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AMANTI DI NEFASTO – Intervista al cantante Stefano Diamanti

AMANTI DI NEFASTO – Intervista al cantante Stefano Diamanti

Gli Amanti Di Nefasto sono una nuova band ideata dal cantante Stefano Diamanti e oggi membri della band ha avuto esperienze passate con realtà metal e progressive italiane. Ne ho parlato proprio con il cantante che ci racconta un po’ la storia della band che ha già all’attivo un EP uscito lo scorso anno. Di seguito l’intervista. .

Ciao e benvenuto su Tuttorock. La prima domanda è di presentare la band. Come nascono gli Amanti Di Nefasto?
Ciao Fabio, grazie per il prezioso spazio concesso anzitutto. Gli AdN nascono dalla mia volontà (Stefano Diamanti, vocalist) e da quella di Luca Gaigher (polistrumentista e paroliere di stanza a Parigi). Durante il lockdown contattai Luca con l’intento di portare a termine alcune idee su cui avevamo già lavorato tempo prima. Non siamo partiti con grande determinazione, un po’ per la situazione politico economica, un po’ per la consapevolezza della singolarità del progetto che avevamo intenzione di proporre. Progressivamente (lasciami abusare del termine !) ci siamo resi conto della buona caratura della musica creata, grazie anche ai riscontri dei numerosi amici e colleghi della scena italiana. Il nostro EP, pubblicato a Giugno ‘24, ha visto la luce all’improvviso senza troppi annunci. A livello pratico abbiamo lavorato su quattro pezzi, per un totale di 28 minuti di musica. Luca nel tempo, ha scritto arrangiato e suonato tutti gli strumenti nel suo studio a Parigi, ad eccezione delle linee di basso, sapientemente scolpite da Andrea Arcangeli dei DGM, anche lui vecchia conoscenza, e persona di cui abbiamo molta stima. Infine ho inciso le tracce di voce qui a Roma, presso gli Outer Sound Studios di Peppe Orlando, con cui condivido un’amicizia ed una collaborazione musicale che dura da circa 30 anni, di cui più avanti vi spiegherò i dettagli. Si tratta quindi di una autoproduzione a tutti gli effetti; sebbene avessimo ricevuto proposte per stampare in copia fisica, abbiamo preferito gestire le nostre energie in autonomia per cercar di far viaggiare la musica più che un prodotto.

Provenite tutti da storiche band del metal e progressive italiano, quanto delle esperienze passate avete portato nel sound della band?
Ci tengo a sottolineare l’importanza della mia esperienza con gli Abstracta (Elevate records,1999); diedi vita alla band insieme ai miei amici Giuseppe Orlando (batterista storico dei Novembre, Foreshadowing, Airlines Of Terror, Inno ) e Fabio Sanges (che entrò poi a far parte dei DGM), la nostra musica era devota ai primi Dream Theater, Symphony x, Angra ed inizialmente avremmo dovuto cantare in italiano. L’etichetta, ci chiese di riscrivere i testi e offrire un prodotto più internazionale; oltre a queste prime frizioni, durante le registrazioni, a causa di differenze di artistiche dovetti abbandonare a malincuore il progetto che vide comunque la luce, lasciando una buona impressione sul pubblico dell’epoca, considerati da chi si ricorda, come band di culto. Negli AdN milita anche Andrea Arcangeli, membro de DGM da oltre 20 anni e anche dei Noveria. Andrea, oltre ad essere un grande professionista, ha fornito il suo enorme contributo ed i suoi consigli perportare il lavoro a livelli successivi. Siamo veramente orgogliosi di poter contare su di lui. Devo chiarire un punto per tornare alla domanda iniziale: il sound globale della nostra musica si distanzia dalle band da cui proveniamo o in cui abbiamo militato, gli AdN sono una creatura a parte.

Lo scorso anno è uscito il vostro primo EP. Come sono nati i brani?
Come ti ho anticipato nella prima risposta, durante il 2020, contattai Luca Gaigher, mio amico di vecchia data, con cui ho avuto modo di collaborare spesso negli ultimi 20 anni. Quando da giovanissimo prese la chitarra in mano, era un fan degli Abstracta, conosce bene la mia voce ed i miei gusti musicali, che sono identici ai suoi; credo che lui sappia scrivere melodie adatte alla mia voce, in cui mi rispecchio completamente. I brani si sono sviluppati nell’arco di una decade, hanno spesso cambiato forma, gettati nel cestino e riesumati. Ma quanto avvenuto nell’ultimo paio di anni e’ incredibile, sembra come se i pezzi avessero preso vita e si fossero palesati da soli.

State preparando quindi un full-lenght album ? Quale strada percorrerà e quando è prevista l’uscita?
Luca, l’eminenza grigia del gruppo quindi, ha già almeno 30 minuti di musica (circa quattro canzoni ); di solito, durante le sue incursioni bimensili a Roma, ci fa ascoltare le demo sulle quali poi ognuno incide le proprie parti. Il processo e’ piuttosto breve; per scaramanzia non mi sbilancerei vista la lunga gestazione del primo EP, ma spero di poter concludere e pubblicare per dicembre 2025. Sarà il nostro primo album, dove dimostreremo che facciamo sul serio. Sarà necessario avvalersi di un’etichetta che sappia aiutarci a lavorare sui media, e ovviamente suonare tanto dal vivo, abbiamo già’ molte proposte per l’estate.

