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ALICE – Intervista alla grande Carla Bissi in arte Alice sul tour “Viaggio in …

ALICE – Intervista alla grande Carla Bissi in arte Alice sul tour “Viaggio in …

Carla Bissi aka Alice, canta sin da bambina, piccolissima: oggi ama spesso ricordare, in alcune interviste, che la prima volta che cantò in pubblico fu a 15 mesi, in chiesa a Forlì, sua città nativa, di fronte a un presepe durante la notte di Natale. A otto anni Carla incomincia a studiare pianoforte e canto, partecipando a varie manifestazioni canore riservate ai bambini. Esordisce poi ufficialmente nel mondo discografico nell’estate del 1971, vincendo il Festival “Voci Nuove” di Castrocaro Terme con la canzone “Tanta voglia di lei” dei Pooh. Segue una lunga carriera piena di soddisfazioni e grandi successi, ed il futuro è ancora pieno di sorprese che questa grande artista ci regalerà di sicuro.

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Una carriera lunga e straordinaria, anche se a vederla di direbbe una ragazzina, facendo un salto nel passato, come nacque la voglia e la decisione di intraprendere la carriera di cantante?
Il tutto è venuto in maniera del tutto naturale, fin da piccolissima, venendo da una famiglia di musicisti avevo già una predisposizione originale. Ho iniziato a studiare canto fin da piccola, poi dopo vari eventi ho deciso di trasformare questa mia passione in una vera e propria professione. E’ stato verso i 16-17 anni, con le grandi soddisfazioni alla Gondola d’Argento, Castrocaro e Sanremo; lì ho compreso che il canto poteva essere la mia strada.
 
Canzoni spesso anticipatorie rispetto i tempi, cantautorato, ma ha toccato anche il rock con nomi quali Tony Levin e Phil Manzanera, il jazz con Paolo Fresu, Roberto Cacciapaglia, la new wave. In che genere si inserirebbe?
Molto ha sicuramente influito Francesco Messina, poi Battiato tantissimo, un modo musicale che nel tempo si è modificato a seconda delle necessità e del momento. Per il genere io preferisco non catalogarmi, in quanto sarebbe sicuramente riduttivo, ci sono state tantissime contaminazioni. Con Cacciapaglia abbiamo lavorato in maniera eccezionale, concludendo poi l’album a New York; è stata un’esperienza bellissima. Ho lavorato con musicisti nazionali ed internazionali bravissimi, che sono stati chiamati proprio per queste loro peculiarità.
 
Un successo che, incredibilmente per l’Italia che è sempre avara di esportazione musicale, ha valicato le Alpi arrivando in Francia e Germania.
In Francia direi di no, in Germania e tutta l’Europa del nord certamente, in Francia no, ogni tanto cerco di modificare le notizie riportate in modo errato su internet, ma poi alla fine lascio perdere.
 
Lei è passata in tutta la storia della evoluzione musicale, dal vinile e musicassette allo streaming, come hai vissuto questa trasformazione?
In pratica come l’hanno vissuta tutti, l’ho subita (risate).
 
Lei è autrice e compositrice delle tue canzoni, brani sognanti e visionari, come nascono le idee?
Diciamo che sono nata come interprete, sono diventata cantautrice per necessità e disperazione, poi ho recuperato nel corso del tempo il piacere incredibile di interpretare canzoni di altri. In quanto all’ispirazione ci sono le canzoni, che a mio giudizio sono le meglio riuscite, che nascono da qualcosa che già esiste ed attraverso la mia interpretazione arrivano a compimento. Altre volte nascono prima dal testo o piuttosto dalla musica, sono momenti ed esperienze che arrivano da momenti improvvisi, come catturare qualcosa che in quel momento ti colpisce, riflessioni o stati d’animo che entrano in noi e che poi vengono riportati all’esterno attraverso musica o testi. Qualunque tipo di espressione artistica penso si basi su questo tipo di impulsi.
 
Si è cimentata anche in campi quali Teatro e letteratura, con letture e speech.
Cerco di portare avanti e mettere l’accento sul valore della parola e della poesia, anche se questa non avrebbe certo bisogno di essere musicata. Bisogna stare molto attenti in questo per non rovinare un’opera d’arte che non ha certo bisogno di essere musicata, la poesia è già compiuta di per sé. Bisogna muoversi con attenzione in questo terreno, ma è affascinante essere al servizio della poesia e della letteratura.
 
Sanremo, come l’hai visto cambiare in questi decenni, sempre soddisfazioni, dalla vittoria 1981 al festival a quella recente della critica con Ron nel 2018.
Quando lo vinsi io nel 1981 l’orchestra non esisteva, si cantava dal vivo, ma su base, era uno scenario alquanto asettico. Quando nel 2000 vi sono tornata Sanremo era tornata agli antichi splendori con l’orchestra e tutto il resto. Lo scorso anno quando vi ho partecipato con Ron è stato ancora diverso, con tutta la televisione che l’ha trasformata in uno spettacolo. Sanremo è sempre cambiata, quando qualcosa non cambia, poi muore, se poi il cambiamento sia in meglio o in peggio questo è un altro discorso.
 
Una scelta impegnativa quella di andare in tour teatrale interpretando alcuni tra i più grandi cantautori italiani, come è nata questa decisione?
Il progetto “Viaggio in Italia” è nato nel 2003 da cui è venuto fuori anche un disco, ho sentito l’esigenza di valorizzare la parola, la canzone d’autore. Sono molto attenta alla scelta musicale e quindi mi sono mossa in questa direzione. Nel disco si trovano anche altri artisti come Battisti che poi sul palco non troverete, altrimenti avrei dovuto dividere il concerto in due serate, quindi si sono dovute fare delle scelte. Un viaggio che poi non prevede solo canzoni di altri, ma anche mie, quindi ci divertiremo sicuramente tutti assieme.

MAURIZIO DONINI

 
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Autore

Supervisore Informatico, Redattore della sezione Europa in un quotidiano, Opinionist in vari blog, dopo varie esperienze in numerose webzine musicali, stanco dei recinti mentali e di genere, ho deciso di fondare un luogo ove riunire Musica, Arte, Cultura, Idee. https://www.mauriziodonini.it