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The Namm Show (Namm: National Association of Music Merchants) – Diario di bordo R …

The Namm Show (Namm: National Association of Music Merchants) – Diario di bordo R …

Dal 24 al 27 gennaio si è tenuto ad Anaheim in California il The Namm Show (Namm: National Association of Music Merchants) una delle maggiori manifestazioni dedicate ai prodotti musicali di tutto il mondo. Valerio Edward De Rosa, il virtuoso chitarrista tarantino che ha dato alle stampe da pochi mesi il suo debut album dal titolo Zeitgeist, mi ha reso”partecipe”, attraverso i suoi occhi, della sua “prima volta” al Namm e, tra una chiacchiera e l’altra, abbiamo pensato di stilare una sorta di “diario di bordo” per i lettori di Tuttorock. Quindi ora accomodatevi pure e gustatevi questo “viaggio”…
 
E’ il 22 gennaio 2019 e mi accingo a prendere quello che è il mio primo volo intercontinentale. Ancora una volta è la mia amata musica che mi porta a compiere uno dei miei viaggi più lunghi, e stavolta non per un evento qualsiasi, bensì per il NAMM SHOW! Sono endorser del brand di chitarre Schecter da quasi tre anni e quest’anno Gold Music srl (distributore di Schecter in Italia) mi ha dato la possibilità di essere presente all’evento a cui ogni musicista sogna di presenziare per vedere quali novità il mercato del 2019 ci riserva.  Non sono mancati anche i momenti in cui il fan che è in me ha avuto la sua soddisfazione, perché ciò che mi ha spinto a suonare la chitarra, sono stati gli innumerevoli artisti che ho avuto modo di incontrare in questi magnifici quattro giorni in quel di Anaheim, a quaranta minuti da Los Angeles.
 
Giorno 1
(24 gennaio 2019)
Mi trovo in un hotel in Disneyland Drive, ma il “parco giochi” che mi attende è ben diverso… In dieci minuti la navetta mi lascia di fronte all’imponente Convention Centre di Anaheim, un edifico a tre livelli. Scoprirò in seguito che oltre a questi tre livelli c’è un piano sotterraneo chiamato Hall E, insieme al padiglione nord, posto all’esterno. Dovete sapere che come in ogni convention, lo spazio dedicato agli stand viene chiamato booth. Chiaramente ogni booth è numerato, per capire dove poter trovare un determinato brand. Al Namm vengono esposti oltre 7000 brand. Per contenere un numero così alto di prodotti e soprattutto di persone provenienti da ogni parte del globo, il Convention Centre è così grande, che sulla mappa dell’evento il numero massimo di booths che l’edificio può contenere è di 19.999! Questo per darvi un’idea delle dimensioni, che son davvero difficili da immaginare.
Una volta arrivato al primo livello il numero di persone presenti già il primo giorno è impressionante. I primi stand che vedo son quelli di Roland e Boss. Ogni effetto, così come la maggior parte degli amplificatori o strumenti negli altri stand, è disponibile per essere provato. Poco più avanti trovo lo stand della Korg e, pur non essendo un tastierista rimango affascinato da come molte persone munite di cuffia provavano con soddisfazione alcune tastiere.
Per quanto riguarda le chitarre, vengo subito rapito dallo stand delle accattivanti Wylde Audio, distribuite esclusivamente da Schecter Guitars! Wylde Audio è la linea di chitarre curate dalla leggenda vivente delle sei corde Zakk Wylde (Ozzy Osbourne, Black Label Society, Pride and Glory). Design decisamente accattivante ed un suono da cui non si può non essere rapiti.
Parto alla volta dei livelli superiori dell’edificio per trovarmi di fronte al booth di uno dei miei marchi di amplificatori preferiti: Engl amps! Anche qui bollono in pentola non poche novità essendo un amante del timbro di questi amplificatori. Tra le ultime novità ci sono lo Screamer II, Invader II, Marty Friedman signature, Savage 60 e altre signature che ritengo evergreen come la Straight To Hell di Victor Smolski, la Steve Morse e la Ritchie Blackmore.
Non mancano i primi incontri con chitarristi che apprezzo moltissimo: in questo primo giorno la mia strada si incrocia con Herman Li dei Dragonforce e poco dopo col grande Andy Timmons.
 
