AUGUSTO DAOLIO: UNO SGUARDO LIBERO – Intervista a Pietro Casarini

Da oggi 7 ottobre 2022 all’8 gennaio 2023 lo Spazio Gerra sede espositiva del COMUNE di REGGIO EMILIA (Piazza XXV Aprile, 2 – ingresso gratuito ad offerta libera) ospiterà “AUGUSTO DAOLIO: UNO SGUARDO LIBERO, il viaggio – la musica – l’arte”, la mostra commemorativa del grande talento artistico di AUGUSTO DAOLIO, fondatore e voce storica de I Nomadi. L’esposizione verrà inaugurata oggi, giorno esatto in cui ricorre il 30° anniversario dalla sua scomparsa, alle ore 17.00. Sarà possibile visitare la mostra tutti i venerdì, sabato, domenica e i giorni festivi dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.30.

Buongiorno Pietro, eccoci qui a parlare di questa mostra su Augusto Daolio; vogliamo iniziare raccontando come ti sei avvicinato al mondo Nomadi?
Ciao, io ero amico personale di Augusto, così come di Beppe Carletti, io sono nato nel 1970 a Novellara, per l’appunto il paese dei Nomadi, era quindi inevitabile toccare i Nomadi, così come lo è anche oggi per la presenza di Beppe. 

La band poi è tuttora in vita e va regolarmente in tour.
Certamente, compie 60 anni di carriera, e se i Rolling Stones si ritirano, come hanno annunciato per l’ennesima volta, i Nomadi che adesso hanno un anno in meno degli Stones, diventerebbero automaticamente il gruppo più longevo a livello mondiale. Questa è una notizia sbalorditiva se pensiamo a quanto durano i gruppi musicali mediamente. 

Di Augusto che ricordi porti?
Augusto era una persona unica, viva, curiosa, io lo incontravo sempre in giro, al bar, lui tornava da viaggi molto lunghi, ma aveva le sue radici a Novellara. Avevo 9 anni quando mia madre mi portò ad un loro concerto, il primo della mia vita; poi il caso, nel condominio dove abitavo al secondo piano, Augusto veniva spesso con Rosanna avendo degli amici che risiedevano al sesto piano, e pensa che, invece, al nono piano abitava il fratello di Augusto. E’ stata una conoscenza anche di ascensore (risate), almeno inizialmente; in seguito, verso la fine degli anni ’80, siamo diventati amici stretti io e Augusto, mi sono appassionato in maniera così viscerale ai Nomadi da diventare il fondatore del fan club nazionale. 

Non sembra nemmeno che siano passati già 30 anni dalla sua scomparsa.
No, anche se il suo aspetto lo faceva sembrare più anziano, ricordiamo che Augusto è scomparso ad appena 45 anni, ma lui è ricordato in tutti i concerti dei Nomadi e Rosanna continua a portare in giro ovunque le mostre dei suoi quadri. Augusto è sempre presente attraverso la sua arte, i suoi dischi, i suoi dipinti, e questa mostra va a integrare e arricchire tutta la sua essenza. Per la prima volta Rosanna ha messo a disposizione tanto materiale inedito che ha trovato nei cassetti; dei diari di viaggio dove Augusto raccontava di persone incontrate magari nelle sale di attesa degli aeroporti, biglietti di concerti cui assisteva, pass come quelli del Cantagiro, ma anche pensieri scritti al volo, alcuni diventati canzoni, altri che forse lo sarebbero diventate. Lui era un artista a tutto tondo, quando posava il microfono smetteva di cantare e basta, se metteva giù il pennello cessava di dipingere e basta, se appoggiava la penna terminava di scrivere e basta. Ma lui rimaneva sempre un artista incredibile, e come fai a non rimanere incantato da una persona così unica e talentuosa? Pensa che era autodidatta in tutto, non aveva mai preso lezioni su alcunché. 

Mi dicevi che sei anche il fondatore del fan group nazionale?
Esatto, fu nel 1991 che organizzai, guarda caso, una mostra dedicata ai Nomadi all’interno del Castello della Rocca, luogo che Augusto amava tantissimo. Non solo lui era appassionato di storia, ma aveva frequentato l’asilo che, a quel tempo, si trovava proprio all’interno del castello, e quindi conosceva tutte le segrete, le prigioni dei Gonzaga, ogni angolo del castello. In occasione di quella mostra, sia lui che Beppe ci fornirono tanto materiale, maglie del Cantagiro, costumi di scena, venne anche personalmente ad allestire la mostra dei suoi quadri a china. Con lui e Rosanna nacque questa forte amicizia, ci sentivamo spesso, arrivò a chiamarmi sul palco a cantare assieme (risate). 

