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IN THE GARDEN OF WONDERLAND: SOLIERA COME BERLINO ALLA SCOPERTA DEGLI  Einstürzende Neub …

IN THE GARDEN OF WONDERLAND: SOLIERA COME BERLINO ALLA SCOPERTA DEGLI  Einstürzende Neub …

 “Arti Vive: Wonderland” festeggia il suo nono anno e lo fa nel migliore dei modi  ospitando artisti lontani dal circuito mainstream. La scelta di inaugurare l’apertura del Festival con lo spettacolo di una band come gli Einstürzende Neubauten è cifra inequivocabile della marcata attenzione che “Arti Vive” pone nei confronti della qualità. 

Sono le 21.45 precise, quando i tedeschi e puntualissimi Einstürzende aprono le danze con la calibrata ed elegante “The Garden” (traccia 7 dell’album “Ende Neu”, 1996 poi rimasterizzato nel 2009)  “…You will find me if you want me in the garden/ unless it’s pouring down with rain” canta Blixa Bargeld e lo fa con quella sua timbrica profonda e la voce soffusa, incantando gli spettatori e accompagnandoli con elegante sapienza verso la caotica e ritmata “Die Interimsliebenden”. I ritmi si fanno più intensi e le frequenze si alzano sempre più con l’introduzione di strumenti che appaiono -a mano a mano- sempre più particolari e unici. Come ad esempio il “bidone in latta” suonato dal batterista come fosse macerie di qualcosa che cade dal cielo creando un’atmosfera incandescente e tuonante che prende in vita in brani quali “Nagorny Karabach” (secondo brano contenuto in “Alles Wieder Offen”, 2007) e “Dead Friends” che parla di come vi sia un posto “around the corner” ovvero “intorno a qualche angolo” terreno o ultraterreno dove le anime degli amici più cari, passate a miglior vita, risiedono facendoci sentire la loro presenza. I testi forti, cantati metà in inglese e metà in tedesco (notizia sicuramente nota a chi conosce questa band da sempre) narrano emozioni che possono riguardare tutti noi come ad esempio il brano “Youme & Meyou” contenuta sempre in “Perpetuum Mobile” (supporter edition) che recita le seguenti parole “(“Tu sai cosa vogliamo io e te, io e te sappiamo cosa vogliamo”).

Un inno alla libertà d’azione, alla ribellione verso chi desidera tarpare le ali del pensiero imponendo le proprie scelte; un brano intenso che critica il vizio della società di dar più importanza allo “Status Quo” che alle “leggi fisiche della gravità”. Temi forti trattati con parole capaci di scavalcare le traduzioni, parole il cui significato si avverte pur non comprendendo ogni sillaba. La capacità di Blixa di tenere la scena oltre che attraverso la voce (incredibilmente capace di adattarsi e cambiare a seconda dei cambiamenti di ritmo e tonalità) soprattutto grazie alle espressioni del volto, avvicina molto la band al campo teatrale, all’arte della performance giocata anche tramite l’ “invenzione” di strumenti “ad hoc” quali ad esempio una sorta di rullo che produce un suono estremamente simile a uno xilofono e un altro strumento composto da tre tubi estremamente lunghi suonati come fossero da percuotere con una bacchetta. Ad un tratto sembra di sentire un violino che stride e invece ci voltiamo scoprendo che è la voce di Blixa, appena straniata e straziata in un urlo terribilmente “unheimlich” (poco rassicurante eppure affascinante).

Creatività, teatralità, attenzione al sociale: tutto questo e molto altro è ciò che gli Einstürzende  hanno saputo regalare a un pubblico pagante ed entusiasta, attento e assolutamente poliglotta, capace di capire quando Blixa si lamenta per i flash dei vari telefonini e macchine fotografiche che lo fulminano. Gente di cuore, capace di soccorrere un ragazzo somigliante a Dave Gahan (come giustamente suggeriva il fotografo Stefano Nieri) sentitosi male (forse per l’emozione?). Dopo “Kein Bestandteil Sein”, “Sonnenbarken “, “Von Wegen” (“Alles Wieder Offen”) e “Sabrina” decido di fare un giretto di perlustrazione scorgendo tra il pubblico, mi sembra, il cantautore Dino Fumaretto (o un suo sosia?). Ragazze sdraiate sulla collina ascoltano le ultime note  osservando le stelle in quel cielo terso e generoso tipico dell’estate inoltrata catturando la mia attenzione. Dopo aver presentato i componenti della band, è già tempo di andare per gli Einstürzende , che ci hanno fin qui regalato circa un’ora e mezza di live intenso garantendo una professionalità a livelli massimi senza alcun momento di stanchezza. Il pubblico esorta in maniera educata la band a uscire e questi ultimi non si fanno attendere regalandoci gli ultimi brani.  “Let’s do it a Dada” e “Alles(ein Stück im alten Stil)” chiudono l’incredibile spettacolo (entrambe le tracce sono contenute nella “supporter edition” del succitato “Alles Wieder Offen”).

DAFNE D’ANGELO
Photoset di Teffan Hawk

Componenti Band:
Blixa Bargeld– voce,chitarra
N.U. Unruh (Andrew Chudy) – percussioni, voce
Rudy Moser – percussioni, voce
Jochen Arbeit – chitarra, voce
Alexander Hacke – basso, voce

CONTATTI:
https://www.facebook.com/EinstuerzendeNeubauten
https://www.youtube.com/user/neubautenorg
http://www.artivivefestival.it/2015/il-festival

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Credits: un vivo ringraziamento ad Arti Vive che con il suo efficientissimo Ufficio Stampa ha permesso tutto questo.