Giorno 2
(25 gennaio 2019)
Ho sicuramente maggior chiarezza su come affrontare l’immensità della Convention. Aiutandomi con la mappa distribuita direttamente dallo staff riesco facilmente a trovare i booth che son curioso di visitare, scoprendone molti altri in corso d’opera. Questo giorno e quello di domani saranno dedicati a molteplici incontri con grandi artisti. Il primo di questi è il grande Doug Aldrich (Dio, ex-Whitesnake, The Dead Daisies). Il suo stile chitarristico mi ha stregato quando vidi il live di Ronnie James DioEvil Or Divine”. Lui come tutti coloro che ho avuto modo di conoscere, sono super disponibili con i fan. La cosa che non avrei mai pensato era di avere l’occasione di consegnargli il mio album “Zeitgeist”, per poi salutarci con un abbraccio fraterno.
Subito dopo il mio giro prosegue. Potrà sembrare strano, ma ho speso dieci minuti del mio tempo ad ammirare i bassi Rickenbacker. Sarà perché mi ricordano i bassisti che ho sempre adorato come John Entwistle, Lemmy Kilmister, Geddy Lee… Ho sempre amato il loro suono ed è bello vedere come tengano fede alla tradizione nel sound e nell’estetica.
Proseguendo per i vari booth la mia attenzione è attirata da un suono di chitarra acustica magistralmente suonata. Molta gente era raccolta intorno alla fonte di quel sound. Mi inserisco all’interno del booth e trovo il virtuoso Bumblefoot che in quel momento ci deliziava con un brano in unplugged.
 
Giorno 3
(26 gennaio 2019)
Probabilmente la giornata più intensa: appena arrivato decido di tornare allo stand della Engl e mi trovo faccia a faccia con una delle mie più grandi influenze chitarristiche. Un chitarrista il cui stile merita assolutamente di essere approfondito. Sto parlando di Victor Smolski (ex Rage, Almanac, Mind Odyssey). I suoi album con i Rage sono stati fondamentali per il mio stile e per imparare a comporre, da “Soundchaser” a “Speak Of The Dead”, “Carved in Stone”, “String To A Web”, “21”, “Lingua Mortis Orchestra” ecc.. Il suo nuovo progetto Almanac dimostra la sua inesauribile vena creativa anche come direttore d’orchestra con i due album “Tsar” e “Kingslayer”. Ho l’occasione di consegnare anche a lui la copia del mio disco solista. Le nostre strade si incroceranno anche il giorno dopo.
Eccomi poco dopo a partecipare ad uno dei meet & greet più importanti, mi trovo al booth EMG al cospetto di ben quattro esponenti fondamentali della scena rock metal: Lars Frederiksen (Rancid), Phil Demmel (ex Machine Head, Vio-lence, Slayer), Frank Bello (Anthrax) e David Ellefson (Megadeth). L’adrenalina è al massimo, non credevo che avrei mai incontrato neanche uno di loro ed eccomi improvvisamente quattro icone del genere che più amo.
Per quanto riguarda le esibizioni, quella che non potevo assolutamente perdermi era di Kiko Loureiro (Megadeth, Angra) allo stand DV Mark. Trovo il suo stile unico, le molteplici influenze che introduce all’interno dell’heavy metal sono come una scuola su cui si dovrebbe andare avidamente alla ricerca di nuove idee.
In questo giorno non è mancata la ricerca di nuovi prodotti da testare. Mentre camminavo in mezzo ai vari stand vengo letteralmente rapito da un sound molto in linea col mio modo di concepire il suono della chitarra elettrica. Mi fermo quindi al booth di ISP. I loro prodotti sono di altissimo livello, e da noi la macchina più conosciuta di questo marchio è il noise gate chiamato Decimator, ma ciò che mi ha colpito in quel momento era l’alta qualità dei preamp. Molti grandi musicisti usano i loro prodotti, tra cui Ellefson dei Megadeth e Michael Sweet degli Stryper. E’ proprio un nuovo prototipo della pedalboard signature di Michael Sweet che in quel momento aveva attirato la mia attenzione. Clean cristallino e riverberato al punto giusto e distorsioni che uccidono! Molti conservatori tendono a demonizzare le macchine digitali, preferendo sempre stack amps o combo. Live ho sempre utilizzato testate valvolari, ma questa macchina chiamata Theta MSX Michael Sweet Signature mi ha letteralmente stregato, provandola ho avuto un controllo dinamico molto simile ad un amplificatore. Consiglio vivamente di darci un ascolto.
Andiamo a coronare questa penultima giornata con un incontro che non dimenticherò. Finalmente dopo una lunga fila allo stand della Ernie Ball, mi trovo al cospetto di una leggenda vivente della chitarra: John Petrucci. Il tempo è sempre tiranno, nonostante tutto ho avuto occasione di dirgli che è stata una delle mie influenze più grandi e che attendo con ansia l’ imminente ultimo lavoro dei Dream Theater, “Distance Over Time”.
Altri due incontri segnano la fine di questa bellissima giornata, Rafael Bittencourt (Angra) e Stuart Hamm, storico bassista che ha suonato nei miei album preferiti di Steve Vai e Joe Satriani!
 