Perché il nome Amanti Di Nefasto?
Ho partorito il nome passando molte notti insonni, riflettendo sulla risposta che i popoli darebbero alle elite mondiali se fossero coesi: gli Amanti di Nefasto, sono una immaginaria associazione massonica, che avrebbe come scopo sovvertire gli ordini imposti dai potenti, ad ogni livello, attraverso la distruzione simbolica ovvero usando come armi la poesia e l’arte; se tutto ciò si verificasse forse potremmo vivere nel mondo perfetto. La dicotomia fra l’Amore e la Guerra fornisce l’elemento di equilibrio, questa formula ricorre spesso anche nei nostri testi. In realtà ti confido anche che si tratta dell’anagramma del mio nome e cognome.

Di cosa trattano i testi?
Questa è una domanda che giro volentieri a Luca, colui che li ha meravigliosamente creati. Ancor meglio, mi piacerebbe sapere dagli ascoltatori il significato che trovano nei nostri testi; questo e’ uno degli aspetti che adoro del cantare in italiano, ovvero riuscire ad essere compresi immediatamente, senza traduzioni. Ad ogni modo, come da testuali parole di Luca: “ Non è mai elegante fare l’esegesi di se’ stessi “ , tuttavia Luca ci tiene a sottolineare che la chiave di tutto è il contrasto fra il sacro e il profano, il mito ed il quotidiano, il linguaggio alto e basso. Di base le tematiche sono legate alle emozioni umane ed agli istinti più comuni come l’amore, il sesso, l’ironia, la tristezza. Il tutto raccontato attraverso figure retoriche molto divertenti, quasi delle pièce teatrali.

Perché la decisione di cantare in italiano?
Anzitutto perche’ è la nostra lingua, niente di più scontato. E’ la lingua con cui ci esprimiamo quotidianamente, e dobbiamo avere il coraggio di esprimerci con questo stupendo idioma, ricco di storia e di significati. Come ti avevo premesso nella prima domanda, creare musica in lingua italiana è una missione che ho cercato di inseguire in tutti questi anni, fin dagli esordi con gli Abstracta. Siamo consapevoli di essere molto di nicchia, ma ciò che facciamo soddisfa i nostri animi folli. Una considerazione che faccio spesso quando ascolto band italiane che cantano in inglese, è che molto spesso la lingua inglese “maschera” le idee a livello di significati; cantare nella nostra lingua mette a nudo sia noi che l’ascoltatore, non c’è possibilità di nascondersi, bisogna rischiare tutto anziché’ rischiare di scadere nel banale.

Come definite il vostro sound, progressive rock e progressive metal?
Sai, le definizioni sono fastidiose ma sono utili per capire il nostro orientamento musicale; abbiamo già menzionato troppe volte i Dream Theater, non vorrei che i vostri lettori ci identifichino con il loro sound, anche se non nascondo di essere stato follemente innamorato del periodo iniziale, con Kevin Moore. La nostra musica si trova esattamente a metà strada tra il progressive italiano degli anni ‘70 ed il metal moderno, con contaminazioni di vari generi come l’elettronica ed il cantautorato All’interno di questo vasto frangente, ci troviamo in una situazione di completa libertà compositiva, possiamo utilizzare ogni colore della nostra tavolozza a seconda dell’atmosfera che abbiamo intenzione di creare.

Le vostre influenze musicali?
Anche qui ti direi, a grandi livelli, che potrei confondere chi non ci conosce, menzionando solo alcuni artisti. Ci piace attingere a piene mani da tutta la musica creata dalla notte dei tempi ad oggi. Per essere onesti, siamo molto devoti al rock progressive ed al cantautorato italiano anni ‘70, quindi Banco, PFM, Battiato, Battisti; per quanto riguarda il metal più moderno, adoriamo la libertà ed il coraggio di band che hanno cambiato le regole, parliamo di Tool, Opeth, Death, Pantera, Iron Maiden; riguardo il progressive classico direi, Yes, EL&P, King Crimson, Gentle Giant. Ma la musica che abbiamo mangiato e metabolizzato è molto vasta, mi servirebbe un’intervista a parte.

Progetti futuri?
Nulla altro che il nostro primo album, fra tutte le difficoltà che incontreremo, sarà una sfida importante; e poi suonare live nel nostro amato stivale, quella sarà finalmente l’occasione per incontrare i nostri veri Amanti.

Chiudi l’intervista come vuoi, un messaggio per entrare nel vostro universo musicale.
Saluto tutti i lettori di Tuttorock e ringrazio te Fabio per l’interesse e la chiacchierata; devo fare un ringraziamento speciale anche a Francesca Saglia che ha curato il nostro ufficio stampa e ha fatto un ottimo lavoro di promozione all’alba del nostro cammino. Siamo una band capace di cambiare pelle ad ogni brano, il termine progressive forse non è adeguato al 100% ma sicuramente rende l’idea di dove vogliamo arrivare. Ascoltate il nostro lavoro, siamo presenti su Spotify, Youtube, Facebook ed Instagram, è piuttosto facile trovarci e speriamo di venire nella vostra città presto.

FABIO LOFFREDO

Band:
Stefano Diamanti: Voce
Luca Gaigher; Tastiere e batteria
Andrea Arcangeli: Basso
Fabio Sanges: Tastiere
Alessandro Beato: Batteria

https://www.facebook.com/amantidinefasto

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