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DEPECHE MODE “Global Spirit tour 2017” – Live @ Unipol Arena, Casalecchi …

DEPECHE MODE “Global Spirit tour 2017” – Live @ Unipol Arena, Casalecchi …

Natale a Bologna si festeggia a suon di grande rock, Studios & Live Nation ci hanno abituato così, l’anno scorso abbiamo chiuso con il botto dei RHCP, quest’anno sono di Depeche Mode a travestirsi da renne. Una band in grande forma, risorta da rehab e problemi vari, con un frontman che si è guadagnato un nickname quanto mai azzeccato, The Cat. Dave ‘The Cat’ Gahan è uno che è andato a vedere la grande falciatrice negli occhi ed è tornato indietro, sono quattro le vite delle sette da gatto che ha speso finora, fra cuore stoppato ed affinità varie, ora continua impavido a mostrarsi sul palco.

E come si presenta, del gatto non porta solo il conto delle vite, ma anche le movenze feline, si muove con studiata melodrammatica plasticità, ogni movimento, dagli inchini al vortichio estremo, si spalmano con istrionico, arrogante, magnetismo, sui sold-out che i Depeche Mode continuano ad inanellare. Ma più che un concerto siamo di fronte un incontro ad alto contenuto erotico tra Dave ed il pubblico, sfrontato, iconoclasta, come si dice a Bologna si prende in mano ‘il pacco’ e lo mostra orgoglioso e provocatore al pubblico adorante, non siamo alle pratiche masturbatorie del Re Lucertola, ma ad un iconico atto di amplesso tra cantante e fans nel segno del rock. Gahan percorre il palco in lungo e largo, corre con un accenno di duck walk lungo la pensilina, fa l’amore con l’asta del microfono poi mostrata come prolungamento fallico, ma è tutto conforme ad una notte di grande feeling e e musica.

Una setlist che non si è concentrata sull’ultima uscita, ma ha percorso tutta la carriera della band, ed i suoni ne riportano la gloriosa epopea, dalle ventate new wave, al seminale brit-electropop sparato dai synth, dai ritmi ossessivi ed alienanti dei momenti quasi house alle parentesi acustiche di Gore. E via con una parte dei grandi successi, ce ne potevano stare altrettanti, ma sono ovviamente le varie Revolution, It’s no good, Precious, Where’s the revolution, Everything Counts, a tenere banco, anthem cantati a memoria da tutta la Unipol con Dave a spostare il microfono verso il pubblico ordinando ‘Singin’.

Qualcuno li ha definiti una ‘band al capolinea’, ma ci fu chi rinunciò ai Beatles, esiste sempre l’umana compassione, bastava assistere al delirio sul closing di Personal Jesus con i 18.000 presenti a cantare e ballare per rendersi conto di quanto questo gruppo sia diventato trasversale rispetto, modi, stili, generazioni. E mentre Gahan ti fissa negli occhi dal palco puoi davvero pensare che stia guardando proprio te, d’altronde non è forse normale che ognuno di noi abbia il proprio Personal Jesus in cui credere?

MAURIZIO DONINI
Photoset by NINO SAETTI
 
Credits: si ringrazia Studios Online e Live Nation per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.

Setlist:
Revolution     (The Beatles song)
Cover Me (remix)  (instrumental video intro)
Going Backwards
It’s No Good
Barrel of a Gun (with ‘The Message’ (Grandmaster Flash) snippet)
A Pain That I’m Used To (‘Jacques Lu Cont’s remix’ version)
Useless
Precious
World In My Eyes
Cover Me
Insight (acoustic; sung by Martin)
Home
In Your Room
Where’s the Revolution
Everything Counts
Stripped
Enjoy the Silence
Never Let Me Down Again
Encore:
Strangelove (acoustic; sung by Martin)
Walking In My Shoes
A Question of Time
Personal Jesus
 
Band:
Dave Gahan – lead vocals (1980–present)
Martin Gore – keyboards, guitars, backing and lead vocals (1980–present)
Andy Fletcher – keyboards, backing vocals (1980–present)
On tour:
Christian Eigner – drums, keyboards (1997–present)
Peter Gordeno – keyboards, piano, bass, backing vocals (1998–present)
 
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