Giorno 4
(27 gennaio 2019)
Dopo diverse conoscenze maturate con nuovi musicisti, eccoci giunti all’ultimo giorno della Convention. La giornata inizia al booth RME con una eccezionale performance di un altro dei miei chitarristi preferiti, il grande Michael Angelo Batio. Ho avuto in passato l’onore di essere suo allievo in una lezione individuale all’ MMI di Verona ed ho partecipato a suoi diversi concerti insieme al mio maestro Andrea Martongelli.
Michael Angelo è stato solo il primo di una profusione di incontri di chitarristi che ho sempre seguito e che mi hanno influenzato. Tornato allo stand della Ernie Ball mi sono trovato nuovamente con Victor Smolski che mi ha consigliato alcuni prodotti molto utili per noi chitarristi, primo fra tutti il Tremorry, un vero e proprio upgrade per tutte le chitarre che posseggono un ponte tremolo, eliminando instabilità e problemi di accordatura durante le tecniche più selvagge come bending e dive bomb.
Pochi minuti dopo eccomi di fronte ad una leggenda vivente. Il grande Steve Morse dei Deep Purple! La sua tecnica ha influenzato miriadi di chitarristi. Il primo concerto che ho visto in assoluto sono stati proprio i Deep Purple nel 2007.  Ma le sorprese son tutt’altro che terminate, perché fra qualche minuto mi troverò di fronte ad altri grandi musicisti come Chris Poland, Jeff Loomis, Chris Impellitteri, Chris Broderick e Mick Thomson, Andy James. Concludiamo questo viaggio nella Convention per eccellenza con un excursus di quelle che sono le migliori novità di casa Schecter. Le esigenze di ogni chitarrista mutano nel tempo e sono molto contento di come questo brand assecondi questa evoluzione e per tutti gli stili.

Una delle novità più importanti è la linea C-6 pro. Il modello Schecter C- Pro Aqua Burst è decisamente la mia favorita, ergonomica, il manico è uno dei più confortevoli che abbia mai provato e il suo rapporto qualità prezzo è decisamente notevole. La serie Reaper è un’altra linea degna di tutta la mia attenzione. Il body in Swamp Ash è accattivante e anche qui abbiamo un ottimo rapporto qualità prezzo in relazione a suono e comfort. Molto bello il modello a sette corde multiscala Reaper-7 Inferno Burst (il nome dice già tutto!). Anche la serie Apocalypse è assolutamente degna di nota. L’estetica e la robusta costruzione di questi strumenti sono assolutamente al top. Pur non avendo mai posseduto chitarre al di fuori della forma classica, il modello di Schecter Apocalypse che sceglierei è la V-1. L’ho sentita particolarmente mia e soprattutto mi ha colpito il suo essere bilanciata nel peso. Per gli amanti delle sette corde, oltre la già citara Reaper-7, quella che più mi ha colpito è stata la KM-7 MK III Standard. Negli ultimi anni mi sono appassionato molto alla tastiera in ebano. Anche questo modello possiede il body in Swamp Ash e il manico è davvero comodo sia per le ritmiche che per lo shred più funambolico.

In conclusione, sarà sicuramente un’esperienza che ripeterò e che auguro ad ogni musicista. E’ importantissimo capire che una realtà simile esiste. In Italia non tutti ancora prendono la musica come un lavoro, e per chiunque abbia questo obiettivo è importante sapere che una convention come il Namm show è una grande opportunità per mettersi in gioco e conoscere musicisti da tutto il mondo. Non perdetevi  tutta la meraviglia di Los Angeles, che per la forma d’arte che più ci piace è un’istituzione. Tante altre meraviglie meritano di essere viste, dai tramonti dal Guitar Center, al leggendario Whisky a go go, oppure il Rainbow con tanto di statua in memoria di Lemmy Kilmister.
 
Grazie a Monica e a Tuttorock per aver potuto raccontare questa mia esperienza che spero di ripetere l’anno prossimo!
Valerio Edward De Rosa
Redazione by Monica Atzei