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GLENN HUGHES “Performs classic” – Live @ Estragon Club, Bologna 8-4-2019

GLENN HUGHES “Performs classic” – Live @ Estragon Club, Bologna 8-4-2019

“Quando tornerete a casa date una carezza ai vostri bambini e dite loro che questa è la carezza di Glenn Hughes”. Oppure: “Questa voce po’ esse fèro o po’ esse piuma. Oggi è stata piuma”. Due citazioni antipodiche che sintetizzano bene la serata e l’efficace prestazione di Glenn Hughes, “the voice of rock” che ritorna a Bologna dopo qualche anno presentando una scaletta che va a pescare unicamente dal periodo della sua militanza nei Deep Purple, non a caso infatti questo tour è denominato Glenn Hughes performs classic Deep Purple.

Accompagnato da Ash Sheehan alla batteria, Mike Mangan alle tastiere e dal talentuoso chitarrista danese Soren Andersen, Glenn offre una performance coinvolgente in soli dieci brani per la durata di quasi due ore di concerto – partendo dalla immortale Stormbringer che apre alla grande il set che trasuda suono ed atmosfere settantiane, procedendo con Might just take your life e quindi la sensuale Sail away, tirata un po’ per le lunghe e la “latina” You fool no one” fino a sfociare in un potente assolo di batteria da parte dell’inglese Sheehan.

Glenn si presenta in maniera cordiale, amorevole, come un vecchio zio che va a trovare gli amati nipoti dispensando caramelle, in questo caso sotto forma di acuti – talvolta fini a sé stessi e giusto per ricordare che è ancora lui “la voce del rock” pur mantenendo le sue caratteristiche soul che hanno sempre contraddistinto la sua potente voce, a volte quasi cinguettando più che cantare.

Tra un “I love you” e l’altro trova il tempo di ricordare e far ricordare a tutti il geniale Tommy Bolin, talentuoso chitarrista americano noto per avere sostituito nientemeno che sua maestà Richie Blackmore nel sottovalutatissimo Come taste the band. Hughes era molto legato a Bolin e la sua prematura scomparsa per overdose ha trascinato lui stesso in un vortice di perdizione da cui è riuscito ad uscire prima che fosse troppo tardi, riportando la sua carriera in auge senza mai dimenticare l’amico. Stasera lo celebra con la immortale You keep on moving seguita dalla potente Gettin’ Tighter -“a simple song”  come la chiama Glenn lodando le doti di songwriter dell’allora compagno di band David Coverdale.

Glenn trova anche il tempo di ricordare Jon Lord eseguendo Holy man, tratto da Stormbringer e scritto a quattro mani con il Maestro stesso. Poche note ci introducono al blues dei blues, quella che all’epoca era stata definita la risposta dei Purple alla Zeppeliniana Since I’ve been loving you – la bellissima Mistreated, in cui Glenn Hughes sfodera tutta la sua potenza interpretativa facendo suo un brano scritto da e per la voce profonda di Coverdale: commovente e trascinante. Siamo giunti al termine, quale canzone può chiudere uno show del genere se non l’arcinota Smoke on the water? E quale artista può chiudere un brano del genere con un medley su Georgia on my mind se non quel folle di Hughes stesso? Ma soprattutto – è davvero finita, non manca qualcosa?

Infatti dopo i saluti di rito la line up rientra sul palco per il vero gran finale su Burn – canzone cardine del Mk3 dei Deep Purple, un vero e proprio capolavoro rock che Hughes sa ancora fare suo trasmettendo passione, forza ed interpretazione confermandosi un vero asso. Glenn è sempre più un Guru, un catalizzatore che dispensa amore e che esorta tutti a concentrarsi sulla musica, che è guaritrice (Music is the healer) in un lunedì sera che ha il sapore di un venerdì. Alla prossima Mr. Hughes, God bless you!

SANTI LIBRA
Photoset by ALESSANDRA MERLIN
 
Credits: si ringrazia Concerto Music per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.

Setlist:
1 – Stormbringer
2 – Might just take your life
3 – Sail away
4 – You fool no one (+ drum solo)
5 – You keep on moving
6 – Gettin’ tighter
7 – Holy man
8 – Mistreated
9 – Smoke on the water – Georgia on my mind
10 – Burn
 
Band:
Glenn Hughes – voce, basso
Soren Andersen – chitarra
Mike Mangan – tastiere
Ash Sheehan – batteria
 
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