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ROCK STORIES – The Rolling Stones, dall’Ealing Club al Super Bowl

ROCK STORIES – The Rolling Stones, dall’Ealing Club al Super Bowl

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La storia dei Rolling Stones è costellata di casualità e stranezze, iniziando dal loro mentore, Alexis Korner, padre del blues inglese, non era nemmeno nato sotto Sua Maestà, ma a Parigi il 19 aprile 1928 e la sua genìa era un mix austro-turco-greco. Resta il fatto che il grande Korner suonava all’Ealing Club di Londra nel 1962, e fra gli spettatori si trovava un ragazzo di 19 anni, Lewis Brian Hopkins Jones. Questi rimase così colpito dall’esibizione di Alexis che a fine concerto non si limitò a bloccarlo per parlargli, ma corse a casa a prendere la chitarra per mostrare tutta la sua abilità al bluesman, missione riuscita. Korner è così colpito dalla bravura di Brian Jones alla slide guitar che lo invita a casa sua, la prima pietra angolare del fenomeno Stones è posata.

La storia da lì è lunga e la faccia cattiva del rock, trasgressiva e iconoclasta, percorre ancora il pianeta in lungo e in largo, chiamati anche ad aprire l’evento più americano che ci sia il Super Bowl, ma anche lì non si peritarono di creare problemi alla puritana società a stelle e strisce. In quell’occasione a Detroit, 5 febbraio 2006, la ABC era evidentemente a digiuno di cultura rock, altrimenti si sarebbe aspettata il ciclone sesso e rock che è patrimonio di Jagger e c.

140 milioni di spettatori si trovarono a godere dello sfrenato richiamo sessuale dei testi crudi di Start me up e Rough justice, possiamo immaginare lo sconcerto e lo sconforto dello staff della ABC, in piena crisi di panico non trovarono di meglio che ritardare il vocale della trasmissione, censurando di fatto gli Stones, per fortuna degli ascoltatori non ebbero il coraggio di farlo anche sull’inno immarcescibile di Satisfaction, che gli spettatori poterono ascoltare integralmente.

MAURIZIO DONINI

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