Ho l’impressione che il grande pubblico conosca Augusto Daolio per la musica, per i testi, ma questa mostra può contribuire a mettere in luce il suo essere artista a 360°?
La sua attività pittorica è stata meno rilevante rispetto quella di cantante, ma iniziò proprio 30 anni fa a Reggio Emilia con una mostra personale di dipinti a olio. Lui è sempre stato restio a mostrare i suoi quadri, non tanto per un fatto di pudore, se non in minima parte, ma per il timore che la gente potesse pensare che usava il nome dei Nomadi per fini personali. Anche in questo si vede la grandezza di una persona grande e rispettosa, i Nomadi erano il suo gruppo, ma lui avrebbe desiderato tenere separate le due cose. Fino a quando lo convinsero che non c’era nulla di male, e a installare questa mostra pittorica. Dopo la sua scomparsa Rosanna ha voluto esporre le opere di Augusto, e tanti collezionisti hanno voluto donare i dipinti in loro possesso all’Associazione Augusto Per La Vita, un ente che raccoglie fondi per la ricerca sui tumori e offre borse di studio a giovani medici oncologici. Tanto è vero che la mostra è ad ingresso gratuito, ma ad offerta libera, e tutto il ricavato verrà donato all’Associazione Augusto Per La Vita che lo girerà al CORE (Centro Oncologico ed Ematologico di Reggio Emilia). 

Quadri ricercati e molto belli dal punto di vista artistico oltretutto.
Da questi dipinti traspare la malinconia che segnava Augusto, lui era un uomo libero, pieno di vita e interessi, ma nei quadri metteva questa sensazione di prigionia che traspare da questi cavalli presi tra le radici, questo rapporto tra uomo e natura, tra fauna e flora. Le sue opere hanno avuto anche il grande privilegio di essere esposte a Ferrara l’estate scorsa, con una entusiastica critica da parte di Vittorio Sgarbi. 

L’idea di montare questa mostra come è nata?
Tutto è iniziato con Rosanna che ha avuto questa voglia di ricordare i 30 anni dalla scomparsa di Augusto, e tramite incontri con il Comune di Reggio Emilia che si fatto parte attiva nella realizzazione della mostra. L’istituzione ha messo a disposizione questo Spazio Gerra, dove all’interno si muovono Lorenzo Immovilli e Stefania Carretti, i veri e propri curatori della mostra, assieme a Rosanna. Ci sono poi tante persone che lavorano alla mostra, io ho curato la timeline dei primi 20 anni di carriera dei Nomadi. La mostra è strutturata in maniera non ortodossa, ma per tenere viva l’attenzione dei visitatori, e non voglio aggiungere altro per non rovinare la sorpresa. Come dicevo sopra si troveranno tante cose, diari, memorabilia, tutto quello che può servire a comprendere perché Augusto cantava certe cose e non altre, a 19 anni cantava del nucleare, canzoni censurate come “Dio è morto”. Malgrado queste censure, i Nomadi andavano avanti senza paura. 

Stiamo parlando di canzoni immortali, senza tempo, in tantissimi concerti che seguo “Dio è morto” è riproposta da artisti di ogni tipo.
Assolutamente vero, assieme all’altro classico “Io vagabondo”. Il loro vestito di alta sartoria per così dire, arrivato nel 1972 quando tanti grandi protagonisti era spariti, un momento di transizione che loro superarono alla grande. 

Perfetto, vuoi aggiungere qualcosa sulla mostra?
I visitatori troveranno delle installazioni video, sia di carattere creativo che tattile, le Teche RAI ci hanno dato una grossa mano nel fornire materiale interessante, tra cui un concerto a colori quasi inedito del 1981 in un teatro di Campobasso, pensa che tra una canzone e l’altra si trovano interviste raccolte ai componenti della band. C’è uno speciale con Roberto Vecchioni del 1977 in cui cantano i loro grandi successi. C’è un video del 1971 in cui cantano il b-side di un 45 giri, parliamo di materiale prezioso e veramente interessante, i due curatori (Lorenzo Immovilli e Stefania Carretti,) hanno fatto un lavoro davvero eccezionale. 

MAURIZIO DONINI

«Lo scopo della mostra è quello di esaltare tutte le sfaccettature di Augusto, sia attraverso la musica che le opere d’arte, ma soprattutto con materiali inediti, come testi di canzoni mai pubblicate od appunti per canzoni rimaste purtroppo incomplete, così come manoscritti e diari – dichiarano Lorenzo Immovilli, Stefania Carretti e Pietro Casarini, curatori della mostra – e la data è stata scelta anche perché il 10 maggio di trent’anni fa Augusto ha inaugurato la sua mostra di dipinti ad olio per la prima volta, è come se in questo modo tornasse a Reggio Emilia».

La versatilità di Augusto Daolio nell’ambito delle arti musicali, visive e la sua abilità in quanto scrittore nonché divulgatore sarà testimoniata dalla raccolta delle sue produzioni composta da disegni, dipinti, schizzi, taccuini di viaggio, fotografie, manoscritti e video, la maggior parte dei quali provenienti dagli archivi personali di Rosanna Fantuzzi, compagna di Augusto Daolio: «Ho sentito la necessità di aprire alcuni spazi chiusi da sempre contenevano quel privato solo “nostro” che però ora era doveroso condividere con le persone, le stesse alle quali Augusto aveva offerto una grande parte di sé, con passione e affetto».

I ricavi saranno devoluti all’Associazione Augusto Per La Vita e al CORE (Centro Oncologico ed Ematologico di Reggio Emilia).
Per maggiori informazioni chiamare il numero 0522 585654 o visitare il sito www.spaziogerra.it/programma/augusto-daolio-uno-sguardo-libero/
www.augustoperlavita.it – www.ausl.re.it/core