Diaframma @ i Candelai, Palermo


Quarant’anni di Siberia
7 Febbraio A.D. 2025: Diaframma live a i Candelai (Palermo).
Appena annunciata, la data è andata “sold out” in pochissimi giorni. Dentro di me non sapevo bene cosa aspettarmi. Immaginavo una pletora di sessantenni nostalgici che sparano sentenze sul degrado della musica di oggi e si lasciano andare a nostalgiche riflessioni del tipo: “Noi si che si era fighi!”.
E invece, meravigliosamente, nulla di tutto di questo!
La prima volta che ho visto i Diaframma dal vivo avevo sedici anni. La seconda 30. Oggi ne ho 52. Ovviamente sono cambiati loro. Altrettanto è cambiato chi scrive. Ma nonostante i tre concerti siano stati molto diversi tra loro, per i motivi appena espressi, ho potuto riscontrare la ferma coerenza che nel tempo ha caratterizzato la proposta musicale di Federico Fiumani.
Il flanger sembra aver sgombrato un po’ il campo, cedendo il passo a distorsioni più asciutte. Gli arrangiamenti dei brani sembrano oggi più smaccatamente punk che non ieri, ma il suono di un album manifesto per la New Wave italiana è stato preservato ed è arrivato integro ad un pubblico magnificamente variegato, in una serata in cui la musica ha davvero svolto la sua funzione aggregante, facendo incontrare ventenni curiosi quanto consapevoli e sessantenni tutt’altro che nostalgici.
Questo tour è dedicato ai 40 anni di “Siberia”. Un disco che ha retto maledettamente bene al tempo. Un disco rarefatto e al contempo denso. Un capitolo prezioso per la musica alternativa italiana. Una vera pietra miliare in cui tutto ha ceduto il passo alla poesia.
I testi sembrano dipinti ad acquerello. I toni freddi e misurati si sovrappongono, creando trasparenze vitree che ci raccontano di malinconie antiche, di giorni qualunque da impreziosire con un semplice tramonto. Un’ era lontanissima dal fastidioso rumore di fondo di smarthphone e social media a cui tutti noi abbiamo sacrificato un po’ della nostra esistenza. Un disco che ha attraversato il millennio passato e si è ricongiunto ai Diaframma con la grazia di un Orient Express che attraversa la tundra ed arriva ansimante a destinazione: il nostro cuore.
Brani unici, quanto insoliti per il panorama italico. Siberia, Neogrigio, Amsterdam, Delorenzo, Specchi d’acqua… Meno ruffiani, meno conditi da estetismi lessicali rispetto a quelli dei gruppi della stessa scena di quegli anni. Testi ermetici ed introspettivi eppure accorati che si fondevano con sonorità decisamente britanniche, in cui si avvertivano con decisione gli echi di gruppi quali Sister of Mercy, Joy Division, Cure…
Brani che però oggi suonano molto più saturi. Più graffianti. Come si fossero adeguati al frastuono di questi anni. La batteria è molto più aggressiva, il basso più rotondo e anabolizzato. Eppure ci ha convinto questa formazione che vede Edoardo Daidone alla chitarra, Luca Cantasano al basso e Leonardo Martera (Neon) alle prese con piatti e tamburi. In particolare Fiumani sembra in serata di grazia. Per strada quasi non lo si noterebbe con i suoi capelli “normali”, la sua camicia “normale”, le sue scarpe “più che normali”. E invece sul palco torna ad essere la rockstar che in cuor suo ha sempre avuto la consapevolezza di essere. Più volte supera la barriera delle casse spia per affacciarsi al proscenio, schitarrando furioso ed “arringando” i fans. In uno slancio “springsteeniano” fa persino salire sul palco un’avvenente ed emozionata “goth queen” per cantare un ritornello a due voci.
Fiumani sa stupirci, ma è da sempre quella cosa lì. Timidezza e sfrontatezza che si affrontano con una serenità solo apparente. Certe frizioni interiori sono lampanti per chi ha occhi per vedere. Frizioni che sono quelle di un’intera generazione che ha vissuto la propria gioventù sospesa tra gli anni di piombo e l’era degli edonismi reaganiani. Pochissimi hanno saputo raccontare l’importanza dei momenti insignificanti come lui. E di questo, dopo quarant’anni, siamo ancora qui a ringraziarlo… in un “giorno ferito che impazzisce di luce”, quella rossa degli spot del palco incantato che lo ha ospitato questa sera.
Massimiliano Amoroso
Photoset by Joseph Tallo
Credits: si ringraziano Roberto Cammarata di Fatsound ed i Candelai per l’ottima organizzazione dell’evento e l’ impeccabile ospitalità
BAND:
Federico Fiumani (Vocal & Guitar)
Edoardo Daidone (Guitar)
Luca Cantasano (Bass)
Leonardo Martera (Drums)
http://www.diaframma.org/
https://www.facebook.com/p/Diaframma-100044402714921/?locale=it_IT

Siberia

Massimiliano Amoroso, architetto e bassista elettrico. Cresciuto alla corte di alcuni dei più grandi produttori italiani (Franco Patimo, David Lenci, Rob Ellis, Matteo Cifelli, Alessandro Sgreccia, Paolo Mauri, Daniele Grasso), nel tempo ha proposto, in veste di fondatore e songwriter, bands alternative-rock quali Betty Ford Center (oggi Betty Poison), Milk White, Bye Bye Japan, Electro Malicious ed altri. Con queste formazioni ha vinto oltre quindici Premi Nazionali, tra i quali Heineken Jammin’ Festival e Red Bull Tourbus, ed innumerevoli piazzamenti di prestigio (Finalista Tour Music Fest, Sanremo Rock, etc). Le stesse formazioni vantano aperture ai maggiori artisti internazionali (Jamiroquai, Yann Tiersen, Glasvegas, etc) ed a moltissimi artisti della scena nazionale (Elio e le storie tese, Linea 77, Tre allegri ragazzi morti, 24 Grana, Super Elastic Bubble Plastic, Piotta, Frankie HI NRG, 99 Posse, etc). Con le sue band si esibisce in numerosi festival (Neapolis, Home Festival, etc) ed in passato si esibisce con regolarità anche all’estero (Francia, Olanda, Belgio, Germania, etc). La sua musica è stata recensita dai principali magazine nazionali (Rolling Stone, Rumore, Raro, Rockerilla, Repubblica, etc) e frequentemente viene passata nei network nazionali (Radio Rai, Rai Stereo, Rai 3, R101, Rock Tv, etc). Da qualche anno collabora con diverse redazioni di siti musicali fra cui TUTTOROCK