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The Darkness & Black Label Society – Live @ Pistoia Blues Festival 18-7-20 …

The Darkness & Black Label Society – Live @ Pistoia Blues Festival 18-7-20 …

L’onore di aprire la lunga serata del Pistoia Blues è dei Noise Pollution, gruppo Hard ‘n’ Heavy bolognese che riesce a coinvolgere il pubblico che man mano sta affluendo in piazza del Duomo. Il sound della band è ruvido, le melodie coinvolgenti e le linee vocali graffianti riescono a  trasmettere a tutto il pubblico energia ed entusiasmo.

Dopo di loro sul palco salgono i Runover, gruppo toscano che suona un buon groove thrash metal, violenti e granitici al punto giusto.

I Rain, anch’essi bolognesi che includono nelle loro fila anche il cantante dei sopracitati Noise Pollution, propongono al pubblico, che continua ad aumentare, mezz’ora abbondante di puro rock ‘n’ roll. Il nuovo cantante è decisamente all’altezza dei precedentii, mentre tutti i musicisti sono ben affiatati e energici; la band propone anche il nuovo singolo in anteprima dal vivo, “Kite ‘n roll”, che ottiene un’ottima risposta dal pubblico presente.

Tocca ora ai J27, band che mi ha completamente conquistata, a partire dal nome, che rende omaggio ai grandi del Club dei 27 e che annovera tra i suoi membri Glenn Strange (Death SS) che dà un valore aggiunto soprattutto in sede live. I J27 suonano un hard rock potente e si muovono sul palco come i grandi del rock and roll, saltando, ammiccando al pubblico e interagendo molto tra di loro. Il ritmo è serrato e tutti i presenti reagiscono molto bene, saltando e dimenandosi per sostenere attivamente l’ottima prestazione dell’ultima band di spalla.

Dopo un po’ di attesa per il cambio palco, sulle note di “The beginning… At last”  salgono sul palco i Black Label Society, la folla esplode in un boato e sotto palco inizia il pogo.

Zakk come al solito sfoggia i suoi fenomenali assoli da sopra la pedana rialzata, mentre John JD De Servio scherza con il pubblico sempre più infiammato. Il concerto è adrenalinico, i BLS alternano brani datati con pezzi tratti dal loro ultimo lavoro in studio, “Catacombs of Black Vatican”, fino ad arrivare al momento più tranquillo e introspettivo della serata, prima con l’ultimo singolo “Angel Of Mercy” e poi con il tributo a Dimebag Darrell con “In this river” eseguita da Zakk al pianoforte con alle spalle grandi poster con il volto sorridente dell’amico ucciso ormai quasi 11 anni fa.

Il concerto si chiude con la tripletta di fuoco “The blessed Hellride” “Concrete Jungle” e “Stillborn” che lascia tutti stanchi e doloranti a causa del pogo, ma soddisfatti per il bel live.

Il palco si svuota, vengono rimossi i muri di casse Marshall ed è il momento per i The Darkness: la curiosità dopo le disavventure di Justin Hawkins che avevano portato allo scioglimento della band nel 2006 è davvero molta, ma la realtà supera le aspettative. La band si presenta sul palco carica di energia, in forma smagliante, la voce di Justin è potente  e precisa, e la sezione ritmica è granitica grazie all’ingresso nella band di Rufus Taylor, figlio d’arte del chitarrista dei Queen .

Le ottime ritmiche di Dan Hawkins permettono al fratello e frontman del gruppo di potersi permettere di cantare molti brani senza suonare la chitarra, o prendendola a metà del brano, in modo da poter liberamente saltare sul palco, ammiccare al pubblico e gesticolare a più non posso.

Dal punto di vista della scaletta la scelta è stata davvero felice, alternando brani dal fortunato “Permission to land” e i singoli di successo dell’ultimo album, come “Open Fire” e “Barbarian” ma quello che più è evidente guardando e ascoltando l’esibizione di stasera dei The Darkness, è che la band si diverte davvero a stare sul palco, a suonare e a far cantare a squarciagola i loro fan. I richiami ai grandi della musica rock si sprecano, dalle movenze di Justin al completo t-shirt dei Thin Lizzy e pantaloncini bianchi da sport molto anni ‘80 che ricordano i Queen, al look molto seventies del bassista Frankie Poullain che cita sicuramente Jimi Hendrix.

Verso la fine del live Justin decide prima di scendere nel pit con la su chitarra, poi di farsi prendere sulla spalle da un ragazzo della crew e farsi portare in mezzo al pubblico, facendo un bel giro panoramico della piazza, per poi tornare sul palco, arrampicarsi sulla struttura laterale e fare le flessioni ad un paio di metri di altezza.

Per concludere, uno show adrenalinico, straripante di energia che ci ha mostrato i The Darkness in gran spolvero che hanno letteralmente infiammato le quasi 5mila persone presenti.

ALESSANDRA MERLIN
Photoset by NINO SAETTI

Credits: si ringrazia la DAVVERO COMUNICAZIONE per la superba efficienza, organizzazione ed esemplare disponibilità.

Gallery completa
Evento Fb

Black Label Society
1.  The Beginning… At Last
2.  Funeral Bell
3.  Bleed for Me
4.  Heart of Darkness
5.  Suicide Messiah
6.  My Dying Time
7.  Damn the Flood
8.   Guitar Solo
9.   Godspeed Hell Bound
10. Angel of Mercy
11. In This River
12. The Blessed Hellride
13. Concrete Jungle
14. Stillborn

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The Darkness
1. Black Shuck
2. Open Fire
3. Growing on Me
4. Mudslide
5. Get Your Hands Off My Woman
6. Hammer and Tongs
7. One Way Ticket
8. Love Is Only a Feeling
9. Friday Night

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