” è davvero molto più ampio di quello che emerge sulla punta dell’iceberg. È ora di ricominciare sul serio”
Qual è la vostra esigenza narrativa?
“Facciamo musica insieme perché ci fa stare meglio; è un’esigenza che, trasformandosi in canzoni, ci fa sentire vivi. Questo disco l’abbiamo scritto fra i 23 e i 25 anni circa, periodo di transizione importante per tutti noi, e le canzoni sono state la nostra risposta al senso di incertezza e paura verso il futuro prossimo, personale più che collettivo”
Termine molto di moda oggi, la parola “resilienza”. La musica è resiliente, resistente o entrambe?
“La musica mette a nudo le nostre fragilità, che quindi diventano bellezza. Essere resilienti va bene, ma anche non esserlo. Resistere forse è molto più importante e profondo”
Come vivete in questo momento, la musica?
“Ci manca tantissimo la dimensione live, e questa cosa la soffriamo. Abbiamo fatto una bella data al Covo di Bologna a Dicembre e per un attimo era tornato tutto come prima; in quel contesto la musica, la gente, il palco, ci hanno fatto vivere delle bellissime sensazioni che ci hanno motivato. Finché non si potrà tornare a quella dimensione scriveremo nuove canzoni e cercheremo di passare insieme più tempo possibile”
Alessandra Paparelli

Alessandra Paparelli speaker e conduttrice radiofonica, collabora e lavora con diverse riviste e giornali cartacei.